Il potere fa quasi sempre uso di una retorica mirata a dissimulare anomalie e limiti dei motivi atti a legittimarne il ruolo: ricorre a una narrazione non provata dai fatti, ma solo veicolata da illusioni consolanti il cui unico scopo è quello di persuadere il popolo di essere guidato dai migliori. -taglio- Ma non si può rimanere ancorati alle illusioni, per rasserenanti che siano. Occorre svegliarsi, varcare i confini delle parole, investigare; setacciare il lavoro dei titolari delle istituzioni, per reperirne tracce e conferme nella realtà e nei documenti. Gli stati e i loro governanti non sono agenti morali. La gente comune, invece, lo è. Ed è per questo che ha il diritto e il dovere di prendere in mano la propria vita, di esaminare l’opera del sistema politico che ne gestisce equilibri e destino alla luce degli stessi principi etici con cui valuta tutti gli altri. L’etica, infatti, ha fondamenta deboli se non saldamente ancorata al principio di universalità. Ad affermarlo è Noam Chomsky, studioso di grammatica trasformazionale nonché artefice di una rielaborazione critica e innovatrice della linguistica e della sua funzione insostituibile per una lettura rigorosa della realtà. Evitando di lasciarsi abbagliare dalla retorica di cui fanno uso, è necessario esaminare e valutare le azioni dei politici con attenzione. Questo perché ciascun membro della società, oltre che di quello personale, è responsabile anche del futuro degli altri; per lo stesso motivo, qualsiasi rivendicazione morale del singolo vale solo se non disgiunta dal pieno rispetto del principio di universalità. -taglio2- Tale principio, perciò, diventa punto di riferimento, fonte di luce adatta a svelare le vere coordinate dell’etica a cui il potere si ispira nonché eventuali imposture celate dalla retorica di cui lo stesso si ammanta. Occorre, dunque, imparare a individuare le illusioni consolanti del potere e a smascherare le strategie comunicative (simboli, immagini, parole…) con cui i padroni dell’umanità, che si spartiscono il mondo e le sue risorse, riescono a guadagnarsi il consenso delle masse. E ciò allo scopo di comprendere le radici, i crimini e gli intenti sottesi ai grandi conflitti che ancora sconvolgono la terra. Il momento è tragico, ma è ancora possibile progettare un avvenire di pace, facendo leva sulle risorse della ragione e su una presa di coscienza collettiva della necessità di restituire valore alla verità riscoprendone, soprattutto, l’universalità della dimensione etica.