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Meglio “piuttosto”

di Paola Ratti

Numero 211 - Giugno 2020

Il giovane cantautore milanese Andrea Piscina ci svela com'è nato “Pensieri da balcone”, singolo perfetto per fare da colonna sonora al periodo che stiamo vivendo


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Quante volte, durante il lockdown, vi siete affacciati al vostro balcone a riflettere? Indubbiamente tante. È per questo che piace “Pensieri da balcone”, il nuovo singolo del cantautore milanese Andrea Piscina, diventata colonna sonora perfetta per il periodo che stiamo vivendo. E pensare che l'aveva scritta tempo fa. Ce lo racconta direttamente il giovane artista.-taglio- Come nasce il singolo "Pensieri da balcone"? “Nasce nella primavera 2017, l'anno della mia maturità. Voleva rappresentare il mio stato d'animo in quei giorni chiuso in casa a studiare, dove sembrava che i problemi fossero insormontabili, i consigli per superarli troppi, e la voglia di ascoltare quei consigli decisamente poca. E' in quel momento che mi sono chiesto: 'Ma devo per forza risolverla questa situazione? Non posso semplicemente stare male, senza che nessuno mi giudichi per questo?'. Sia ben chiaro, l'intento non era quello di abbattermi, ma di affrontare la questione da solo, aggrappandomi all'unica cosa che riusciva a darmi spensieratezza: la sigaretta sul balcone. Quale metodo migliore per staccare i neuroni?” Come hai vissuto il periodo di lockdown, da ragazzo di vent'anni e da artista? “Tutto sommato bene, a farmi andare avanti sono state la speranza e il pensiero che tutto sommato stare chiusi in casa non è nulla di così estremo. Le cose che mi sono mancate di più sono state le partitelle di calcetto la domenica e la Serie A, anche se da milanista avrei sofferto comunque! In un certo senso un grande aiuto me lo sono dato da solo, riscoprendo, appunto, 'Pensieri Da Balcone': da anni era chiusa in cantina, e inaspettatamente si è riscoperta attuale. Sembra proprio che parli di quarantena.” Secondo te lo streaming e i social sono diventati ancora più importanti per il mondo della musica? “Senz'ombra di dubbio. Ai social forse viene data troppa importanza, alla fine bene o male tutti tendiamo a salvare in playlist canzoni di artisti dei quali non conosciamo minimamente la faccia. Per quanto riguarda lo streaming invece penso sia un qualcosa di inevitabile: con la quasi scomparsa del fisico l'unica alternativa era quella della pirateria. I guadagni per gli artisti con lo streaming sono notevolmente diminuiti... ma, come si dice a Milano, 'Piutost che nient, l'è mei piutost.”-taglio2- La tua passione per la musica quando è nata? Quali sono i tuoi artisti di riferimento? “È nata il primo giorno di prima elementare. Quel giorno, infatti, il piccolo Andrea ha deciso di salire in piedi sul banco per mettersi a cantare 'Fin Che La Barca Va' (Oh sia ben chiaro, tutto il rispetto per l'artista, ma a 6 anni, Orietta Berti... lasciamo stare!). Ovviamente nota, convocazione genitori e destino segnato. La passione per la musica è poi continuata grazie a Max Pezzali, Davide Van De Sfroos, Pinguini Tattici Nucleari. Insomma, tutti pezzi da 90 del cantautorato italiano!” Di solito cosa ispira le tue canzoni? “In genere le mie canzoni vengono ispirate da esperienze e sentimenti reali, vengono scritte quasi di getto proprio nel momento in cui le sensazioni da raccontare sono più fresche. Mi piace fotografare i momenti nel modo più vero possibile.” Hai altri pezzi pronti nel cassetto, magari per un album? “I pezzi ci sono e sono tanti, tra i quali uno già pronto che uscirà a brevissimo. D'altra parte però la volontà è anche quella di scrivere per altri, cosa che tra l'altro nell'ultimo periodo sto piacevolmente sperimentando. Fare l'autore o il cantautore cambia poco, l'esigenza è quella di scrivere, il veicolo attraverso il quale la mia visione arriva non ha importanza!” Progetti per l'estate, Coronavirus permettendo? “Ora come ora fare progetti è inevitabilmente rischioso. Penso che questa estate, al di là di esami universitari, sarà all'insegna del vivere il momento. Io sono uno di quelli che un giorno si sveglia con l'idea di partire per l'Islanda il giorno dopo.” Sogni nel cassetto? “Poche idee, ma confuse. Di certo il sogno è quello di lavorare a vita nel settore del music business. Che poi sia come cantante, come autore, come giornalista musicale, come dipendente di un'etichetta discografica o come editore, poco importa.”





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