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La vera fine della storia

di Adriano Fiore

Numero 259 - Aprile 2025

Siamo all’apice del progresso umano, e non può che andare sempre meglio, per sempre


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Nel momento in cui Francis Fukuyama, nel 1992, dinanzi al crollo dell’Unione Sovietica scrisse “La Fine della Storia”, con alla base il concetto di vedere il progresso e la democrazia liberale come inevitabile deriva e traguardo di perfezione ricercato dall’umanità intera, sicuramente non poteva considerare ciò che stiamo vivendo oggi.



È vero, lui stesso ammetteva l’inevitabile processo “personale” di ciascuna nazione che poteva esser fatto di regressioni e nuove proiezioni, rotture e ricostruzioni, così come era certo che lo sviluppo tecnologico, al pari di quello sociale, sarebbe continuato senza sosta e con sempre maggiore vigore, ma a suo avviso tutto questo, guardando al mondo nella sua interezza, non poteva che rappresentare l’epilogo di anni di sviluppo, il finale caratterizzato dal raggiungimento del più alto livello di evoluzione sociale, economica e politica, diventando “le persone che eravamo destinati a diventare, e lo resteremo per il resto della vita". Una visione ottimistica della realtà, verrebbe da commentare oggi in un contesto internazionale che non perde giorno per produrre nuove guerre, attacchi, rivolte e atti in contrasto contro qualsiasi legge del vivere civile. Ma in realtà più che legandola ad un immediato confronto con ciò che stiamo vivendo negli ultimi mesi e anni, la tesi di Fukuyama andrebbe analizzata, e probabilmente confutata, proprio nelle idee alla base del suo ragionamento. Riassumendo: “Grazie alle esperienze fatte, alle lezioni che ci ha dato la storia, ed agli sviluppi in campo scientifico e tecnologico, siamo all’apice del progresso umano, e non può che andare sempre meglio, per sempre”. Ora invece pensiamo ai satelliti privati, ai chip nel cervello, alle parole vietate, ai libri banditi, alle guerre senza senso, fatte o paventate, ai nuovi software di Intelligenza Artificiale che fanno tutto al posto nostro, ai robot sempre più simili a noi, a noi sempre più simili a robot, alla Storia che viene riscritta o cancellata, alle Fake News sempre più frequenti e di matrice istituzionale, all’analfabetismo funzionale galoppante ed al costante disinteresse per la cosa pubblica. Siamo davvero sicuri di essere la Great Generation? I migliori di tutti i tempi? Il punto massimo socialmente raggiungibile? Facciamo un gioco, chiudete gli occhi e immaginate il mondo fra 10/15 anni. Ora vi elencherò alcuni possibili scenari e da soli potrete rispondere a voi stessi e alla vostra coscienza se li ritenete plausibili. i) La Terra è divisa in tre grandi potenze totalitarie, una oltreoceano, una in Europa, ed una ad Est, impegnate in una perenne guerra tra loro, il cui scopo principale è mantenere il controllo totale sulla società;

ii) Saranno istituiti nuovi Ministeri, tra cui quello “della Pace”, con specifici compiti bellici, quello “dell'Amore”, che avrà il compito di garantire la sicurezza, quello “della Verità”, finalizzato a propaganda e revisionismo storico, e quello “dell'Abbondanza”, manco a dirlo focalizzato sui temi economici; iii) In ogni abitazione ed in tasca ad ogni cittadino sono presenti apparecchi elettrici che permettono ai rappresentanti del potere di spiare le vite di tutti, oltre a diffondere le notizie ed informazioni approvate dalla propaganda ogni volta che lo desiderano 24 ore su 24; iv) Tutte le persone sospette di non rispettare le regole del regime vengono immediatamente fermate e, quasi sempre, manganellate ed arrestate dalla Polizia, così come sono aboliti i sindacati e ciò che è giusto o sbagliato, lecito o illecito, lo decide solo il Partito; v) L'unica forma di pensiero ammessa è il bispensiero, che consiste nel rigettare la logica, perdere e all'occorrenza recuperare la memoria di determinati avvenimenti, e credere simultaneamente a due affermazioni tra loro contrarie, in modo da non cogliere contraddizioni o falle logiche presenti nella propaganda del Partito. Potrei continuare ma vi toglierei il gusto, per chi colpevolmente non lo ha ancora fatto, di leggere o rileggere (se è passato troppo tempo) “1984” di George Orwell, che altro non faceva, ottant’anni fa, se non descrivere quello che purtroppo davvero potrebbe accadere di qui a qualche decennio. Continuandolo a citare, «Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato» una teoria ahinoi fin troppo vera ed attuale, che con l’agio dei potenti di oggi fa sì che «la menzogna diventa verità e passa alla storia».
Spiace dirlo, perché un po’ di ottimismo e positività non guasterebbe affatto, ma Fukuyama aveva torto marcio. E non per i singoli avvenimenti ma per una visione d’insieme dell’attuale progresso e sviluppo che non sta facendo altro che portarci verso un pericoloso precipizio sociale e culturale. Fukuyama aveva torto, ma forse la locuzione era giusta: pensando ad un futuro fatto di robot, dittatori ed analfabeti, la “Fine della Storia” non sembra poi così lontana…



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