Ripreso al Politeama il Masaniello di Tato Russo, attualmente interpretato da Francesco Boccia
Il debutto del musical ha avuto luogo il 21 febbraio e sarà in cartellone fino al 2 marzo ma l’intento dichiarato durante la conferenza stampa del giorno venti dai registi Renato De Rienzo e Maurizio Sansone è di costruire a Napoli,
possibilmente al Politeama, che offre spazi e boccascena adeguati a grandi spettacoli, una stabile del musical, di organizzare laboratori per formare e valorizzare i tanti talenti che questa “città della musica” offre, e di allestire presto un altro titolo. Questa produzione è imponente: «Un kolossal» lo definiscono gli stessi registi. Una compagnia di oltre 50 attori-cantanti-ballerini, 50 talenti in gran parte molto giovani in un’esibizione corale di grande impatto e armonia. Le musiche sono quelle originali firmate da Tato Russo e Patrizio Marrone. Il maestro è Enzo Campagnoli, il coreografo è Ettore Squillace, i costumi e la scenografia hanno la firma di Giusi Giustino e Tonino Di Ronza, gli stessi che lavorarono con Tato Russo. E sua è, ancora, la regia, che De Rienzo e Sansone hanno ripreso. All’epoca la sottoscritta reputò opportuno pubblicare ad uso didattico per le scuole un testo teatrale “Le giornate di Masaniello” che sintetizzasse e richiamasse i vari numerosi copioni scritti nel tempo fino alla versione di Eduardo, poi di Elvio Porta e Armando Pugliese e a quella di Tato Russo, insieme ad un’accurata ricerca sulle vicende del capopopolo in quei tragici dieci giorni di rivolta nella travagliata fase dell’occupazione spagnola. In merito allo spettacolo odierno, ricordando quello di Russo di tanti anni fa al Bellini, si può dire che l’attuale versione è ancora più coinvolgente e suggestiva. Merito certamente delle scenografie realizzate con proiezioni dei luoghi di Napoli dove si svolsero i fatti, delle coreografie appropriate e soprattutto della bravura degli attori cantanti. Non possiamo ahimè riportarli tutti e 50, ci limitiamo a segnalare Francesco Boccia (Masaniello), Federica De Riggi una eccellente Bernardina dotata di una bellissima voce; Lello Giulivo, interprete di grande e provata esperienza nelle vesti di Genoino, Aurelio Fierro jr. nella parte di un incisivo Marco Vitale; Maurizio Murano un indeciso borioso viceré veramente esilarante; Matteo Mauriello l’ambasciatore di Francia con tanto di accento francese. E soffermiamo la nostra attenzione sul protagonista Francesco Boccia, un quarantasettenne gioviale e garbato con una bella voce limpida e potente e capacità attoriali di chiara espressività. Egli è un cantautore diventato noto come autore della canzone “Grande amore” che con Il Volo ha vinto a Sanremo nel 2015 e della precedente canzone Turuturu, da lui cantata a Sanremo - Sezione giovani -, con Giada nel 2001. Nonostante i traguardi raggiunti si presenta sempre modesto e cordiale. Recentemente ha pubblicato un libro autobiografico con prefazione di Orietta Berti e postfazione di Don Backy in cui con semplicità racconta la sua vita altalenante tra ansie, speranze, insuccessi e infine successi e tanti nuovi progetti. Allo scopo di farlo conoscere meglio anche ai nostri lettori gli abbiamo rivolto alcune domande: Sei oggi un autore celebre grazie a “Grande Amore” e a “Turuturu”, brani conosciuti nel mondo. Parlaci della tua formazione musicale e dei tuoi inizi fino al successo conseguito con Il Volo. “Ho avuto la fortuna di nascere con un grande sogno, quello della musica, dell’arte. Fin da bambino ero attratto dal pianoforte di mia mamma, ci giocavo, ero curioso, mi piaceva tantissimo cantare, recitare e questo sentimento non si è mai spento anzi è cresciuto con me. Da adolescente ero timido con le ragazze e questo mi ha spinto a scrivere le canzoni per conquistarle, la prima l’ho scritta a 14 anni e da lì non mi sono fermato più. I miei genitori mi hanno lasciato seguire il sogno a patto che mi diplomassi e a 18 anni appena compiuti mi sono diplomato in ragioneria e dopo l’estate il sogno si realizzò...diventai il cantante di Domenica in con Mara Venier.
