logo-rubriche

Mathelda Balatresi

di Joanna Irena Wrobel

Numero 236 - Dicembre-Gennaio 2023

L’Artista del tempo sospeso, delle immagini rarefatte dal tratto leggero, ma forti nel messaggio che trasmettono, Mathelda Balatresi


albatros-mathelda-balatresi

Fulmini scarlatti che con fragore squarciano l’aria, paesaggi visionari che svaniscono con le prime luci dell’alba, delicati volti femminili che diventano ritratti intrisi da una tristezza atavica, oggetti e segni che generano nuovi incanti, compongono un Universo privato: segreto e complesso. Parole e cose danno vita ad uno straordinario percorso artistico, che si snoda continuamente tra evocazioni e rivendicazioni. L’Artista del tempo sospeso, delle immagini rarefatte dal tratto leggero, -taglio- ma forti nel messaggio che trasmettono, Mathelda Balatresi (1937, Carcare, Savona), da sempre sorprende e stupisce. I suoi lavori sono caratterizzati da un linguaggio visivo chiaro e semplice, elegante e intrigante, sussurrato e allusivo, che richiede una continua concentrazione, una viva attenzione e una profonda riflessione. La Balatresi, toscana di origini, napoletana d’adozione, si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. La successiva esperienza nell’ambito del Gruppo XX (il cui nome fa riferimento ai cromosomi femminili), fondato nel 1977, diventa per lei uno spunto per una profonda analisi sul ruolo della donna artista nella società patriarcale e per una denuncia delle ineguaglianze tra generi: tutto in chiave lucidamente provocatoria e prepotentemente ironica. Pittrice, disegnatrice, scultrice e, ultimamente anche scrittrice, colta e sensibile, silenziosa e riservata, lontana da correnti e mode, non ha mai perso la propria identità artistica, sviluppando traiettorie di indagini autonome. Gli esordi negli anni’60, portano alla luce le prime opere astratte dalle calde tonalità delle terre, stese su superfici scabrose con ampie campiture trasparenti e velature leggere. Successivamente, la sua ricerca si indirizza verso una personale reinterpretazione del linguaggio pop. Gli echi di guerre nel lontano Oriente, i tumultuosi anni della contestazione, i repentini cambiamenti degli equilibri di vita sociale italiana, danno origine ad una serie di opere dal forte sapore di denuncia, soprattutto della precaria condizione femminile. Nascono così, dipinti dalle cromie tenui e dalla straordinaria tecnica dal tratto impercettibile e vellutato, che affrontano temi scomodi, spesso sottaciuti, legati strettamente all’Universo della Donna. La disparità dei diritti, la mancanza di libertà di espressione ed economica, le violenze quotidiane tra le mura domestiche, trovano espressione in numerose opere pittoriche intitolate “Anime”, nonché nei surreali paesaggi popolati da una sorta di donne-lumache, ripiegate su sé stesse sotto il peso gravoso della propria casa. -taglio2- Le molteplici “anime”, per Mathelda Balatresi sono forza e principio vitale, un impercettibile soffio del vento divino che dà vita ad un corpo sensibile. Di corpi sensibili sono fatti anche i suoi numerosi scenari, lievi nei toni acquerellati e tragici nel messaggio che vogliono trasmettere. Attraverso le proprie opere, l’Artista si fa portavoce di quella parte della società, che non accetta soprusi, le ingiustizie e le malvagità umane. Ritratti immaginari dei “Buoni” e dei “Cattivi”, delle “Donne che piangono” e delle “Donne che ridono”, l’eleganza dei fiori del Male, che diventano “Mine in Fiore”, sono testimonianza della lotta personale nello sforzo di dare voce a quei figli e quelle figlie di un Dio minore, talvolta dimenticati da tutti. A sottolineare il proprio coinvolgimento emotivo, la Balatresi si è spesso identificata con personaggi femminili del mito e della storia: Danae, Athena, Ipazia, dedicando a loro interi cicli di opere pittoriche. Il suo lungo peregrinare attraverso la storia della civiltà contemporanea, approda molte volte tra le silenziose mura della propria casa, dove attraverso le luminose finestre si scorgono rami di alberi carichi di frutta e di fiori, vessilli di pace e di quiete conquistata. Pensiero profondo sul tempo che passa, trova lo spazio anche nell’ultima mostra, ancora in corso al Museo Madre di Napoli. Intitolata “Di fulmini, Dame e altre storie”, si basa su un dialogo ricco e poetico, che Mathelda Balatresi con maestria tesse con una giovane artista napoletana Veronica Bisesti. Un dialogo che lascia affiorare congiunzioni e contiguità e fa pensare alla grande armonia del colloquio stabilito tra le due artiste, che sembrano attraversate, pur a distanza di tempo, da un sentire straordinariamente affine.





Booking.com

Booking.com