È andato via troppo presto Massimo Cotto, storico giornalista musicale e firma stimata dall’intero settore. Il nostro ricordo, sentito, di un collega ed amico
Ricordavo qualcosa che Massimo Cotto aveva scritto a proposito della morte. Come tutti in questo momento storico ho affidato al web la mia ricerca: a 13 anni dalla scomparsa della famosa artista Amy Winehouse il nostro ha scolpito indelebilmente parole che ora dedico a lui. "We only said goodbye with words / I died a hundred times / You go back to her / And I go back to / I go back to us”.-taglio- "...Con il mondo a disposizione ti sei persa dietro a una nuvola. Chissà dove sei. Ogni volta che ti ascolto sembra che persino le tue canzoni se lo chiedano e ti vengano a cercare." (da un post di Instagram che Massimo pubblicò alla vigilia dei 40 anni dell'artista scomparsa.) Va bene, pugnalami ancora al cuore, Max... E sai cosa? Tra le lacrime accetto, anche se sei assente ingiustificato, sia ben chiaro, ma a te si perdona tutto. Non ti mando "a quel paese" giusto perché in quel Altrove ci sei già. Per chi non la conoscesse cerco di riassumere la ricca biografia di un uomo, padre, marito e un professionista di riconosciuto talento di cui leggerete. Nato ad Asti nel 1962, Massimo Cotto scopre la passione per la radio da giovane, quando a soli 16 anni ascoltando la voce di un deejay in macchina decide che questa sarà la sua strada. Il suo percorso professionale, iniziato nel 1983 come disc-jockey per la Rai a Torino, lo porta a diventare giornalista, conduttore radiofonico e scrittore.
Per molti anni, Cotto rimane legato a Radio Rai, dove conduce diversi programmi e ricopre ruoli significativi. La sua carriera si espande anche in televisione, dove lavora come autore per il Festival di Sanremo 2010, The Voice of Italy e Scalo 76 per Mara Maionchi. Diventa giornalista per testate prestigiose come L’Espresso e Billboard. Dopo essere passato per Radio 24 e Radio Capital a marzo 2012 inizia la sua collaborazione con Virgin Radio dove guadagna notorietà con il programma Rock Bazar, dedicato alle avventure dei grandi artisti rock. Muore il 2 Agosto 2024 ad Asti. Ci conoscevamo fin da giovani Max ed io. Era uno di quelli che aveva non una, ma dieci marce in più.-taglio2- Scherzava sempre, anche quando parlava sul serio. Da smarrirsi tra risate e sapienza. Un incedere tutto suo, dinoccolato all'inverosimile. Quando ha perso i capelli ha iniziato a rasarsi totalmente e a incorniciare lo sguardo con occhiali dalla montatura vivace, quasi fluo. Abbiamo lavorato insieme per importanti manifestazioni culturali della nostra città, Asti. Come ospiti: scrittori e giornalisti di tara nazionale. Lui sul palco a presentare, io Ufficio Stampa. Si consultava con me in caso di rari suoi dubbi, prendendo talvolta anche qualche appunto. Io ero stupita, perché Max era sempre "sul pezzo", mai una sbavatura. Eppure ci si confrontava e lui ringraziava...Poi saliva sul palco e rapiva ospiti, pubblico e me, come avrete capito. Faceva il tutto con una naturalezza che, confesso, gli ho sempre invidiato. La sua morte ha colpito l'intero panorama della musica italiana. Vasco Rossi lo ha ricordato con alcune foto sulla sua pagina Instagram. Sempre su Instagram Ligabue ha postato una storia in cui a una foto che li vedeva assieme commentando: "Ciao Massimo. Qui mancherai molto. Tu però continua a meravigliarti e a meravigliare". Pur non mancando di rispetto ai grandi del panorama musicale italiano ritengo umanamente imprescindibile la testimonianza della moglie Chiara Buratti: "ci siamo conosciuti che ero una ragazzina timida e astemia, abbiamo camminato insieme per 21 anni non sempre in salita ma avevamo ottime gambe. La cosa che più mi fa incazzare è che tu hai salvato me e io non ho salvato te". Sipario. Ma niente buio su Massimo Cotto. Da Lassù, da un Altrove, Max si starà facendo, comunque, una delle sue risate contagiose per far sì che nessuno venga preso troppo sul serio. Neppure lui.