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La storia di Kebba

di alunni della II/ A primaria* Direzione didattica statale Scafati 1

Numero 198 - Aprile 2019

I giovanissimi alunni della classe II/A del Plesso Capoluogo, Direzione Didattica Scafati 1, incontrano il giovane Kebba, immigrato dal Gambia, in una giornata davvero speciale


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Possiamo definirlo un incontro molto speciale quello fatto dai piccoli alunni della classe II/A, ossia l’intervista a Kebba Janneh, un giovane di 19 anni, proveniente dal Gambia (Africa), attualmente studente presso un Liceo Linguistico dell’Agro Nocerino Sarnese e ospite presso Casa Smile, Associazione Kalimera. L’iniziativa nasce dall’Unità Didattica che è stata dedicata al problema dell’immigrazione, relativo anche alle tematiche razziali che purtroppo hanno caratterizzato il nostro Paese storicamente, e che sembrano a volte ritornare. L’Italia è sempre stata caratterizzata da una particolare sensibilità verso chi arrivava nel nostro paese a causa delle condizioni di vita molto precarie della sua nazione di origine, ecco perché è stato fatto insieme ai bambini un percorso contro il pericolo di un razzismo quotidiano e sui diritti dei bambini di tutto il mondo, secondo quanto scritto dalla Carta dei Diritti dei Bambini, promossa dall’UNICEF e approvata dall’ONU. Al suo arrivo in classe si instaura con i bambini una immediata empatia che sprona i piccoli a porre al giovane una serie di domande per conoscere la sua Storia. Presente la docente prevalente con Eleonora Di Martino, la D.ssa Liana Vitiello, responsabile della Casa Famiglia Smile e la Dirigente Scolastica Prof.ssa Maria d’Esposito.

Abbiamo visto sulla Cartina Geografica che il Gambia si trova tra il Senegal e la Guinea Bissau, a sud ovest del Sahara. Quale viaggio hai dovuto fare per giungere fino in Italia?

“Per giungere in Italia, una volta partito dal Gambia, ho dovuto attraversare: Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, e giungere in Libia, per poi imbarcarmi per l’Italia.”-taglio-

Quanti anni avevi?

“Sedici anni.”

Quanto tempo è durato il viaggio?

“Il viaggio fino in Libia è durato un anno, perché non ho potuto affrontarlo tutto in una volta, ma ho sostato ogni volta qualche mese o vari giorni nella nazione dove ero arrivato, lavorando per potermi pagare il resto del viaggio.”

Su quale mezzo hai viaggiato?

“Su delle auto, con il numero di passeggeri superiore alla reale capienza. Il viaggio più brutto è stato quando ho dovuto attraversare il Deserto del Sahara, in un auto stipata di persone che come me affrontavano il viaggio verso l’Italia. L’auto era scoperta e il sole bruciava la pelle, l’acqua era poca e mi sembrava di soffocare. Poi sono riuscito ad imbarcarmi per l’Italia, in una nave che era esattamente come quelle che si vedono in televisione. Eravamo in 128, anche qui senza avere la possibilità quasi di muoversi. Il viaggio è durato tre giorni.”

Hai avuto Paura?

“Sì, praticamente la mia vita e quella degli altri era nelle mani degli scafisti. Ad un certo punto, non so perché, la parte della barca che era dall’altra parte rispetto a dove mi trovavo io, ha ceduto e si è spaccata e chi era li è caduto in mare, non riuscendo a salvarsi. Poi è arrivata la guardia costiera italiana e ci ha portato in salvo sulla loro nave. Sono stati momenti molto difficili. Porto ancora dentro di me quelle immagini e le voci concitate di quei momenti.”

In Italia dove sei sbarcato?

“Il primo centro di accoglienza dove sono stato è stato quello di Pozzallo in Sicilia, poi mi hanno trasferito a Licata ed infine qui nell’Agro Nocerino Sarnese, prima a Sarno e poi a Sant’Egisio presso casa Smile dove sono tutt’ora.”

Perché hai lascito il tuo Paese?

“Il Gambia non ha un governo come quello italiano. Il Presidente ha fatto delle leggi, che non permettono a nessuno di poter parlare liberamente o dimostrare la propria innocenza quando necessario. Una sera aiutavo mio zio nel suo negozio e allo stesso tempo studiavo con una candela accesa; era stata una giornata molto stancante ed ad un certo punto mi sono addormentato, la candela è caduta e ha incendiato il negozio di mio zio e danneggiato anche i negozi vicini. Io sono scappato a casa da mia madre, ma a causa delle leggi di cui parlavo prima, sarebbe stato impossibile dimostrare che si era trattato solo di un incidente. -taglio2- Mi avrebbero di sicuro rinchiuso nel carcere minorile della capitale. Allora mia madre stesso quella notte mi ha fatto scappare, prima fuori il mio villaggio presso una famiglia di amici e da lì in poi è iniziato il mio viaggio verso l’Italia.”

Riesci a sentire la tua famiglia?

“Ora si, ma durante il viaggio mi sono sempre nascosto. Mia madre per più di un anno non ha avuto mie notizie. Ora è contenta che studio e vivo bene in Italia, dove per fortuna potrò restare ancora.”

Cosa Studi?

“Studio al Liceo Linguistico. L’inglese già lo conoscevo perché è la lingua ufficiale del Gambia, che è una ex colonia inglese, ma lo parlo bene grazie a mia zia che è un’insegnante. Non potendo frequentare le scuole private, troppo care per la mia famiglia, ho frequentato la scuola pubblica del Gambia, che non insegna molto. La materia che mi piace studiare di più oltre l’inglese è lo spagnolo.”

Hai avuto problemi con i tuoi compagni di classe?

“All’inizio si, mi chiedevano se mi ubriacavo, ma la mia religione me lo vieta, mi chiedevano se fumavo, ma io non fumo, infine anche se avevo mai rubato qualcosa, ma non sono certo il tipo che va a rubare. Io sono venuto in Italia per una cosa che mi è successa, ma adesso mi trovo molto bene qui e desidero solo studiare, perché la malattia più grave è proprio l’ignoranza. Ora con i miei compagni di classe ho un buon rapporto, come può essere tra ragazzi della mia età.”

Hai già deciso cosa fare dopo la scuola?

“Non lo so ci sto ancora pensando, forse l’interprete.”

Se nel tuo paese cambiassero le cose ci ritorneresti?

“Non è mai facile stare lontano dalla propria famiglia, ma ritornerei solo per cercare di aiutare gli altri, tutti quelli che non possono studiare e crearsi un futuro come sto facendo io in Italia.”

Qual è il piatto tipico del Gambia? E Cosa ti piace mangiare in Italia?

“In Gambia si mangia molto riso, quello che penso sia più buono è riso con salsa al burro di arachidi. In Italia mi piace molto mangiare la lasagna.”

*Michele A., Raffaele A.,. Luigi A., Michele B ,Noemi B., Giuseppe C., Nunzia C., Domenico C., Maria Francesca D., Lorenzo D., Pasquale F.,Arianna L., Noemi Camilla M., Roberto M., Salvatore P., Vincenzo P., Chiara P., Luigi S., Michela S., Elena S., Giuseppe V.





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