Arriva “Luci e ombre”, terzo album di Silvia Naire, pensato soprattutto “per chi ha voglia di ascoltare e non di sentire”
“Luci e ombre” è il terzo album di inediti della cantautrice. Un disco che vanta la prestigiosa produzione olandese di Franck Van Der Heijden (arrangiatore tra gli altri di Michael Jackson, John Legend, David Guetta ecc.) e di Michael La Grouw. Hanno collaborato alla sua realizzazione musicisti, orchestre d’archi e sound engineers altamente qualificati che hanno prodotto un album di altissimo livello. Oggi 9 Ottobre è uscito il tuo nuovo album. Come e quando è nato questo progetto? “È nato in uno dei periodi più difficili della mia vita. Ogni parola è vissuta, scritta e sentita. “Luci e ombre” parla del quotidiano, del viaggio della vita, dell’animo umano. Sono luci e ombre che sento dentro e di cui volevo parlare. Il disco nasce da un progetto internazionale guidato da Franck Van Der Heijden e Michael La Grouw.-taglio- Loro hanno portato una grande professionalità e la visione internazionale. Io ho voluto portare la mia voce e le mie emozioni, il calore e la passione che solo noi italiani abbiamo.” Tutto il disco sembra caratterizzato musicalmente da ombre e da luci, la tua voce e la musica cambiano costantemente a seconda delle emozioni di cui stai parlando… “È un album vero, dove abbiamo raggiunto livelli davvero molto alti grazie a tutti coloro che ci hanno lavorato. Mi piace dire che uso la voce come un pittore: uso colori forti e accesi ma anche più tenui, a seconda del messaggio e dello stato d’animo. Amo usare la potenza ma anche il sussurro, l’aria. Mi sento un’anarchica da questo punto di vista, un po’ diversa da altri cantanti lirici ai quali è richiesta una maggiore omogeneità.” Tra i brani si passa dal pop al rock sinfonico, da ritmi lenti a più veloci, da testi più poetici ad altri molto più potenti. Credi che saper affrontare diversi generi possa rappresentare un vantaggio per un’artista? “Dovrebbe essere un vantaggio. L’artista che può esprimersi a 360° è un’artista che può parlare di qualunque cosa. Gli artisti migliori sono quelli che hanno preso ciò che era vecchio e, grazie alla loro creatività, hanno portato avanti cose nuove. Quindi si, è un vantaggio ma solo se si produce musica di qualità.” Tra le tue esperienze vanti collaborazioni con artisti del calibro di Dalla e Battiato, numerose performance con orchestre sinfoniche e hai scritto colonne sonore per film. Credi che tutte queste esperienze abbiano influito in qualche modo su ciò che proponi oggi musicalmente? “Da ciascun artista ho appreso il più possibile. Ad esempio, da Battiato, ho imparato il senso e l’importanza della ricerca. -taglio2-Lui è sempre andato oltre i cliché e le convenzioni. Lucio Dalla era un genio che aveva voglia di divertirsi come un bambino. Lui faceva e scriveva cose immense, divertendosi. Io ho provato a prendere il meglio da tutti e credo di esserci riuscita perché mi diverto tanto in quello che faccio e non smetto mai di essere curiosa su ciò che c’è intorno a me.” Riprendendo la domanda precedente, in quali di questi ambiti ti riconosci maggiormente? “Io nasco cantante per via della mia voce. Mi sono poi scoperta cantautrice e compositrice. In seguito, ho lavorato per le colonne sonore di alcuni programmi e poi in una co-produzione Rai ho potuto scrivere anche la prima colonna sonora per un film. La difficoltà di questa strada è che quando fai colonne sonore per film devi adattarti alle esigenze di qualcun altro, di un regista che ha un’idea e vuole portarla avanti anche se ormai ci sono dentro e mi piace molto. Posso dire, quindi, di riconoscere una parte di me in ogni ambito in cui lavoro e in cui ho lavorato ma sicuramente nasco e sono una cantante.” Quali sono i tuoi progetti futuri? “Voglio tornare quanto prima sul palco e voglio promuovere il mio disco a chi ha voglia di ascoltare e non solo di sentire. Uno dei miei obiettivi è rivolgermi ad un pubblico sempre più vasto perché credo di avere qualcosa di importante di cui parlare e voglio farlo con tutta me stessa. Inoltre, mi piacerebbe anche fare cinema perché mi piace la potenza e il messaggio che le immagini possono dare.”