affascinanti immagini immortalate dall’ obiettivo di Mimmo Jodice
Memorie e miti, schegge del passato e indelebili segni del presente, luci morbide e ombre misteriose, il rigoroso bianco e il nero profondo, formano le affascinanti immagini immortalate dall’ obiettivo di Mimmo Jodice (1934, Napoli). -taglio- Uno dei più grandi maestri della contemporanea fotografia italiana, autore di eleganti e inconfondibili immagini legate al mondo antico, per anni docente di Fotografia all’ Accademia di Belle Arti di Napoli, partenopeo di nascita, ma dallo sguardo e dalla mente cosmopolita. Un’ Artista per il quale, la sua città natale rimane sempre un saldo e indiscutibile punto di riferimento: una fonte di continua e inesauribile ispirazione, un luogo del cuore, un alchimico crogiolo in cui la reale materia visiva si trasmuta magicamente per produrre nuove immagini piene di struggente poesia. Sin dagli anni Sessanta, Jodice, attraverso le frequentazioni con i grandi artisti delle avanguardie mondiali (Warhol, Beuys, De Dominicis, Paolini, Lewitt, Kounnellis, Nitsch), viene a contatto con le nuove sperimentazioni e immediatamente diventa protagonista attivo e instancabile del vivace dibattito culturale, che in seguito porta alla veloce crescita e forte affermazione della fotografia italiana, ponendola all’ attenzione mediatica e facendola conoscere alla critica internazionale. I suoi esordi sono caratterizzati da una articolata ricerca artistica incentrata sulla sperimentazione di nuove possibilità espressive del linguaggio adoperato, sui nuovi codici, sulle tecniche, sui concetti. Gli anni successivi, portano l’Artista alla profonda indagine sugli scottanti temi sociali, sui mali delle periferie di Napoli e del Sud d’ Italia, sulla complessità del paesaggio contemporaneo, soprattutto, delle grandi città del mondo. La sua fotografia sociale ed antropologica non si colloca mai però nel quadro del reportage tradizionale e di denuncia. L’ attenzione di Jodice si concentra più sullo scenario che sull’ evento, per studiare e mettere in risalto il valore simbolico della luce e degli spazi nei quali si muovono le figure. Jodice, fotografo sensibile e attento, da sempre pone una particolare attenzione all’ approfondimento del tema delle nostre origini, indissolubilmente legate al Mar Mediterraneo: un mare unico, ventre e laboratorio di storia e di cultura, di incontri, di scontri e di continui confronti. Nei singolari scatti del fotografo napoletano, la narrazione del mare come luogo assoluto nei suoi inediti aspetti, assume un ruolo privilegiato.-taglio2- Raccoglie le riflessioni più profonde, nelle quali si intrecciano due grandi temi: da una parte, la visione del mare come spazio e luogo del vuoto, dell’assenza del paesaggio e dall’ altra, della sospensione temporale, del silenzio come risposta al caos della vita contemporanea. Con una grande sensibilità, Jodice si guarda lentamente intorno e cerca con il suo obiettivo le tracce del passato, volgendo spesso lo sguardo verso l’arte antica e i suoi reperti, testimonianze tangibili e unici resti delle antiche civiltà. Il motivo ricorrente della memoria, del ricordo, la persistenza del passato nel presente, attraverso la rappresentazione di frammenti di corpi e di volti di sculture della classicità, spesso per secoli conservate negli abissi e trasformate dall’ acqua, nel suo nuovo aspetto danno luogo a considerazioni inedite, permettono di portare a piena espressione i sentimenti e le emozioni, forse da sempre celate. Nell’ età di piena maturità artistica ed emotiva, le immagini coincidono pienamente con le emozioni. Le figure e le storie degli uomini escono di scena e nelle fotografie resta soltanto la città vuota, come contenitore metafisico, il paesaggio diventa pura memoria, la realtà si fa sogno. La mostra, recentemente inaugurata al MAXXI di Roma, comprende un nucleo di lavori acquisiti dal museo e dedicati alla serie intitolata “Mediterraneo”. Ogni opera, il suo risultato finale, mette in luce l’articolato percorso di creazione, l’unicità di ogni stampa, la complessità di questo processo, raccontato dallo stesso autore in un video inedito prodotto dal Museo di Capodimonte di Napoli. Sessant’ anni di ricerca continua, lunga e travagliata, un lavoro immenso e singolare, che ha permesso all’ Artista di elaborare uno stile inconfondibile, immediato e facilmente riconoscibile, personale ed intimo, dove la fotografia non è più soltanto il mezzo descrittivo tradizionale, ma diventa un vero e singolare strumento creativo, frutto di sensazioni e irripetibili emozioni.