Antichissimo luogo di culto sulla cima del Partenio
Roberto De Simone sostiene che da sempre le popolazioni del territorio vedevano nelle due montagne: il Vesuvio, la montagna di fuoco e il Partenio la montagna di neve, i due poli opposti in cui la Madre Terra manifestava la sua potenza e a lei offrivano venerazione.-taglio- In effetti, fin dai tempi dei tempi, verso il massiccio montuoso del Partenio avevano luogo i pellegrinaggi in onore della Dea Cibele: Madre della Montagna, antica divinità anatolica, già venerata come Grande Madre sul monte Ida presso Troia. Dea dei luoghi selvatici, simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della Natura. Virgilio riferisce che nei pressi di Avellino, là dove oggi sorge il santuario di Montevergine, a 1528 metri di altitudine, si trovava un tempio a lei dedicato. Catullo a sua volta racconta che, durante i festeggiamenti alla dea, i Coribanti, eunuchi vestiti da donna, suonavano tamburi, cantavano in una sorta di estasi orgiastica e alcuni arrivavano ad evirarsi con pietre appuntite. Va ricordato che ancora oggi Montevergine è luogo di culto per omosessuali e transessuali, che ogni anno, in occasione della festa della Candelora, vi si recano per accendere una candela in omaggio alla Madonna. Per il fenomeno del sincretismo religioso nel passaggio al cristianesimo, infatti, il luogo fu trasformato in sede del culto a Maria, in un’icona di origine bizantina modificata nel tempo. La fondazione, di cui quest’anno si sono celebrati 900 anni, va attribuita a San Guglielmo da Vercelli, raffigurato in compagnia di un lupo da lui addomesticato (lupo: hirpus, da cui irpino), considerato il patrono dell’Irpinia. Dove prima accorrevano i fedeli di Cibele, fu eretto un tempio cristiano e si trasformò in meta dei devoti alla Vergine. La “juta”, cioè l’andata a Montevergine da tutto il sud, ma in particolare da Napoli, che una volta si realizzava a piedi o su appositi carretti addobbati, e più tardi su auto infiocchettate, oggi avviene in autobus gran turismo. Hanno manifestato venerazione verso la Madonna di Montevergine tutte le dinastie che hanno regnato su Napoli. Lì aveva chiesto di essere sepolto Luigi di Taranto, il secondo marito della regina Giovanna I d’Angiò, lì si recavano per rito i reali, specie i Borbone, Ferdinando I e Ferdinando II. Questi volle migliorare il percorso a piedi che saliva da Ospedaletto e creare nella parte finale le Stazioni della Via Crucis in travertino. -taglio2- Durante l’occupazione nazista, la Sacra Sindone da Torino vi fu segretamente trasferita e nascosta sotto un altare. Nella chiesa più piccola e preziosa è esposta la venerata icona che di recente è stata restaurata, per un costo di più di 300mila euro, che ha riportato allo splendore originario l’oro della campitura e i colori del volto della Vergine. Sono tre le chiese, contigue e di grandezza crescente, edificate per accogliere il crescente afflusso di fedeli. Oggi si può raggiungere con una comoda rotabile panoramicissima e piena di curve, sempre ben manutenuta, al punto di essere spesso tappa del giro d’Italia, oppure con la funicolare che parte da Mercogliano, la cui costruzione, iniziata nel 1882, è stata completata solo nel 1956, dopo la forzata interruzione delle due guerre mondiali. La salita con la funicolare, ripidissima, causa una forte emozione: si vedono dall’alto profondissimi canaloni e pendii terribilmente scoscesi. Il massiccio del Partenio, che raggiunge nel suo punto più alto i 1598 metri, è percorso in alta quota da una strada realizzata una cinquantina di anni fa che si raccorda con delle diramazioni a ciascuno dei vari paesi a valle. Parte dal comune di Pannarano e vi è ubicata la sorgente dell’Acqua di Vena, da cui sgorga ininterrottamente acqua freschissima e leggera. Prosegue su Pietrastornina, S. Angelo, Summonte, Ospedaletto, Mercogliano. La strada, asfaltata con sistema drenante, attraversa meravigliosi boschi di castagni che si estendono fino a valle, dove nei borghi di Ospedaletto e di Summonte ogni anno ha luogo la Sagra della Castagna che propone, oltre a castagne in varie ricette, torrone, nocciole, ottimi piatti locali: lagane e ceci, frutti porcini, carni e salsicce. Passando più in alto tra i boschi di lecci, la strada si apre su un bellissimo ampio pianoro, detto Campo di Virgilio. Virgilio Parthenos: vergine, considerato nel Medioevo mago e genius loci, si dice che vi andasse a raccogliere erbe medicamentose. Il luogo d’inverno è coperto di neve e ospita fauna selvatica. D’estate accoglie folte greggi di pecore con i loro cani pastore, mentre nelle vicinanze, al Campo di Summonte, pascolano per l’alpeggio estivo varie mucche dal cui latte viene prodotto in loco un ottimo caciocavallo podolico. Detta strada prosegue fino al Santuario e ai ripetitori lassù collocati e si accorda con la rotabile che arriva ad Ospedaletto.