Mamo’s Band: otto componenti, dieci tra ospiti e special guest, tutti uniti da un’unica, grande passione: la musica
Dal 6 marzo sarà possibile ascoltare il nuovo, primo, disco della Mamo’s Band intitolato “Mamo o non M’amo”. Il gruppo è composto da tanti interpreti con alla guida Massimo “Mamo” Pedrani, dal quale prende il nome, e prodotta da Gigi Marrese. -taglio-Il lavoro, composto da 10 brani, nasce dalla voglia di artisti e musicisti, tutti confluiti nella numerosa Mamo’s Band, di realizzare un prodotto discografico originale per soggetti, parole e musica. Abbiamo intervistato Massimo Pedrani che ci ha raccontato gli inizi e le prospettive future della band.
Dove nasce l’idea di unirvi e incidere questo album?
“Guarda, è una lunga storia. È iniziata nel secolo scorso (ride). Da ragazzini, con alcuni amici, ci ritrovavamo a cantare e suonare insieme. Ognuno poi ha fatto il suo percorso, chi musicale e chi no. Ci siamo rincontrati e abbiamo deciso di unirci e incidere un album, anche in nome della nostra gioventù. L’idea è nata principalmente con Gigi Marrese, ci conosciamo da ragazzi e ci siamo ritrovati. Io scrivo i testi e lui ha ben pensato di musicare le mie parole. Lui ha avuto la geniale idea di non avere un solo cantante ma distribuire i miei testi anche agli altri, per dare l’occasione a tutti di cantare ciò che hanno dentro e che potevano esprimere tramite i miei testi.”
Come nasce il titolo dell’album “Mamo o non M’amo”?
“Mamo è il mio nome di battaglia, da quando ero piccolo, sincrasi di Massimo. Mamo non m’amo nasce da un gioco di parole sul mio nomignolo. Scrivevo già da ragazzo, quando cominciarono a chiamarmi così. Così, quando ci siamo rincontrati con gli altri, è sembrato il titolo migliore da dare all’album.”
Il disco presenta brani musicalmente eclettici. A chi vi siete ispirati?
“I miei testi nascono principalmente da ciò che ho dentro, il mio “sentiment” e dalla mia voglia di mettermi in gioco, alla giovanissima età di 65 anni. Io da ragazzo e ancora adesso ascolto e sono influenzato dai Beatles, De Gregori, Battisti, De Andrè. Ad esempio, ‘Gli ori di nade’ richiama fortemente De Andrè ma noi, lo dico con un po’ di presunzione, siamo la Mamo’s band (ride).” -taglio2- I testi sono molto delicati, oserei poetici. Chi ha lavorato alla scrittura dei testi?
“Io ho scritto la maggior parte dei brani. Ho dovuto compensare qualche lacuna musicale, quindi tutti gli altri mi hanno aiutato ad arrangiarli e modificarli in base alle esigenze musicali. Mi sento di ringraziare Luca marino, cantautore e partecipante a Sanremo giovani, che non solo è la nostra voce principale ma mi ha aiutato a modificarli ed arrangiarli.”
Ascoltando i brani e leggendo i titoli, sembra quasi che con questo album si riesca a raggiungere un’altra dimensione, più colorata, leggera, divertente. La musica per voi rappresenta questo?
“È vero. Sai cosa c’è? Ci abbiamo messo tutto. Loro mi hanno messo a disposizione tutta la loro professionalità. Io li ho coinvolti di più emotivamente e gli ho raccontato come e dove nascono i miei testi: guardando un tramonto, dal voler cantare le difficoltà di un amico, da un amore perduto. Loro hanno capito tutto questo e hanno fatto quello che potevano per mettere insieme i sentimenti, le immagini e trovare un modo per cacciarle fuori, esprimerle. Abbiamo fatto tutto con divertimento ma soprattutto con il cuore.”
Quali sono i vostri progetti futuri?
“Guarda noi avevamo in programma un mini-tour in Lombardia e a Milano. Siamo già pronti per partire quando sarà, ora ci atteniamo alle disposizioni dello stato per via dell’emergenza attuale. Ti dirò una cosa in grande sincerità: Ho già scritto e stiamo scrivendo delle cose fantastiche. Ciò che abbiamo fatto è già preistoria per me. Siamo pronti con una grande quantità di brani e siamo tutti molto motivati e pronti a partire con questo nuovo progetto. Un occhio al presente e uno sempre rivolto al futuro.”