Vittorio Centrone, dopo essersi chiuso in una stanza per sei mesi, racconta le origini del suo alter ego “Lemuri il Visionario”, la trasformazione, il suo album in uscita e tanto altro…
Lemuri il Visionario è l’alter ego immaginario di Vittorio Centrone, che però prende vita sul palco e nella sua musica. Non solo, Lemuri il Visionario è diventato anche protagonista di un libro, di un fumetto e di un’opera rock. Insomma, è un personaggio credibile, che funziona e che appassiona. -taglio-Nel suo ritorno discografico, l’artista ha pubblicato l’inedito “Niente da dire”, contenuto nel disco “Viaggio al centro di un cuore blu”. Vediamo da dove nasce il personaggio di Vittorio, la sua passione, i suoi progetti e tanto altro… Lemuri, perché hai scelto proprio la musica? “Credo innanzitutto che ci sia un discorso di sangue, genetico, perché dalla parte della famiglia di mia madre tutti facevano musica. Poi nel mio percorso adolescenziale mi sono sempre sentito un po’ fuori dal mondo. La cosa strana è che nonostante mi sentissi un po’ escluso nella vita quotidiana, quando salivo su un palco – perché ho cominciato a cantare in pubblico piuttosto presto – lì mi sentivo esattamente a casa, al mio posto. Quindi ad oggi la musica è talmente una parte così profonda di me che faccio anche fatica a ricordare come sia iniziata questa storia d’amore e non riesco ad immaginare la mia vita senza, quindi è un po’ come se avesse sempre fatto parte di me.” Com’è nato invece il tuo alter ego “Lemuri Il Visionario”? “Per me, pensare ad un artista, è sempre stato come pensare ad una specie di mago capace di creare delle realtà parallele. Difatti, dopo i primi anni che ho vissuto da ‘normale’ cantautore, mi è venuto questo istinto di provare ad andare contro corrente e mi sono letteralmente chiuso in una stanza per sei mesi. In questi sei mesi si può dire che ha preso forma questo mio alter ego che è appunto Lemuri Il Visionario, che è realmente una parte di me. Per trasformarmi in lui mi ci vogliono circa 40 minuti, ormai è veramente una cosa magica; assumo un altro atteggiamento, anche corporeo, inizio a ragionare in maniera diversa e vivo una trasformazione che è veramente reale. E adesso è bellissimo girare per il mondo un po’ da Vittorio un po’ da Lemuri. Devo dire che quando cammino per il mondo nei panni di Lemuri il Visionario, la reazione del pubblico è sempre molto rispettosa. La gente si rende conto che c’è una verità dietro questo; sicuramente c’è uno sguardo curioso ma non ho mai sentito uno sguardo denigratorio. Questa è una cosa molto bella.”-taglio2- Il 23 febbraio è uscito il tuo ultimo singolo “niente da dire”. Ce ne parli? “Questo è il primo singolo dell’album che uscirà il 9 di Aprile, che si chiama “viaggio al centro di un cuore blu”. E’ una canzone un po’ ‘anomala’, mi è venuta fuori di getto. E’ nata da un pensiero molto preciso ed è che quando cerchiamo di raccontare delle emozioni veramente intense, le parole diventano quasi delle gabbie. A volte dovremmo semplicemente spegnere questo chiacchiericcio e cercare di ascoltare veramente chi siamo. E spesso questi discorsi sono fatti di poche parole, pochissime. Questo è il significato della canzone.” Cosa vuoi raccontare a chi ti ascolta? “A me piacciono i sogni, mi piace una realtà visionaria, uscire da una realtà concreta e troppo scontata. Io credo che una delle cose che questo mondo moderno e un po’ troppo tecnologico ci sta rubando sono proprio i sogni. Ma non c’è niente di più bello che vivere inseguendo un sogno, a prescindere da poi quanto o quando lo si raggiunge. Il cammino è già tutto ciò per cui vale la pena. Quello che sicuramente mi preme di più è proprio raccontare la vita secondo un punto di vista visionario, e da qui si spiega anche il nome d’arte, naturalmente. Inoltre, vorrei anche spingere le persone a rivalutare il sentimento della malinconia, che spesso viene vilipeso e confuso con la tristezza, ma che in realtà è un sentimento bellissimo che fa parte delle più grandi opere artistiche di tutti i tempi. La malinconia è rivoluzionaria.” Quali sono i tuoi progetti futuri? “Portare in giro questo lavoro, che purtroppo non dipende solamente da noi, ma molto dal momento storico che stiamo vivendo. Ad ogni modo sicuramente viaggiare, cantare, suonare e vivere il contatto con le persone.”