Le vestigia antichissime di una località tra terra e mare, ripetutamente contesa, distrutta e ricostruita
Molti conoscono bene le località marine di Scauri e Marina di Minturno, sia perché frequentatissime mete di vacanze balneari che d’estate vedono quadruplicato il numero di abitanti che affollano le spiagge, sia per i numerosi resti archeologici tra cui gran parte dei resti dell'antica città-porto. -taglio- Tra questi: il teatro romano, del I secolo d.C. diviso nei tre settori “scaena, orchestra, cavea”, che accoglieva oltre 4000 spettatori, un tratto della via Appia “decumanus maximus”, con gli originali blocchi di lava basaltica. Importanti i resti del Foro Repubblicano (II secolo a.C.), del “Capitolium” dedicato a Giove, Giunone e Minerva, del Foro Imperiale, del Macellum, il mercato, delle “tabernae”, del complesso termale risalente al II secolo d.C. Il Museo, collocato negli spazi sottostanti alla “càvea” del teatro, raccoglie reperti ripescati nel fiume vicino, tra cui statue acefale, sculture, ex voto, epigrafi, monete, rinvenuti nel secolo scorso. Il moderno tracciato dell'Appia si interseca con le arcate dell'Acquedotto Romano, un tempo lungo circa 11 chilometri. La statua di Traiano, da cui sono state ricavate le repliche che si trovano a Roma, Ancona, Benevento, Londra, è stata rinvenuta proprio a Minturno. Verso la foce del Garigliano era ubicato il tempio dedicato alla ninfa Marica, divinità delle acque. L’antica città di “Minturnae” sorgeva infatti proprio presso il fiume Garigliano. Faceva parte in origine della Pentapoli aurunca. Nel 314 a.C. durante la seconda guerra sannitica, i Romani sconfissero il popolo aurunco e distrussero le città della Pentapoli. Fu rifondata come colonia romana nel 295 a.C. comprendendo l'odierna Scauri (già Pirae), con lussuose “villae maritimae” e una zona agricola e produttiva, lungo il fiume e sulle colline, dove si trovavano diverse “villae rusticae” o fattorie. La città venne nuovamente distrutta dai Longobardi tra il 580 e il 590. Dopo alterne successive vicende di dominazioni e distruzioni, la città nel frattempo chiamata Traetto, riprese nel 1879 l'antico nome di Minturno. L’intero territorio comunale conta oggi circa 20.000 abitanti ed è il terzo comune con maggiore densità di popolazione della provincia di Latina. Comprende le frazioni: Marina Di Minturno, Santa Maria Infante, Scauri, Tremensuoli e Tufo Di Minturno. Cimitero, Le Tore, Olivello, Pulcherini, San Marco, Solacciano, Tufo, Vaglia. Importante manufatto dell’ingegneria borbonica è il celebre ponte su Garigliano. Realizzato tra il 1828 e il 1832 su progetto di Luigi Giura, per volontà di Ferdinando II. -taglio2-Fu il primo ponte sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia e uno tra i primi nel mondo. L’attuale centro amministrativo con il municipio sorge nella zona medievale in collina e si affaccia sulla valle con una grande terrazza da cui si dominano le campagne circostanti e lo sguardo si allunga fino alla costa e al mare. La zona medievale conserva in parte il suo assetto originale di strette stradine e antiche abitazioni. Le più antiche vestigia della città medievale sono i capitelli e i pilastrini del sec. IX, e poi gli avanzi di amboni del '200 e altri reperti cinquecenteschi che compongono il pulpito della cattedrale dedicata a S. Pietro, ricostruita nel sec. XII, rimaneggiata e ampliata nel XVII. La colonna del cero pasquale, ornata come i parapetti degli amboni di mosaici, è del 1270. Nella cattedrale da notare la cappella del SS. Sacramento costruita nel 1587 e decorata nel secolo successivo. Di notevole interesse Il Castello, rifatto nel secolo XIV, che fu della famiglia dell'Aquila prima, poi dei Carafa. Nella chiesa della SS. Annunziata dal bel portale quattrocentesco, restano frammenti d'affreschi del sec. XIV e XV nella vòlta absidale: il Redentore, gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa, nelle pareti: la Crocifissione, la Vergine col Bambino, i Santi; altri più rovinati, ma non meno interessanti, sono visibili nella sagrestia: S. Cecilia, S. Rocco. Un ricco portale marmoreo cinquecentesco si trova nella casa comunale. Una graziosa casina del secolo XV, che probabilmente apparteneva agli stessi Carafa e serviva come luogo di liete adunate, sorge a pochi passi dal paese. La fertile campagna circostante produce abbondanza di frutta, vino, olio, ortaggi e cereali di grande qualità. Patrona della città di Minturno è la Madonna delle Grazie che si festeggia il primo settembre. In varie manifestazioni. e donne del luogo indossano con grazia i pittoreschi costumi tradizionali. Un luogo, insomma, da visitare con attenzione, oltre il periodo balneare, per gli interessanti monumenti di epoca romana e medievale che testimoniano di un’antica grandezza e ricchezza.