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Luciano Ligabue & Massimo Cotto

di Silvia Giordanino

Numero 217 - Febbraio 2021

Una vita piena di successi, di soddisfazioni e di emozioni, raccontata da uno dei più importanti giornalisti del panorama musicale italiano. Un successo annunciato? Esattamente, ed è andata proprio così...


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Ecco a voi un grande successo editoriale tutto italiano: "È andata così - 30 anni come si deve" di Luciano Ligabue e Massimo Cotto, edito da MONDADORI. Si tratta non solo di una pubblicazione, ma di un cofanetto di musica e letteratura. Il rocker italiano, con la sua grinta, personalità e voce inconfondibile, è esattamente come l'autore dei testi: Massimo Cotto. -taglio-Quasi impossibile non averlo ascoltato per radio, con quel tipico giornalismo veloce e mai banale richiesto da tale mezzo di diffusione. Non si può non rimanere affascinati da quella voce calda, di velluto elegante, dolce. Vanta numerose collaborazioni con radio importanti e la pubblicazione di numerosi libri. Un artista delle parole, un grande intellettuale, un uomo dal cuore d'oro. Quest’opera a quattro mani con Ligabue, edita da Mondadori, è stata portata in gestazione prima e durante il primo lockdown, riuscendo in due giorni a diventare il libro più venduto, sia nelle librerie che su Amazon. Raccontaci un po’ la genesi di questo successo… “Luciano aveva voglia di raccontarsi per la prima volta in maniera completa e senza errori. Sono usciti molti libri su di lui, non sempre attendibili, quindi la sua idea era, dopo 30 anni di carriera e 60 di vita, di raccontare chi era, di raccontare chi è, di mettere in relazione il passato con il presente. Così mi ha chiamato e mi ha chiesto se mi andava, io scherzando gli ho detto: ‘Dai, ci penso un po’…’ e dopo un millesimo di secondo, ovviamente, gli ho detto che ero entusiasta ed è iniziata questa avventura bellissima che sarà indimenticabile anche per le modalità con cui è avvenuta.” Com'è stato scrivere un libro con un artista del calibro di Ligabue? “Scrivere un libro con un artista del genere è bellissimo, ma con un piccolo problema all’inizio, poiché per quanto tu lo conosca, per quanto lui ti sia amico, per quanto ti stimi, dovrai vincere le sue ritrosie e conquistare la sua fiducia perché quello sarà il momento in cui parlerà come se fosse davanti a uno specchio e non davanti a un’altra persona. Io per fortuna questo riesco a crearlo. Mi avevano detto che con Luciano sarebbe stato più difficile che con altri personaggi, perché è molto timido, piuttosto chiuso in sé stesso. È una persona bravissima, meravigliosa, che, però, ha pudore dei propri sentimenti, diciamo che ‘stenta’ ad aprirsi... invece in questo progetto fortunatamente tutto ha funzionato magicamente fin dall’inizio.” Cosa ti lega a Luciano? “Con Ligabue ho moltissimi punti in comune, proveniamo tutti e due dalla provincia, quando qualcuno vuole offendere un'altra persona dice che è molto provinciale, per noi questo è un grandissimo valore. Siamo cresciuti tutti e due col mito dell’America, sia nella letteratura che nella musica, ma questo non ci ha impedito di distinguere molto bene tra il sogno americano, la politica e il modo in cui vengono condotte certe cose. Siamo concordi tutti e due sul fatto che la musica nel suo piccolo e nel suo grande ti può cambiare la vita, il valore delle parole, la certezza che nelle canzoni si possono raccontare brandelli di verità e con questi brandelli di verità riesci a vestirti nel modo migliore. Ecco perché in tutti questi anni ci siamo frequentati solo in occasione dell’uscita di un disco e ora è certamente nato un rapporto molto più profondo.”-taglio2- Quale il “segreto” della tua meravigliosa scrittura? “Non se si possa definire un segreto, ma per me ‘funziona’ così... Ho la grande fortuna di sedermi a un computer e un tempo alla macchina da scrivere e prima ancora al quaderno, e quasi automaticamente mi vengono le parole. Non c’è nessuna scuola dietro e anche nessun metodo, questo la rende la splendida, o meglio non che sia splendida la mia scrittura in particolare, ma è splendido scrivere. Non sai mai se tale magia si rinnoverà in eterno. Quando succede penso a Hemingway che in suo libro riportò: ‘Hai sempre scritto, continuerai a scrivere’, anche se poi la storia ci racconta che per lui non è stato così, infatti negli ultimi anni lui aveva difficoltà incredibili che lo hanno portato al suicidio, perché scrivere per lui era più importante che vivere. Quello che amo fare è provare a far vedere quello che scrivo, cerco di essere semplice e allo stesso tempo evocativo, mi piace l’idea che chi legge riesca ad entrare dentro una favola, dentro una storia o dentro un film, i racconti migliori e anche le canzoni sono quelli che ti fanno vedere cosa sta succedendo e io spero di riuscirci.” Un ricordo particolare che vuoi condividere con i lettori di Albatros magazine... “Difficile scegliere un ricordo della mia vita, o comunque un'immagine. Un grande, Vinícius de Moraes diceva: ‘La vita è l'arte dell'incontro’, dunque la mia tentazione sarebbe proprio quella di evocare i tanti incontri bellissimi e importanti che ho fatto con tante prestigiose rockstar da Leonard Cohen a Robert Plant, da Paul McCartney a Mike Jagger... non perché siano rockstar o siano famosi, ma perché si impara sempre dalle persone con cui parli, a maggior ragione dagli artisti, dotati di una sensibilità diversa, assolutamente particolare.” Tra i tanti, qual è il tuo ricordo più bello? “In realtà, forse è quello di una stanza buia, un tavolo esagonale verde, come i tavoli da gioco, un solo microfono e una sola luce rossa che si accende: è la mia prima trasmissione a Stereo Notte, sono le 4 e mezza di mattino, e in quel momento per me si realizza un sogno, è vero che io avevo fatto radio in tante realtà private, ma in quel momento io arrivavo dalla Rai, che all’epoca era la Mecca, e allo stesso tempo arrivavo alla trasmissione più importante di quegli anni che era, appunto Stereo Notte. Ecco, quell'inizio per me è il ricordo più importante perché per tutta la vita io ho sempre cercato di mantenere un rapporto stretto e un contatto vivo fra ciò che ero quando ho iniziato e ciò che sono adesso. Se ti dimentichi non solo da dove sei venuto e le tue radici, ma anche ciò che hai provato, il primo momento in cui ti sei messo in cammino, quello è l’inizio della fine. Non dimenticare è la cosa più importante.”





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