Torna Silent Bob con la sua “Bussala” segno di un nuovo percorso artistico e personale
I numeri sono il suo forte. Ma ancora di più lo è la potenza della sua musica. Dopo lo straordinario successo virale di “Piove ancora”, disco che ha superato oltre 60 milioni di ascolti e dopo un tour da sold out nelle principali città italiane ritorna sulla scena musicale Silent Bob che da venerdì 24 Febbraio è fuori in tutte piattaforme con “Bussola”. -taglio- Questo singolo ci consegna un artista diverso, che è riuscito ad innovarsi con curiosità e novità rimanendo una delle migliori penne della nuova scena urban contemporanea. Il brano è prodotto interamente da Sick Budd, geniale producer che insieme a Silent Bob anticipa l’uscita del suo prossimo album Habitat. Noi lo abbiamo intervistato per saperne qualcosa in più. Questo tuo nuovo progetto ha un sound del tutto diverso e innovativo. Come mai questa scelta? “Sì effettivamente l’aspetto sul quale ci siamo concentrati di più in questo disco è probabilmente il sound. Penso che a livello di testi ho continuato a scrivere sempre nella stessa maniera, sono stato diretto e forte, senza fronzoli è così che voglio che la gente mi riconosca. Abbiamo invece cercato dei suoni un po' diversi ma comunque nostri. Avevamo già provato nei dischi precedenti a fare cose un po' più acustiche e strumentali, questa volta l’abbiamo studiato e utilizzato appieno.” Un suono più “sporco”, lasciami passare il termine, ma sicuramente più vero, sincero? “Si esattamente. Forse proprio perché una netta differenza con il suono del rap che intanto è diventato un po' di massa. Ho cercato di tirare contemporaneamente fuori tutta la mia anima, anche dal punto di vista prettamente musicale.” Anche il titolo del tuo nuovo singolo è poi forse una grande metafora, “Bussola” è fondamentalmente il tuo viaggio. “Questa canzone è la prima del disco ed è quella che è anche uscita per prima non a caso. Ho voluto introdurre quello che sarà questo percorso nuovo. La bussola rappresenta il cielo, guardala è come guardare in alto, con i suoi poli le sue direttive. Volevo qualcosa che spiazzasse ma che allo stesso tempo introducesse a questa mia nuova strada musicale.” Nel testo tu dici “la mia bussola punta verso di me”. Ti sei scoperto un po' più egoista o comunque hai deciso di metterti un po' più al primo posto? “Mi sono messo forse un pochettino più al primo posto, anche rispetto alle persone. Non è proprio egoismo in quel senso. Prima mi caricavo un po' di più sulle spalle il peso del mio passato, lo faccio anche in questo disco,-taglio2- cioè parlo di quello che è stato ma in maniera distaccata, senza tutta quella emotività che mi impediva di distaccarmi da quelle cose. Ho puntato tutto sulle sensazioni che vivo più che su quello che ho vissuto prima.” Questa canzone nasce da un grande lavoro di introspezione, e allora qual è la migliore versione di te? “Non saprei. Credo forse l’ultima. Penso sempre di avere una versione di me definitiva, quella che davvero mi piace e poi però dopo uno o due anni ed esperienze diverse che ti cambiano nuovamente, quello che eri non lo riconosci più. E quindi ecco una nuova scoperta, un nuovo me. Diciamo che il disco è una vera e continua ricerca di questo miglioramento.” Vorrei tornare anche sul successo di “Piove ancora” questo singolo che conta 60 milioni di ascolti e poi un tour sold-out. Insomma dove vuoi arrivare? “Non lo so, non mi pongo più domande o traguardi. Prima guardavo anche di più agli altri e cercavo di pormi obiettivi in virtù di quello che erano o facevano. Questo album, senza feat e con una veste musicale diversa, è l’espressione di quello che voglio essere oggi. Voglio seguire il mio di percorso, senza pensare troppo al futuro, è un disco presente questo.” La dimensione live è una delle tue preferite. Da maggio porterai il nuovo disco in tour con due prime date evento, una a Milano e l’altra a Roma. Cosa dovrà aspettarsi il pubblico e a che tipo di show stai preparando? “Sicuramente un coinvolgimento maggiore. Voglio dare il massimo sia io vocalmente sia come impatto visivo e sonoro. Non vedo ora di suonare al Fabrique di Milano e all’Orion di Roma. Ho in mente delle cose particolari che spero possano affascinare ancora di più chi viene ai live. Penso oltretutto che un live di musica come la mia sia bello anche perché semplice. Insomma non aspettatevi coreografie da 20 ballerini o scenografie cinematografiche. Per me è importante che un mio concerto rimanga soprattutto per la forza della musica fatta dal vivo e per l’energia che si crea nel pubblico.”