L’autrice inglese, di “Ragazze elettriche”, torna in libreria con un romanzo distopico sulla fine del mondo
Naomi Alderman, l’autrice di “Ragazze elettriche”, torna in libreria con un romanzo distopico sulla fine del mondo. La scrittrice inglese cresce a Londra nella comunità ebraica ortodossa di Hendon. Il suo esordio è del 2006, con il romanzo “Disobbedienza”, -taglio- (“Orange Prize for New Writers” nel 2006) che racconta lo scontro tra una giovane donna e la comunità ortodossa a cui apparteneva. Nel libro si delinea il leit motiv delle sue opere: la ribellione femminista e la religione. Premiata con il “Sunday Times Young Writer of the Year Award” 2007, l’autrice insegna scrittura creativa all’Università di Bath e scrive sceneggiature per videogiochi e app. In “Disobbedienza” Alderman riflette sulla condizione della donna, tema che ricorre nel suo romanzo più famoso, “Ragazze elettriche”, insignito del “Baileys Women’s Prize” nel 2017 e diventato serie tv su Prime Video. Nel romanzo descrive un mondo in cui le ragazze possiedono un potere enorme con il quale sottomettono gli uomini. Diventato film per il cinema, “Disobediénce”, del regista cileno Sebastiàn Lelio, con Rachel Weisz e Rachel McAdams, ricorda i temi affrontati dalla celebre autrice canadese Margaret Atwood ne “Il racconto dell’ancella”. Anche la Atwood, cinque volte Premio Pulitzer, ammirata da Alderman, nei suoi libri ha cari i temi del femminismo e il futuro del pianeta. Ne “Le ragazze elettriche” il potere è la capacità di emanare energia elettrica, creata dalla “matassa”, un organo nato da una mutazione genetica. Il cambiamento inizia nei paesi che annullano i diritti femminili e pian piano si diffonde ovunque ma l’ascesa al potere delle donne condurrà alla stessa deriva dei regimi guidati da uomini.-taglio2- Nel nuovo romanzo, “Il Futuro”, Alderman parla di nuova tecnologia, élite di potenti che manipolano il mondo, di questioni etiche. Il pianeta sta morendo a causa degli esseri umani: epidemie globali, cambiamento climatico, Intelligenza Artificiale. Le tre persone più ricche del mondo ricevono una misteriosa telefonata. Sono i tre miliardari delle Big Tech. Grazie ad un algoritmo che solo loro conoscono saranno avvisati dieci giorni prima della fine del mondo. Così riusciranno a mettersi in salvo rifugiandosi in bunker che si sono fatti costruire pensando alla catastrofe. Grande metafora della realtà attuale, il libro pone domande fondamentali sulla vita, la solidarietà, il potere e l’egoismo. Le tecnologie potrebbero essere adoperate per aiutare il mondo a sopravvivere. “Occorre prendersi cura l’uno dell’altro. Abbiamo anche bisogno che i nostri governi lavorino insieme per distruggere i monopoli tecnologici” – spiega Alderman che in realtà si considera un’ottimista che scrive di come potremmo cambiare le cose in meglio. “Abbiamo vissuto un’esplosione tecnologica simile alla rivoluzione di Gutenberg. Dopo Gutenberg ci sono stati trecento anni, in Europa, di guerre. Come facciamo a evitare che succeda di nuovo?”, si domanda. E intanto sta già lavorando al nuovo libro sul lutto, sulla compianta madre, su uno strano animale che si manifesta improvvisamente nel Regno Unito. Intrigante, come tutti i romanzi dell’autrice che regalano sempre al lettore colpi di scena e sviluppi inattesi.