Con Ippocrate inizia la medicina come la intendiamo oggi: non più magico-rituale, praticata da maghi e sacerdoti, ma una scienza che per prima cosa ricerca le cause del male, poi ascolta e visita il malato per fare una diagnosi, infine predisporre la terapia che non consiste più nello scacciare i demoni o nell’affidare il malato al dio di turno
Historia magistra vitae, la storia [è] maestra di vita, è un aforisma tratto dal De Oratore di Cicerone. Questa citazione sta a significare l’importanza di conoscere quello che è successo in passato, in quanto sapere gli eventi sociali, economici, culturali, che lo hanno caratterizzato, ci consente di capire perché siamo fatti così e non in modo diverso, e ci permette di continuare a costruire seguendo il solco tracciato dai nostri avi.-taglio-
Questa consapevolezza del passato vale anche per la storia della medicina, forse anche di più. Lo studio della storia della medicina ci informa su tanti aspetti del sapere medico a cominciare dalla sua nascita. Ma ci fa conoscere anche il difficile percorso fatto da tanti medici che con grandi sacrifici, a volte a costo della propria vita, sono riusciti a portare la medicina da un livello per niente scientifico all’odierno sapere rigoroso capace di debellare tante malattie, ma che deve ancora progredire per sconfiggerne altre e rendere la vita non solo più lunga, ma anche qualitativamente migliore.
La storia della medicina occidentale, inizia alcuni secoli fa, quando più che medicina, come la intendiamo oggi, era magia e riti religiosi, infatti la malattia era considerata dai più un castigo divino; e i primi medici erano identificati con maghi e sacerdoti.
Il mago con le sue pratiche si impegnava a scacciare gli spiriti maligni che procuravano il male, mentre i sacerdoti si affidavano agli dei; tanto che i templi erano sia luoghi di preghiera, sia una specie di ospedale dove il malato veniva portato per essere sanato dal dio o dalla dea del tempio.
Per avere una medicina basata sull’osservazione e sull’esperienza, passeranno secoli. Sarà Ippocrate (460 a.C. - 377 a.C.) a dare una svolta significativa; a Ippocrate, infatti, si devono i primi libri di medicina tra cui il famoso Corpus Hippocraticum. Sempre a Ippocrate dobbiamo anche la scrittura del giuramento dei medici, oggi in parte superato. Ippocrate è ricordato anche come filosofo. Erano molti i medici dell’antichità a essere anche filosofi.
Con Ippocrate quindi inizia la medicina come la intendiamo oggi: non più magico-rituale, praticata da maghi e sacerdoti, ma una scienza che per prima cosa ricerca le cause del male, poi ascolta e visita il malato per fare una diagnosi, infine predisporre la terapia che non consiste più nello scacciare i demoni o nell’affidare il malato al dio di turno. -taglio2-Con Ippocrate la medicina inizia a diventare scienza e ad allontanarsi sempre più dalla teurgica.
Inizia così il lungo cammino della scienza medica, un cammino pieno di avversità da superare. Basti pensare che ai medici non era consentita la dissezione anatomica dei cadaveri, cosa che avrebbe consentito molte scoperte che sono avvenute anni o secoli dopo. L’imperatore Federico II fu il primo ad autorizzare nel suo regno lo studio dei cadaveri nel 1231; solo anni dopo fu autorizzato anche dalla Chiesa
Un grande sviluppo della medicina si ebbe con l’apertura delle Università, a iniziare dalla Scuola Medica Salernitana. In questi luoghi si poteva formare il medico dopo uno studio approfondito del corpo umano, delle malattie e della terapia medica e chirurgica. Via via sorse la necessità di avere medici sempre più specializzati in determinati settori della medicina come: la chirurgia, la medicina interna, l’ostetricia e la ginecologia, la pediatria, le malattie infettive, l’oculistica, la farmacologia, fino ad arrivare a specializzazioni più moderne come le varie branche della chirurgia, la cardiologia, e quelle relative al laboratorio, alla radiologia, alla genetica, ecc.
Con l’avanzare degli anni la medicina è diventata sempre più una scienza basata sullo studio delle cause delle malattie, sulla possibilità di una diagnosticarle precocemente e sul modo di trattarle. Oggi siamo lontani dalla teurgia, dalla medicina affidata a maghi e sacerdoti, di quel periodo resta solo il simbolo: il serpente, animale sacro in quanto ritenuto immune da qualsiasi malattia.