Molto bello e struggente il concerto di Antonio Nicola Bruno al “Ju Ju jazz”
In Vico Santa Maria della Neve (zona Torretta) esiste a Napoli il Ju Ju Jazz, fondato da Ennio Forte che, imperterrito, da più di quarant’anni, continua a presentare musica dal vivo, soprattutto jazz naturalmente, ma non solo. -taglio- La collaborazione recente con la giovane Alessia Magliacane che, proprio di fronte, da qualche tempo gestisce “J – Libreria, Punto Einaudi e Spazio aperto”, e con Stella Bruno, ha creato l’occasione per nuove ed originali proposte. Tra queste il concerto di Antonio Nicola Bruno, anima storica dei tarantolati, cantautore, musicista, cantante, bassista di Tony Esposito, citato in libri e recensioni relative al cosiddetto Neapolitan Power. Suona la chitarra, il basso e gli strumenti elettronici. Si è esibito in tutte le città d'Italia ed in varie parti del mondo, Brasile, Francia Germania, Marocco, Algeria, Albania. Ha un gruppo i “Belli Tamburi”, quintetto/sestetto, attivo dal 1997. La sua è una musica tutta originale, di sua composizione, raramente qualche cover. Ha partecipato alla Notte della Taranta a Melpignano con due sue composizioni ed ha suonato nei famosi concerti di Pino Daniele nelle edizioni 2013 e 2014. Ha pubblicato due cd a suo nome (Magic Sound e Il blu sul bianco), due con Belli Tamburi, con sue musiche e testi originali, e due con Tony Esposito (Viaggio tribale e Sentirai) con suoi pezzi, infine recentemente con Tony Cercola l’album intitolato “Almas”, con tre sue creazioni. Da due anni è al lavoro su un nuovo progetto “LI CANTI DA LI CUNTI” ispirato a “Lo cunto de li cunti", scritto da Basile in Basilicata durante il suo lungo soggiorno. Basile riporta racconti della tradizione popolare in una scrittura napoletana colta, densa di artifici barocchi, a rivendicazione della dignità della “lengua napolitana” come strumento espressivo che nulla aveva da invidiare al “tuscanese” emergente o allo spagnolo dei dominatori. Bruno attinge da Li Cunti personaggi, emozioni, ispirazione e, a sua volta, ne scrive altri musicandoli e interpretandoli per chitarra e voce. -taglio2- Questo progetto in fieri, che intreccia letteratura e musica d’autore, traendo ispirazione dalle fiabe del Pentamerone per ricavarne poi composizioni inedite sia nel testo che nello spartito, mira a diventare un’opera completa. Un’opera che, partendo da racconti popolari e fantastici di principi, eroi, contadini, maghi e fate, in una sorta di “filosofia emozionale”, come lo stesso Bruno dichiara, vuole creare un accostamento con l’attualità. Di tale ambizioso disegno, il concerto presso il Ju Ju Jazz ha rappresentato un’anteprima dal titolo: LO CUNTO ED ALTRE STORIE, insieme al gruppo di prodigiosi musicisti: Lino Pariota - Piano e sintetizzatori, Tony Panico - Sassofoni, Carlo Ostuni - Basso elettrico, Paki Palmieri: batteria. Hanno iniziato temi con di genere diverso: Scrittoismo - Contro la guerra e la mancanza di ascolto tra popoli. La canzone del tempo - Sui corsi e ricorsi della storia dell'uomo. Dopo una breve lettura di Peppe Lanzetta da Basile, hanno proseguito con: Il frutto fatato -Tratto dall'ultimo de Li Cunti, "I tre cedri"; Canzone del sole e della luna - Sui racconti del sole (luce) e della luna (buio); Pulcinè - Ringraziamento personale a Napoli; La mamma de lu tiempo -Tratta dal cunto "I sette colombelli", parla del tempo e dei suoi effetti sugli uomini e sulle cose. Gli "altri" cunti: Danza e ridanza - La musica circolare e la trance, ispirato alla musica popolare di Tricarico, con riferimento ad un mondo ancestrale magico. Montmartre di Lino Pariota, per Piano Solo. Ammore abbandunato - Sull'amore (Testo di Sergio Laccone). La gatta Mammona (Testo di Antonio Infantino e Dodi Moscati) - parla di un costruttore di tamburi fatto con la pelle della gatta mammona, ed è ancora un legame con Lo Cunto di Basile. Insomma, echi letterari ed antiche suggestioni mediterranee, ritmi ancestrali di Campania e Basilicata, sound nuovo e potente, fusi in una sintesi accattivante. Ne risulta una contaminazione o meglio una fusione di stili e sonorità assolutamente originale eppure densa di citazioni ed echi di quella scuola tutta napoletana che tra gli anni settanta e ottanta ha impresso una svolta tale da segnare una nuova epoca.