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Musica da leggere

di Daniela Vellani

Numero 209 - Aprile 2020

In libreria “Antonio Onorato –Jazz e oltre”, saggio sul celebre musicista di Antonino Ianniello


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“Lascia che sia la musica a fluire liberamente da te, come quando si apre un rubinetto per far scorrere l’acqua”. -taglio-Sono parole di Antonio Onorato estrapolate dalla sua introduzione, “Musica e spiritualità” al libro “Antonio Onorato – Jazz e oltre” di Antonino Ianniello (Rogiosi Editore, 200 pagine, euro 14,00), recentemente pubblicato e con la prefazione di Imma Battista. Si tratta di una biografia speciale, una sorta di esaustiva e familiare intervista che l’autore ha effettuato riuscendo ad accompagnare il lettore in un viaggio multicolore e variegato nella vita del celeberrimo chitarrista, “il preferito da Pino Daniele”. Man mano che ci si immerge nella lettura sembra di sentire la voce di Onorato, vedere il solare sorriso, ascoltarne la musica unica e di grande atmosfera. Ianniello, suo grande amico, incontrandolo spesso in pizzeria, in un bar, in un caffè o in un’auto, è riuscito a tessere aneddoti ed esperienze di vita, interiorità e ideologie, pensieri e curiosità di un artista straordinario, dotato non solo di grande spessore culturale, ma anche di rara sensibilità. Il libro è ricco, interessante, intrigante ed emozionante. Stimola la curiosità e non solo consente di conoscere l’artista in profondità e apprezzarne le molteplici qualità, ma anche di arricchire le conoscenze sul mondo musicale da quello partenopeo a quello internazionale. È un’icona della musica e vanta apprezzamenti, amicizie e collaborazioni accuratamente riportate tra le pagine del libro: in primis Pino Daniele, suo grande amico ed estimatore, e poi nomi del calibro di Franco Cerri, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Ennio Moricone, Tonhino Horta, Eddy Palermo, Miles Davis, George Benson, Enzo De Caro, Fausto Mesolella. I suoi numerosi viaggi, effettuati malgrado la paura del volo, gli hanno, infatti, permesso di venire a contatto con realtà musicali diverse che hanno contribuito a fargli accrescere la sua cultura musicale, confluendo in un sound originale e riconoscibile. Così tra racconti e interessanti citazioni si effettua un excursus tra i suoi album, i suoi concerti, le sue celebri melodie, tra cui la coinvolgente e magica versione della “Tammurriata nera”. Naturalmente nei diversi capitoli non potevano mancare i riferimenti ai suoi punti di riferimento: Jimy Hendrix e Pat Metheny. Quest’ultimo, definito da lui “guitar hero”, ha rappresentato un determinante imprinting musicale e che gli ha consentito di “indossare” le ali per andare “oltre”, raggiungere nuovi lidi e illimitati orizzonti artistici. Ecco la testimonianza di Pat riportata dall’autore “Ormai conosco Antonio da circa vent’anni ed oltre ad essere uno straordinario musicista è anche un mio vero amico… -taglio2-grazie alla sua continua ricerca ha lavorato duro e con grande ostinazione. Credo abbia raggiunto ampiamente una sua forte identità. Un esempio? È l’unico chitarrista ad usare la chitarra a fiato che offre risultati acustici davvero singolari” (Pat Metheny). E a proposito di chitarre non poteva mancare un capitolo dedicato alla sua ampia collezione, con storie annesse. “Se potessi, comprerei chitarre continuamente, perché sono innamorato di questo meraviglioso strumento. Io sono gibsoniano.” Effettivamente “l’indio corallino” ne possiede tante, al punto da averne perso il conto: Gibson 175 Thinline, Variax Line 6 acoustic (Guitar Angel), Ibanez doppio manico, chitarra a fiato Yamaha G10 (breath guitar), Hamer elettrica, Martin Shenandoah, Guild Parlor, Fender Squier Guitar Bass IV, iPad guitar. Il libro è corredato da artistiche fotografie che ritraggono “l’indio vesuviano” sorridente e abbracciato alle sue chitarre. Come si legge, spesso il musicista viene definito indio e l’autore ha evidenziato anche questo aspetto. Onorato è infatti molto attratto dalla cultura dei nord americani indigeni e nel corso dei suoi viaggi li ha incontrato riscontrando con loro empatiche affinità emotive, culturali e somatiche. I capitoli, dunque, sono numerosi e tutti di grande interesse. Partendo dalle fonti di ispirazioni, la stanza magica e il suo amato paese irpino di origine, Aquilonia, mettono in evidenza la cultura sconfinata dell’artista, la sua curiosità e voglia di conoscere e sperimentare, le sue ricerche e le sue passioni: luoghi dell’anima, episodi “esoterico misteriosi”, chitarristi, musica jazz, musica sinfonica e Mozart, degenerazione della musica, musica come energia divina, guerre e relativi “burattinai”, amore, religioni, Dio, extraterrestri. Non mancano descrizioni di paesi extraeuropei in sui si è recato per tournée, per scopi culturali, per impegni umanitari a scopi pacifisti: dall’Africa alle Americhe e all’Asia. Nella parte finale del libro sono riportate numerose testimonianze di personaggi importanti del mondo dello spettacolo e giornalistico, tra cui anche quella del cugino, il sassofonista Pasquale Innarella che è stato una importante guida aprendogli le porte del grande jazz. Tutti concorrono nel delineare una figura di artista unico, originale, maturo e ben piantato, di grande generosità e buon cuore, dalla musica senza confini che passa dal jazz alla world music, dal folk al pop, capace di emozionare con la sua passione ed i suoi sogni.





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