Apprezzata in tutto il mondo, Mafalda Minnozzi continua ad affermarsi nella scena jazz come una delle più apprezzate performer italiane
Mafalda Minnozzi è una singer jazz italiana che il mondo invidia. È nata e cresciuta a Pavia fino all’età di nove anni… quando si trasferisce, con la famiglia, a San Severino Marche (paese d’origine dei suoi genitori), passando dalla fervida attività culturale di Milano alla tranquilla atmosfera delle colline dell’Italia centrale. Qui dà inizio alla sua carriera di cantante. -taglio-Seguendo il suo spirito inquieto e il suo naturale talento, d’istinto approda a Roma dove le bastano pochi giorni per firmare il suo primo contratto e per esibirsi a ‘La Cabala’, il locale di musica dal vivo più famoso della Capitale che fungendo la trampolino di lancio, le permette di entrare nel cast ‘Uno Mattina’, lo storico programma di RaiUno. Mafalda, poi è molto più di una voce che affascina e conquista. L’artista, dall’anima poliedrica, è famosa anche per essere autrice di testi, producer, corrispondente dall’estero di programmi di Radio Rai, stilista, regista di cortometraggi, chef di cucina, personaggio televisivo. Vivendo a Roma, poi, ha modo di porre le basi del suo futuro artistico. Quando però inizia a delinearsi per lei una brillante carriera discografica… il destino bussa alla sua porta: l’estero. Nel 1996, il suo innato spirito di avventura la spinge ad accettare la stimolante chiamata che arriva da un’agenzia artistica di un imprenditore brasiliano. La visione del sudamericano si rivela talmente esatta che la cantante di origini pavesi raccoglie, grazie alle sue performances, tanta notorietà che la sua permanenza viene prorogata e poi ancora prorogata. L’artista racconta «Mi sono identificata tantissimo con il popolo brasiliano scoprendo una cultura che ricordava quella dell’Italia di una volta e le mie radici in una terra tanto nuova quanto familiare». La Minnozzi appare orgoglio dell’‘italian jazz’: voce intensa, notevole… donna con una mente da avventuriera oltre che con chiare ed inequivocabili tendenze prima brasiliane e poi newyorkesi. Il suo linguaggio musicale, sviluppatosi ed affermatosi durante il passaggio per le varie tappe, si è imposto in maniera definitiva nell’ ultimo suo lavoro discografico, recentemente sul mercato discografico. Stiamo parlando, ovviamente, di ‘Natural Impression’. La Minnozzi, appare necessario segnalarlo, ha ben venti lavori discografici alle sue spalle… ma questo suo ultima fatica è il terzo con matrice puramente jazzistica. È un lavoro rivolto principalmente al mercato americano… costruito in collaborazione con il produttore, chitarrista e arrangiatore Paul Ricci. Il primo album che è andato in questa direzione, è stato ‘Sensorial’ – Portraits in Bossa & Jazz” (2020), disco di stampo brasiliano ed acclamato dalla critica e dedicate al jazz, hanno spinto Mafalda a realizzare ‘Natural Impression’. Registrato a New York con altri quattro artisti brasiliani: Helio Alves, considerato il miglior pianista brasiliano di musica jazz della sua generazione. Rogerio Boccato, drummer che ‘parla’ una ritmica fluida e facendo sì che esplodessero colori, melodia ed il canto… tutto con rara musicalità. Eduardo Belo, contrabbassista dall’intonazione impeccabile. La sua compattezza compositiva offre un campo libero e aperto, pronto ad essere riempito dalla chitarra di Ricci e dalla spontaneità di Mafalda. Paul Ricci, chitarrista, produttore e arrangiatore della cantante italiana sia in Brasile che in Italia. Ricci ha più volte lasciato New York per collaborare con protagonisti della scena jazzistica mondiale e sui palchi dei più importanti jazz club del mondo, fondendo il jazz al genere ‘afrolatino’. L’album ospita, inoltre, un gran numero di musicisti di livello: stiamo parlando di Don Byron, Joe Locke, Doug Beavers, John Patitucci, Michael Wolff, Kassin e Roberto Menescal. All’interno della comunità musicale carioca incontra casualmente il suo chitarrista, arrangiatore e produttore da oltre 25 anni, il newyorchese Paul Ricci. -taglio2-Un musicista animato dal suo stesso spirito di avventura che ha lasciato più volte la scena jazzistica di New York per andare oltre. Segue il contratto discografico con la ‘Som Livre’, la principale etichetta discografica in Brasile e seguono importanti apparizioni televisive, concerti e tour, progetti e collaborazioni, che le valgono il titolo di ‘Ambasciatrice della Musica Italiana’, concesso dal Console italiano a San Paolo, a coronamento di una carriera che risulta tuttora esaltante, a distanza di 27 anni. In questo lungo periodo di amore con il Brasile, assolutamente corrisposto, Mafalda realizza nel paese sudamericano molti tour, produce più di venti album e collabora con alcuni dei migliori artisti brasiliani. In un’altra interessante iniziativa interculturale Brasile-Italia, Mafalda coinvolge il brillante compositore-pianista André Mehmari per realizzare l’album ‘A Napoli: Porto dell’Anima’ (2021), omaggio alla tradizione della canzone napoletana con un approccio moderno e jazzistico orientato all’improvvisazione. Attraverso Ricci, Mafalda approfondisce e sviluppa il suo amore per il jazz per trovare qualcosa che è già dentro di lei: l’improvvisazione, la sfida, la forma di comunicare, la passione ed il coraggio che fanno parte da sempre della sua inquietudine. Il risultato della sua stretta collaborazione con Ricci viene proposto per la prima volta come “eMPathia Jazz Duo”, progetto dal quale verranno fuori tre album: ‘eMPathia’ (2015), ‘Inside’ (2017) e ‘Cool Romantics’ (2019). che rivela un nuovo stile di arrangiamenti su classici di Brasile, Italia, Francia e Stati Uniti. Incorporare un intero ensemble di ottimi musicisti per dare continuità a questo stile e arricchirlo di nuove sonorità è stato il passo successivo, una progressione naturale il cui risultato finale è qualcosa di straordinario espresso dall’album “Natural Impression’. Quali sono i principali nomi che hanno accompagnato il tuo background artistico? «Se s’intende quali sono gli artisti che più di altri hanno formato la mia base culturale e musicale… direi le voci femminili di Edith Piaf, Elis Regina, Ornella Vanoni e Caterina Valente e lo swing delle grandi orchestre come quella di Duke Ellington. Tutto questo continua ancora ad essere la mia fonte ispiratrice.» Il tuo primo ricordo legato alla musica? «La voce di mia mamma Milvia è proprio il primo ricordo che ho. Cantava ‘La vie en rose’ che ascoltava sempre con il giradischi di casa. Poi ricordo la scoperta della mia voce… cantando insieme ai miei compagni di scuola, all’Istituto delle Suore Canossiane di Pavia.» Cosa ne pensi del mondo dei Talent? «Devo dire che trovo davvero straordinario il fatto che alcuni talent siano associati a vere e proprie scuole, con dei maestri che li allenano e aiutano a far emergere talento e potenzialità. Purtroppo, devo dire molto spesso, prevale la necessità di ‘spettacolarizzare’ tutto questo in format televisivi. Ciò rende spesso i ragazzi particolarmente vulnerabili. Il format stesso convince i giovani che il mondo dello spettacolo possa essere fascino, facile e pieno di luci, creando così un falso mito e meteore che inevitabilmente si esauriscono nel giro di poco tempo.» Quale emozione ti avvolge di più quando canti? «Provo uno straordinario senso di libertà. Cantando, riesco a esprimere ciò che provo e sento nella più assoluta sincerità.»