La pandemia di Covid-19, oltre alle note e spesso gravi conseguenze di ordine fisico, è anche alla base di molti disturbi di ordine psicologico. La gamma delle manifestazioni cliniche del malessere psicologico è molto ampia e interessa oltre il 50% della popolazione europea.-taglio- In Italia si stima che il confinamento in casa (il cosiddetto lockdown) abbia provocato disturbi psicologici in circa il 65% degli italiani. La paura delle persone di fronte a questa pandemia che continua da oltre un anno a mietere vittime e a distruggere l’economia è stata registrata anche attraverso l’aumento di richieste di informazioni sul Covid-19, utilizzando soprattutto la rete internet. È notevole il numero di persone che ha cercato su internet le risposte alle tante domande sulla pandemia, nonostante le molteplici trasmissioni radiotelevisive e i tanti articoli di giornali e riviste dedicati al Covid-19. E questo è un chiaro segno di paura, per cui si va alla continua ricerca di notizie che magari possano rassicurarci. 

Circa il corredo dei sintomi psicologici, causati direttamente o indirettamente dal Covid-19, è diverso sia per intensità sia per varietà in base a come l’evento stressante è vissuto dal soggetto. Nel caso di persone che temono di ammalarsi di Covid-19, la sintomatologia è caratterizzata soprattutto da ansia, paura, spesso vera angoscia, oltre a disturbi del sonno come difficoltà ad addormentarsi e frequenti risvegli notturni. In alcuni casi il timore di contrarre il Covid-19 porta a una vera e propria rupofobia, ossia un disturbo d’ansia conseguente alla paura del contagio, al timore di entrare in contatto con lo sporco, con i germi, quindi con il virus. La persona affetta da rupofobia mette in pratica in modo ossessivo-compulsivo tutte le norme raccomandate per ridurre la possibilità del contagio: lava continuamente le mani e disinfetta costantemente oggetti e ambiente in cui vive. Questo disturbo può essere tanto grave da condizionare non solo l’attività lavorativa del soggetto ma anche la sua vita sociale e affettiva.-taglio2- Sono molti a ritenere che finita l’emergenza molte persone continueranno a mantenere uno stile di vita come se vivessero ancora in emergenza Covid-19. Il confinamento in casa, poi, ha fatto conoscere al grande pubblico anche la sindrome della campana o sindrome del prigioniero. Questa sindrome ha colpito e colpisce prevalentemente le persone che sono state costrette a restare in casa per un certo periodo. Nel momento in cui possono abbandonare la propria abitazione sono colte da un senso di paura. La sintomatologia che caratterizza questa sindrome, oltre alla paura di uscire dalla propria abitazione, comprende ansia, angoscia, disturbi del sonno, astenia, attacchi di panico, depressione, ecc.
Per quanto riguarda i malati di Covid-19, pare che circa un terzo dei pazienti che hanno superato la malattia soffra di disturbi psicologici, soprattutto ansia e depressione. Spesso la sola diagnosi di Covid-19 può bastare a scatenare in alcuni pazienti una sintomatologia di ordine psicologico. Infine, non vanno trascurate le alterazioni psicologiche comunque legate alla pandemia che interessano tanti lavoratori, studenti e anziani. Tentiamo di immaginare lo stato di salute mentale in cui può trovarsi una persona che a causa del Covid-19 ha perso il lavoro, o di ragazzi e ragazze che da oltre un anno sono chiusi in casa a seguire la DAD davanti a un computer, senza amici, e che non possono fare altro che guardare la televisione o smanettare tutto il giorno con il telefonino, immaginiamo anche lo stato di salute mentale di tante persone anziane sole, con la paura di ammalare di Covid-19 e spesso con la limitazione di poter ricevere la visita dei familiari. Sono situazioni drammatiche. Un medico specialista in psichiatria può fare certamente molto per aiutare queste persone, ma solo con la riapertura di tutte le attività e il ritorno a una vita sociale, che si spera avvenga il prima possibile, si potrà riguadagnare quella serenità che ormai manca a tutti da troppo tempo.