Da Morricone a Schubert, la magia dei concerti estivi dell’Associazione Scarlatti di Napoli a Villa Pignatelli
Nei giardini di Villa Pignatelli a Napoli si è svolta la seconda edizione della rassegna estiva “Musica sotto le stelle”, a cura dell’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campani. Protagonista dell’inaugurazione - eccezionalmente al Teatro delle Palme, causa maltempo - -taglio- è stato il pianista Roberto Prosseda, con un omaggio a Ennio Morricone e alla sua “musica assoluta” (cioè non destinata al cinema): a cominciare dal trittico “Invenzione, Canone e Ricercare”, del 1956, che rivelava la perizia contrappuntistica di un giovane autore fresco di diploma in composizione con Petrassi: il rimando alla tradizione era esplicito, preceduto e avvalorato da altrettante Invenzioni a tre voci di Bach, per un unicum concepito senza soluzione di continuità, come un dialogo ininterrotto e speculare fra passato e presente, antico e moderno. Più sfumati gli accostamenti con la poetica romantica, legati più che altro a sentimenti e stati d’animo affini: così, le due romanze di Mendelssohn (op. 67 n. 5 e op. 53 n. 5) erano associate rispettivamente al “Deserto dei Tartari”, col suo tempo rarefatto e sospeso, e a “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, qui individuando una sorprendente analogia nella stessa cellula ritmico-melodica originaria; mentre fra gli Improvvisi op. 90 n. 1 e n. 2 di Schubert si inseriva, quasi gemmazione spontanea, la sapiente e audace sperimentazione su timbriche e dinamiche estreme, condensate nei due Studi per pianoforte di Morricone. Visioni di puro suono e struggente rimpianto accomunavano la seconda Ballata di Brahms e “La leggenda del pianista sull’oceano”, per concludere con i ritmi scompaginati e ironici di “Rag in frantumi”. Il Quartetto d’archi Mitja (Giorgiana Strazzullo e Pasquale Allegretti Gravina ai violini, Carmine Caniani alla viola, Veronica Fabbri Valenzuela al violoncello) ha eseguito l'unico lavoro di un ventisettenne Maurice Ravel scritto per questa formazione, con dedica al “caro maestro” Gabriel Fauré: dall’influenza di quest’ultimo, probabilmente, derivava la tendenza a smussare ogni asperità e a evitare un modernismo fine a se stesso, ma l’originalità dello stile era già inconfondibile, pienamente restituita da un’esecuzione tesa e vibrante; si univa il violista Francesco Solombrino nel Quintetto in sol maggiore op. 111 di Brahms, per un tripudio sonoro di respiro quasi sinfonico. Il pianista napoletano Lorenzo Pone è stato allievo prediletto del grande Paul Badura-Skoda, che lo ha definito “suo erede e figlio spirituale”: -taglio2-a una meticolosa ricerca timbrica ed espressiva nel Preludio, Fuga e Variazione di César Franck faceva da contrasto l’immediatezza e il sorriso della Sonata K 330 di Mozart; seguivano quattro nobili Mazurche di Chopin, per chiudere con l’esplosione di luce e colori del più immaginifico Debussy: Bruyères, La sèrènade interrompue, Feux d’artifice. Brillantissimo il talento del ventunenne Ivos Margoni, violinista romano ma di formazione napoletana e attualmente allievo di Salvatore Accardo, accompagnato dal pianista Alessandro Stella, per un’intesa speciale e coinvolgente in cui hanno scandagliato musiche di Pilati (fra cui la Tammurriata, col suo Allegro smargiasso), Beethoven, la luminosa Sonata in sol maggiore op. 30 n. 3, e Grieg, l’irruente Sonata op. 45, tutta riecheggiante temi e folclore norvegesi. Il Quartetto Eos è nato fra le aule del Conservatorio Santa Cecilia di Roma nel 2016 dall’incontro di quattro giovani musicisti: Elia Chiesa e Giacomo Del Papa ai violini, Alessandro Acqui alla viola, Silvia Ancarani al violoncello. Suonano con anima e con passione, come ci si aspetta quando si hanno tra i venti e i ventiquattro anni, e fanno parte degli ensemble giovanili italiani che hanno invaso gioiosamente i luoghi più suggestivi d’Italia nella kermesse all’aria aperta “Musica con vista”, a cura del comitato Amur e “Le Dimore del Quartetto”. Hanno splendidamente eseguito il primo dei 6 quartetti di Mozart dedicati a Franz Joseph Haydn e il celebre quartetto “La Morte e la Fanciulla” di Schubert. Altro tema portante della rassegna è stato il Progetto Beethoven, nella ricorrenza del 250esimo anniversario della nascita del grande musicista tedesco, con l’esecuzione integrale delle 32 Sonate per pianoforte in 10 concerti, affidata a 18 giovani talenti provenienti dal Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, evento realizzato con il sostegno della Fondazione Emiddio Mele e il patrocinio morale del Goethe Institut Neapel.