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Lettere aperte sul nostro tempo

di Maresa Galli

Numero 254 - Ottobre 2024

Giovanni Paladini ha pubblicato il nuovo saggio, ventitré epistole per un’ampia e diversa riflessione sul buon uso delle parole


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Un pluri-saggio epistolare di e per riflessioni profonde, per recuperare il senso delle parole, il vero dialogo. Giovanni Paladini ha da poco pubblicato “Lettere aperte sul nostro tempo” (Il Salentino Editore), saggio prefato da Maurizio Mazzotta e composto da ventitrè epistole di persone stimate e care all’autore.-taglio- Tante personalità diverse che hanno risposto alla lettera inviata loro da Paladini, accomunate dalla profondità del pensiero e dalla voglia di lanciare un sasso per cambiare un futuro velato di ombre e inquinato da una comunicazione distorta, dal cattivo uso delle parole e dalla mediazione social. Il volume si avvale del contributo di Gaetano Arganese, Tina Argentieri, Enzo Barone, Carlo Colonna, Luigi Cucugliato, Luigi De Luca, Franca De Masi, Maria Luisa De Rinaldis, Simone Ferente, Rossana Gabrieli, Rosalba Griesi, Maria Laura Ivagnes, Salvatore Leuzzi, Tiziana Montinaro, Elisa e Paolo Rollo, Marirò Savoia, Gianmarco Sperani, Tiziana Taurino, Carmen Tessitore, Gaetano Tornese, Tina Turco, Antonio Vantaggiato. Tutti gli autori hanno offerto un contributo unico e prezioso alla comprensione del tempo presente e dell’attuale società. È anche possibile, come paventa Luigi Cucugliato nella sua epistola, che la nostra civiltà scompaia ma finché possediamo energie, afferma Paladini, abbiamo il dovere di difenderla e di guardare con fiducia al futuro, per le generazioni future. Grave è la distorsione del significato delle parole, svuotate di senso, impoverite, che abituano alle mistificazioni. “Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo” (Buddha). Possiedono un potere salvifico, come quelle dei Vangeli, o distruttore. L’invito è a riappropriarsi delle parole buone per combattere la dilagante superficialità ed il vuoto nel quale spinge una comunicazione distorta. -taglio2- Un vero e proprio capovolgimento dei rapporti umani che, in tal modo, si baserebbero sul dialogo sincero, sull’empatia, sull’ascolto. “Oggi sono tante le trasmissioni televisive e i libri che si occupano delle parole – spiega Paladini – Grazie ad Internet, agli smartphones e alle loro apps, le parole viaggiano a una velocità mai raggiunta prima. L’enorme quantità di parole che si scambiamo, però, anziché giovare alla comunicazione l’ha impoverita. La parola è troppo importante. Dio è Verbo, Parola fattasi carne. E allora è urgente e indispensabile recuperare la sacralità, il senso, l’armonia delle parole, perché, come asserisce Charles Bukowsky, “le parole sono uno dei più grandi miracoli al mondo, possono illuminare o distruggere menti, nazioni, culture”. Le parole hanno occhi, orecchie, gambe e cuore. Hanno soprattutto ali. “Fatti, non parole” può sembrare una bella frase. E lo è se i fatti sono utili, se costituiscono azioni positive. Ma alcuni fatti sono terribili. La guerra è un fatto. L’omicidio, lo stupro, la violenza sui bambini sono fatti. Occorre abolire questi fatti e amare le parole-miracolo: libertà, giustizia, verità, dialogo, pace, amicizia, amore”, conclude Paladini. Nelle varie epistole si discute di poesia, di filosofia, di numeri e di religione, di Covid e pandemia, di cantautori e dialetti, di polifonia e di Ezio Bosso, del potere salvifico dell’arte e di Papa Francesco, di Rita Levi Montalcini e Arthur Koestler, di Italo Calvino e Sartre, dei cambiamenti climatici e della fame nel mondo, delle sfide pericolose lanciate da adolescenti su TikTok e degli Hikikomori, guerre e disastri ma anche buone notizie sull’ambiente. “C’è ancora futuro” è la delicata epistola di Paladini che chiude il volume. Ognuno è responsabile della propria rosa, direbbe Antoine de Saint-Exupéry, che mostra la speranza di salvezza nella cura e nell’amore.





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