Finito il programma ho continuato la mia infinita gavetta fatta di musica dal vivo, di canzoni nuove da scrivere e tanti ma tanti no fino a quando non arrivò il mio primo Festival di Sanremo, quello di Raffaella Carrà. Portai una canzone dal titolo curioso... ‘Turuturu’ che si classificò al terzo posto ma che diventò un tormentone, un evergreen e poi un successo internazionale tanto che l’anno scorso è stata cantata anche dai Coldplay durante i loro concerti in Brasile. La mia carriera è stata una anomalia, una giostra infinita, un sali e scendi che ha formato l’uomo che sono oggi. Un sognatore di 47 anni che finisce una cosa e ne inizia un’altra, senza fermarsi mai, ancora con la curiosità e la caparbietà del bambino che fu. Nel 2003 scrissi una canzone, Grande Amore, volevo tornare a Sanremo ma ogni volta che mi presentavo venivo matematicamente scartato. 12 lunghi anni di no...eppure dentro di me ne ero certo. Avevo scritto un capolavoro e dovevo aspettare il momento giusto o il direttore artistico giusto. Arrivò nel 2015, Carlo Conti alla guida del suo primo festival ebbe la mia stessa visione e finalmente si creò l’alchimia. La mia creatura avrebbe partecipato al festival cantata da Il Volo...il resto è storia.” Raccontaci come sei approdato da autore (e anche cantante) di “Grande Amore” a protagonista del musical Masaniello. “Grazie al maestro Enzo Campagnoli, un fratello maggiore per me, un uomo e un musicista straordinario. Ci conosciamo da tantissimi anni, da quando partecipai a W Napoli nel 2003. Il nostro rapporto è cresciuto nel tempo soprattutto negli ultimi anni perché abbiamo lavorato insieme per Orietta Berti e per tanti spettacoli teatrali. Lui ha la capacità di vestire le mie canzoni con arrangiamenti meravigliosi e ogni volta riesce sempre a farmi commuovere. Lui mi ha proposto alla produzione per il provino per Masaniello e ha fatto lo stesso con Federica de Riggi e con Aurelio Fierro jr. A quanto pare ha avuto una grande intuizione perché siamo stati scelti tutti e tre! Lui ha il cuore di Masaniello, è il più rivoluzionario di tutti!” Come hai vissuto l’esperienza di interpretare un personaggio storico così iconico? “In maniera del tutto naturale. È come se questo personaggio mi stesse aspettando e studiandolo mi ci sono ritrovato. Masaniello sono io.” Lo spettacolo comprende un cast di circa cinquanta attori-cantanti. Raccontaci quali dinamiche si sono verificate nell’ambito di un gruppo tanto numeroso. “Si è creata una vera e propria famiglia da subito. L’amore è stato sempre presente e il talento e la voglia di riscatto e di crescita hanno reso tutto più intenso. 50 anime affamate dallo stesso obiettivo...fare il più bel Masaniello della storia! Ci sono stati tanti problemi, non è un musical, è un kolossal! Eppure sono avvenuti dei miracoli solo grazie alla bravura e al cuore di un cast eccezionale, dal primo all’ultimo, produzione e tecnici compresi.” Si parla del progetto di creare una compagnia stabile del musical a Napoli. Tu pensi di aderire a tale iniziativa nel caso si realizzasse o di continuare per la tua strada con concerti personali? “Come sempre mi farò in quattro per fare tutto...io devo sempre fare qualcosa, la testa mi scoppia di idee e la voglia di creare bellezza è tanta. Magari riuscisse questo progetto! Sarebbe veramente una rivoluzione culturale... tanti giovani talenti saprebbero dove andare e non si perderebbero sulla tastiera di un cellulare.” Quali sono i tuoi programmi per il futuro? “Di continuare a vivere la vita che voglio con tutte le sfumature, perché tutto è possibile. Di essere sempre curioso e di non smettere mai di crescere.”