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Martina Stella

Con un pizzico di follia

di Tommaso Martinelli

Numero 252 - Luglio-Agosto 2024

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Bravissima e sempre bella, l’attrice ci racconta questi primi vent’anni sulle scene, tra (tante) soddisfazioni e ancora (tantissimi) progetti per il futuro


È una delle attrici più amate dal grande pubblico e, avendo debuttato giovanissima, alla soglia dei quarant'anni ne ha già più di venti di carriera. -taglio-Martina Stella sarà uno dei volti di punta della nuova edizione di Marateale, festival del cinema che di anno in anno, grazie al costante lavoro del suo patron Nicola Timpone e di tutto il suo team, è diventato uno degli appuntamenti apprezzati da appassionati e addetti ai lavori della settima arte. In attesa di rivederla protagonista sul grande schermo, Martina si è raccontata a tutto tondo. Martina, tu hai debuttato al cinema, appena sedicenne, nel film cult di Gabriele Muccino "L'ultimo bacio". Quali ricordi conservi del tuo esordio? “Ho iniziato che ero molto giovane ma solo adesso, che ho una figlia di quasi 12 anni, mi rendo conto che in realtà sapevo già quello che volevo: l’impegno e il sacrificio hanno giocato a mio favore. Oggi, del mio esordio, conservo dei bellissimi ricordi e provo una grande tenerezza. Ovviamente ero giovanissima e ho avuto questa grande opportunità, il mio primo film dopo mio primo provino.” Come si riesce a gestire un successo così grande, come nel tuo caso, senza essere neanche maggiorenni? “Con la consapevolezza che ci sono momenti nella vita in cui ci si verificano situazioni fortunate e a quel punto ho cavalcato quelle possibilità, continuando sempre a studiare e lavorare.” Ai più giovani, oggi, quali consigli daresti? “Nel mio caso, ho iniziato a studiare a 8 anni in un laboratorio di recitazione per ragazzi e ho sempre avuto questo pensiero fisso, non ho mai cambiato. Al contrario, oggi vedo che molti ragazzi, anche mia figlia, ancora non hanno le idee chiare. Ognuno di noi ha un percorso diverso, gli artisti non si possono paragonare. Però non mi stancherò mai di ripetere che per sfondare sicuramente serve molto studio e aggiungerei anche un po' di fortuna, che non guasta mai.” Ripensando al tuo esordio, pensavi al futuro che ti aspettava o vivevi solo quel momento? “No, io speravo di avere delle possibilità di incontrare degli artisti che potessero seguirmi. Ovviamente, venendo da una realtà molto piccola di provincia, mai avrei pensato di avere le possibilità che poi ho avuto. Sognavo di viaggiare, di non rimanere là, perché come tutti i ragazzi avevo voglia di conoscere il mondo. Grazie a questo lavoro, devo dire che ho realizzato praticamente tutti i miei sogni.” Hai collaborato con straordinari professionisti: quali consideri le figure di riferimento della tua carriera? “Credo di averne avute tantissime, perché ho avuto la fortuna di lavorare con grandi maestri, da Gabriele Muccino a Pappi Corsicato, passando per Gabriele Salvatores. Ricordo ancora con emozione Pietro Garinei: a 18 anni al Sistina con “Aggiungi un posto a tavola”. Se ci ripenso, mi rendo conto che è stata un po' una follia. Debuttare su quel palco, con un ruolo importante senza aver mai cantato prima, con un maestro di canto come Armando Trovajoli, è stata una scuola pazzesca e una grandissima fortuna.” Se non fossi riuscita a sfondare come attrice, cosa pensi che avresti fatto? “Credo che se non avessi fatto l’attrice, avrei comunque fatto un lavoro che in qualche modo avrebbe avuto a che fare con la creatività e la fantasia. Sin da ragazza, mi interessava tutto il lavoro che c'era dietro un film, anche la sceneggiatura. Quella che mi è sempre piaciuto e affascinato è proprio la macchina del cinema, così come quella del teatro.” A Ginevra e Leonardo, i tuoi due figli, piacerebbe ripercorrere le orme materne? “Ovviamente in casa si parla del mio lavoro, quindi è ovvio che un minimo di attenzione e predisposizione c'è. Però si vedrà con il tempo: sicuramente non c'è una determinazione chiara come avevo io all'età, per esempio, di mia figlia.” I tuoi idoli? “Prima fra tutti: Monica Vitti, un'attrice dotata di un talento immenso con tutti i suoi toni e le sue emozioni. E poi amo tutte le attrici dal carattere forte che hanno saputo calarsi in tanti ruoli diversi tra loro.” Un regista con cui moriresti dalla voglia di poter lavorare? “Sono molto incuriosita dai registi giovani e professionali alle prese con opere prime che si rivelano sorprendenti e molto valide.” E tu con la regia ti cimenteresti? Molte tue colleghe, come Paola Cortellesi, ultimamente lo hanno fatto... “Sinceramente non credo di avere, almeno in questa fase della mia carriera, quella maturità necessaria per potermi misurare con una cosa del genere. Ci tengo a dire che ho amato tantissimo il film di Paola Cortellesi, che è stata bravissima.” A livello lavorativo, cosa bolle in pentola? “Ci sono dei progetti interessanti all'orizzonte ma, per il momento, non posso anticipare nulla. Posso solo anticipare che prossimamente sarò sul set di un nuovo film destinato al grande schermo.” Prima di tornare sul set, però, sarai tra i protagonisti del Marateale 2024, che si terrà in Basilicata dal 23 al 27 luglio. Che effetto ti fa? “Sono davvero molto contenta ed emozionata, perché si tratta di una manifestazione importante. Eventi come questi sono fondamentali anche per promuovere il cinema ma soprattutto i giovani che spesso non hanno la possibilità di ricevere l’attenzione di grandi professionisti che li possono aiutare poi anche a produrre o a realizzare un film. Ecco, manifestazioni come queste danno voce a questi ragazzi che magari hanno tante sceneggiature belle nel cassetto. Inoltre, c'è anche uno scambio tra artisti.” Il prossimo autunno, il 28 novembre, festeggerai 40 anni: un bilancio? “Non ha senso farlo adesso, al contrario lo farò proprio quando scoccherà l'ora, perché fino al giorno prima continuerò a dire 39 e non farò nessun tipo di bilancio (sorride, ndr).” E un bilancio dei tuoi primi 39 anni? “Beh, in questo caso posso dire che il bilancio, per il momento, è senz'altro positivo (ride, ndr).”

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