Intervista al grande stilista che ci ha parlato dei suoi vari progetti e della mostra “Anna Piaggi - Parole e Taffetà” che l'ha visto coinvolto come stylist
Nel corso delle ultime edizioni di “Milano Unica” e “Lineapelle” è stato presentato un progetto culturale molto importante promosso da MinervaHub: si tratta di “Anna Piaggi - Parole e Taffetà”,
a cura della giornalista ed esperta di moda Daniela Fedi. Nata a Milano il 23 marzo 1931, Anna Piaggi è stata una grande poetessa del vestire, capace di leggere abiti e accessori come libri, iscrizioni, fonti di un sapere universale. Anna scoprì l’immenso potere del look ad appena 4 anni, quando sua madre la vestì con un costume da olandesina per una festa di Carnevale. Anna non volle indossare altro nei giorni seguenti e in quel momento nacque la sua magnifica ossessione per l’immagine costruita ad arte grazie a un continuo assemblaggio di dettagli speciali. Proprio per questo MinervaHub, principale Gruppo industriale italiano del settore moda specializzato in finiture, materiali e processi all’avanguardia per accessori fashion-haut de gamme, ha deciso di organizzare una mostra su questa donna straordinaria e sul suo incredibile lavoro di collisione tra l’abito, il cappello, le scarpe, i gioielli, il bastone e quel che stava vivendo/scrivendo in quel momento storico. In esposizione 150 capi raccolti da Jacopo Tonelli per JATO 1991, azienda del Gruppo MinervaHub. Il direttore artistico di MinervaHub ha poi integrato questa accurata selezione con altri vestiti e accessori recuperati dall’Associazione Culturale Anna Piaggi. Un fondamentale contributo alla mostra è stato dato dallo stilista Mirko Tomei, amico e collaboratore di Anna Piaggi, anche autore della locandina, che noi abbiamo intervistato. Non possiamo fare a meno di partire dalla mostra “Anna Piaggi Parole e Taffetà”: com'è stato coinvolto? Qual è il lavoro che ha svolto? “Per questo progetto, fortemente voluto da Minervahub, sono stato coinvolto da Jacopo Tonelli e sua madre Giorgia che già conoscevano il rapporto tra me e Anna, essendo loro proprietari di una parte dell’archivio esposto hanno pensato di coinvolgermi in veste di stylist per ricreare gli outfit con i criteri che avrebbe adoperato Anna.” Quanto sono importanti oggi progetti culturali come questo di MinervaHub?
“Oggi la moda ha bisogno di essere raccontata per trasmetterne il valore intellettuale, mi sorprende molto il desiderio del pubblico di riappropriarsi del racconto che circonda un capo o una collezione, c’è grande voglia di ritrovare L’Allure di un concetto in un’epoca sommersa da “prodotti”.” Dopo “Milano Unica” e “Lineapelle” proseguirà il percorso della mostra su Anna Piaggi? “C’è un idea riguardo alla mostra che la vorrebbe di nuovo visitabile in forma completa, accogliendo l’intero archivio di Anna ma è ancora prematuro parlare di dettagli.” Che legame aveva con Anna Piaggi? “Anna era un amica che apprezzava il mio talento, mi ha sempre considerato uno Stilista e mi poneva sullo stesso piano dei più grandi, Anna riconosceva i creativi e non faceva distinzioni ci valutava per ciò che sappiamo fare, spesso mi chiedeva di completarle un look con alcuni capi o accessori altre volte mi occupavo di accorgimenti su capi couture che possedeva…” Secondo lei manca oggi una figura come la sua, sia a livello giornalistico che come modello di stile? “Manca perché non basta un look eccentrico per essere “Anna Piaggi” servono personaggi autentici, io credo che ci siano ma temo che il sistema moda non li voglia.” Come vede le attuali "icone della moda"? Non trova che ci sia meno libertà creativa e più eccentricità "studiata a tavolino"? E che mi dice del concetto di eleganza: si è perso o c'è ancora qualche speranza? “Abbiamo carenza di icone mi pare ovvio, non amo mai definire l’eleganza… l’eleganza è personalità è autenticità, credo che questa società abbia confuso la bellezza con la sensualità questo spesso genera look volgari ed estremamente banali niente è più brutto della mediocrità.” Personaggi più o meno noti di cui apprezza lo stile e che vorrebbe indossassero le sue creazioni? “Sono molti i personaggi che vorrei vestire ma non sempre sono famosi al grande pubblico, in questo momento sto cercando di rendere indossabili i miei sketch, sia che escano drappeggiati stampati su mikado da un corsetto, sia come bijoux.” A proposito delle sue creazioni: a cosa sta lavorando in questo momento? “Diciamo che sto rivedendo i miei cavalli di battaglia.”