Il compositore e chitarrista jazz Enzo Amazio ha pubblicato il nuovo album “Napoli’s Walls” con una new band di sei elementi
Jazzista di lungo corso, Enzo Amazio, musicista e compositore prolifico, ha da poco pubblicato il nuovo album, “Napoli’s Walls”, per la Unicorn Records di Pietro Paluello. Amazio, oltre agli studi classici, si è specializzato in chitarra jazz. Dopo un periodo di attività concertistica (musica da camera e solistica) ha intrapreso definitivamente la strada del jazz. -taglio- Ha collaborato, tra gli altri, con Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Gabriele Mirabassi, Aldo Vigorito. Coordina l’Orchestra Jazz Partenopea di Pino Jodice e Giuliana Soscia. Attualmente suona in diverse formazioni jazzistiche. Tanti album all’attivo. Il nuovo “Napoli’s Walls”, comprende otto brani strumentali ed uno cantato, tutti composti e arrangiati da Amazio; il testo di “I know You”, un bel blues, è scritto e cantato da Graziano Galatone. “Nei brani di questo disco composto da Enzo Amazio – scrive nelle note di copertina Paluello – e benissimo suonato da un gruppo di esperti e pregevoli strumentisti di grande professionalità, c’è molto, e sicuramente tanto, di quello che quasi ancestralmente si riverbera nel folklore popolare della musica napoletana. (…) Piacevolissimo jazz che affonda la propria singolare personalità nei più ricchi innervamenti della cultura musicale napoletana”. Con Amazio alle chitarre suonano Diego Borotti, al sax soprano, Aldo Capasso al contrabbasso, Igor Caiazza alla batteria, Graziano Galatone, voce, Paolo Iannarella al flauto, Giacomo Riggi al pianoforte. Brani delicati/potenti, tra jazz e swing, tra tarantella e blues: “Pignasecca”, “Porto di mare”, “Brasileiro”, “Portalba”, “Via Caracciolo”, sono eleganti melodie jazz dal sapore partenopeo/universale, che hanno triturato il sound di Pat Metheny e Lyle Mays, ma anche dei maestri Toots Thielemans e Gary Burton, Claude Bolling e Michele Legrand. Le composizioni, tutte originali, dagli eleganti fraseggi e virtuosismi delle chitarre e dei vari strumenti, fanno vivere l’atmosfera e la storia della grande musica della città di Napoli e insieme sono senza tempo né luogo. Un ottimo ensemble affiatato che regala emozioni, con il tocco da maestro di Amazio che coniuga rigore e libertà compositiva, offrendo, nei live, magnifiche improvvisazioni chitarristiche. Quando ha iniziato a comporre “Napoli’s Walls”? “Ho iniziato a comporre i brani del disco alcuni anni fa. Per me un elemento essenziale è la contaminazione con i suoni della mia terra ma anche i ritmi. Questo penso sia importante per un musicista di jazz. -taglio2- Mantenere un contatto con le proprie radici fa sì che la tua musica possa essere ascoltata nel mondo con un certo interesse. Infatti le differenze tra il jazz americano ed europeo piuttosto che africano o indiano sono evidenti e questo, penso, sia una buona cosa. Ancor di più mi piace ascoltare il jazz dove si avverte la contaminazione della tradizione canonica afroamericana con la cultura dell’artista che lo esegue. Nel mio caso è facile perché Napoli offre una miriade di possibilità sonore ritmiche ed armoniche che del resto conosciamo tutti, per non dire tutto il mondo”. Lei ha registrato tanti album in diverse formazioni jazzistiche e con vocalist: come è avvenuta la scelta della New Band che suona con lei nel cd? “La scelta dei musicisti è stata naturale. Semplicemente ho chiamato innanzitutto grandi musicisti ma anche grandi amici che avevano già sposato il mio modo di vedere la musica, anche nei live. Igor Caiazza, Aldo Capasso e Paolo Innarella sono campani e abbiamo condiviso le stesse esperienze. Nel caso di Giacomo Riggi, Diego Borotti e Graziano Galatone, non nativi della nostra terra, direi che la spiegazione è una sola: sono dei grandi musicisti aperti che hanno capito che la caratteristica ed il futuro del jazz è ed è sempre stata la ricerca, in tutti i suoi aspetti. Questo è sempre stato l’elemento che fa in modo che un artista si possa definire tale e non un semplice divulgatore accademico di un certo linguaggio”.