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Le donne medico

di Alfredo Salucci

Numero 239 - Aprile 2023

L’aumento delle donne medico sempre più notevole


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Negli ultimi decenni l’aumento delle donne medico è stato notevole. Attualmente ad espletare la professione medica sono ancora di più gli uomini, ma se facciamo riferimento all’età, osserviamo che al di sotto dei 65 anni le donne medico sono la maggioranza, raggiungendo quasi il 53%. -taglio- È stato un percorso lungo, a volte molto faticoso, in una società prevalentemente maschilista, tanto che solo dalla metà dell’Ottocento le donne hanno potuto accedere alla facoltà di medicina, nonostante la prima donna medico, un’egiziana, sia vissuta intorno al 2700 a.C. Della professione medica esercitata dalle donne nell’antica Grecia e nella stessa Roma si hanno poche notizie attendibili. In ogni caso la pratica medica era proibita alle donne, e quando fu consentita poterono dedicarsi solo alla cura delle patologie femminili. Si narra che ad Atene la prima donna medico sia stata Agnodice, che per diventare medico dovette travestirsi da maschio Durante il Medioevo aumentarono le donne medico. Della Scuola Medica Salernitana, si ricorda Trotula de Ruggiero (XII secolo) che rivolse i suoi studi soprattutto all’ostetricia e alla ginecologia, oltre che all’igiene e alla sana alimentazione. Ma vi furono anche altre donne ammesse a frequentare la Scuola Medica Salernitana; e non mancarono in quel periodo donne che si interessarono di medicina generale e di chirurgia. Negli anni successivi, però, le poche donne medico dovettero limitare la loro attività solo alla cura delle malattie dei bambini e delle donne.
La situazione non migliorò nell’età moderna. Le donne continuarono a essere discriminate: il loro accesso alla facoltà di medicina restò precluso, a parte qualche rara eccezione.
La prima donna medico fu Elizabeth Blackwell nata nel 1821 in Inghilterra e trasferitasi negli Stati Uniti con i suoi genitori in tenera età. Elizabeth Blackwell per frequentare la facoltà di medicina dovette superare molti ostacoli compreso lo scetticismo di docenti e colleghi, ma la sua tenacia e le sue indubbie capacità le consentirono non solo di laurearsi brillantemente,-taglio2- ma anche di contribuire in modo significativo allo sviluppo delle conoscenze in campo medico. Terminò la sua carriera come docente di Ginecologia alla London School of Medicine for Children. Morì nel 1910 a Sussex in Inghilterra. La figura della donna medico, però, restava ancora lontana nell’immaginario delle persone di quel periodo, secondo loro la medicina doveva restare una professione maschile. Ma l’ascesa era ormai iniziata e le donne continuarono a richiedere con forza di poter accedere all’università e frequentare non solo la facoltà di medicina, ma tutte le facoltà. Così, dopo la metà dell’Ottocento, in Italia, le donne poterono iscriversi ai licei e alle università. La prima donna medico italiana fu Ernestina Paper, nata nel 1846 a Odessa, che nel 1877 completò i suoi studi di medicina presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze. In seguito, superando gli ostacoli che ancora esistevano nella società di allora, le donne iscritte alla facoltà di medicina aumentarono sempre più. Da quel periodo non sono mancate donne medico di grande valore che hanno permesso alla medicina di fare grandi passi in avanti. Basti ricordare per le tante donne medico Rita Levi Montalcini, premio Nobel nel 1986 per la medicina per aver scoperto il Nerve Growth Factor (NGF), una molecola proteica composta da due unità di 118 aminoacidi. Questa molecola è un fattore di crescita neuronale in grado di favorire numerosi effetti benefici sull’organismo. Attualmente nelle nostre università ci sono molte donne che guidano la ricerca e tante donne che hanno raggiunto livelli apicali nella docenza e nella direzione di reparti. Anche negli ospedali le donne sono ormai un numero considerevole e sempre più donne sono a capo di reparti, anche di alta chirurgia.





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