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Musica di ampio respiro

di Maresa Galli

Numero 210 - Maggio 2020

“Rari Nantes”, album d’esordio della Scat Gatt Orchestra ingloba cultura, suoni e atmosfere di Oriente e Occidente


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Interessante quanto singolare la cifra stilistica della Scat Gatt Orchestra, che ha triturando la world esotica e mediterranea. L’ensemble, dopo dieci anni di musica, esordisce con l’album “Rari Nantes”. Un repertorio vasto, colto, raccontato con virtuosismo da strumenti etnici, è anche divertente, “con lo spirito della banda di gatti del cartone Aristogatti: scanzonati, nomadi… spensierati!”, -taglio-come spiega Daniele Della Torre, direttore dell’Orchestra. Nel debut album suonano: Daniele La Torre (mandolino, charango, laùd spagnolo, saz, chitarra); Daniele De Santo (contrabbasso); Nico Sergio Sommese (clarinetto, sax alto, sax tenore); Salvatore Torregrossa (fisarmonica, piano, keys); Anna Rita Di Pace (violino); Fernando Marozzi (violino); Luca Cioffi (percussioni); Antonio Cece (chitarra elettrica, program); Ciro Riccardi (tromba, bombardino, flicorno); Saverio Giugliano (sax tenore); Alessio Castaldi (sax baritono); Marco Fazzari (batteria). L’artista spagnola Pilar Penalosa Lopez ha curato il progetto grafico e arricchisce i concerti della band con la visual art e la tecnica delle ombre. Sound designer, Carlo Gentiletti. Il cd sceglie la “resilienza” dell’autoproduzione. Sostenuto dall’associazione APS Zeb Studio, è pubblicato in collaborazione con la liuteria napoletana “Anema e Corde”, l’illustratore Danilo Colamonici, Simona Giglio, l’associazione SanaMusica - Musicoterapia, TwoPlusTwo, la compagnia italo- spagnola Enanas de Lanas e la compagnia Bus Theater, la vocalist Nika Solce e Rosalba Alfano. “Rari Nantes” è un concept album ricercato, complesso e, insieme, godibile. Le melodie consentono di esperire il viaggio di uomini/naviganti, mai come in questo periodo lontani dall’approdo, presi dall’inedito peregrinare nel mondo. Nel viaggio sonoro recuperano radici, antichi saperi, orme preziose lasciate da scrittori, musicisti, danzatori, filosofi. “Lo spunto, la scintilla che ha innescato un’ulteriore riflessione – spiegano - è stata la lettura di alcuni passi de “Il Tramonto dell’Occidente” in cui Spengler sostiene che ogni civiltà è un organismo ed ha, quindi, una nascita, una crescita, una decadenza e una morte; e, come in tutti gli organismi biologici questo ciclo di sviluppo ha il carattere della ineluttabilità, risultando necessariamente determinato dal corredo di possibilità di cui dispone all'inizio del suo sviluppo. -taglio2-Di qui l’idea di ibridare le nostre composizioni con brani “classici”, di raccogliere i frammenti di una memoria “sonora” - testimonianza di una cultura - e farla diventare “reperto”, una eco che ci parla di una umanità, ma anche di una civiltà che sembra essere vicina al compimento di un atavico ciclo’’. Il brano di apertura dell’album, quasi interamente strumentale, “Landing attempt", esordisce con la voce di una sibilla, interpretata dalle attrici Dalal Suleiman, Noemi Perfetto, Ilaria Cecere, Paola Maria Cacace, Clara Bocchino. Il viaggio-Odissea prosegue con “Arabesque”, “Danza”, incanti klezmer di fisarmonica e plettri, di preghiera laica, con echi di voci lontane in “Derive”; “Neapocaliptyco” riaccende il cuore alla speranza per poi ripiombare nel caos, nell’inevitabile naufragio (“The Monster”, “Odissey”): dopo i 40 giorni di biblica memoria, veleggiando per mare non una colomba, non un lembo di terra si mostra al viaggiatore. “Mentre il cielo si imbarca un’eco veleggia”: sono le voci dei pescatori, antiche sapienze di mercati e di scambi, sole memorie in un’epoca di annegamenti e perdite. I brani mescolano tarantelle e suite, tanghi e valzer, mazurke e raga indiani, il tardo barocco napoletano e il choro brasiliano, citazioni di Paganini, Mozart, Tchaikovsky, Beethoven, Brahms, Shostakovich, Lurie, Rota, Galliano. “Reve Francais”, “Route To Odessa”, “Puteoli Finis Terrae” accompagnano il viaggio ora in punta di plettro, ora in rutilante, ballabile klezmer, per dominare le onde e i perigli. È lo stesso viaggio il senso, da compiere insieme. La citazione dall’ “Eneide”, “rari nantes in gurgite vasto” (rari nuotatori nel vasto gorgo), ovvero chi si salva da un naufragio, è un inno ad un nuovo inizio, che sappia fare tesoro della crisi dell’umanità che, mai come in questi tempi, deve tornare all’antica accoglienza e all’ospitalità di popoli diversi e lontani – solo insieme si può sopravvivere.





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