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La sensazione giusta

di Angelo Luongo

Numero 195 - Gennaio 2019

Dalla Sicilia all’America: Roberta Finocchiaro ed il suo nuovo album ci portano oltreoceano in un mondo fatto di esperienze e autenticità


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Roberta Finocchiaro è una chitarrista e cantautrice catanese. Fin da piccola coltiva la passione per la musica e a dieci anni inizia a suonare la chitarra e a scrivere le prime canzoni e in seguito impara a suonare anche il pianoforte. Nel dicembre 2014 Roberta viene notata dalla Tillie Records e nel settembre del 2016 pubblica il primo album “Foglie Di Carta”, dal genere pop/blues/folk ispirato alle sonorità americane, che porterà la giovane artista in giro per l’Italia. A dicembre 2016 sale sul palco del Light Of Day (Italia) suonando con alcuni dei musicisti di Bruce Springsteen e poco dopo apre l’ultima data del Tour “On” di Elisa. Nel settembre 2017, a Memphis (Tennessee), iniziano le registrazioni del secondo album di Roberta Finocchiaro, che vanta la partecipazione di importanti musicisti americani tra cui il batterista Stephen Chopek e il bassista David LaBruyere. Nasce così “Leaf in a Hurricane”, album che segna la crescita musicale di Roberta Finocchiaro.

“Something True” è il tuo nuovo album di inediti ed in radio c’è il primo singolo estratto, “Leaf in a Hurricane”, come mai hai scelto questo pezzo?

“Questo pezzo è stato scritto dopo un viaggio in Irlanda e racconta le ansie e le paure, ma anche la bellezza di sentirsi come una foglia in un uragano. -taglio-Ho registrato questo disco in America, e diciamo che questa esperienza unita ad alcuni viaggi che ho fatto, sono racchiuse in questa canzone. Il brano è quindi quello che mi rappresenta maggiormente, invece a livello musicale col team ci siamo resi conto che questo pezzo risultava il più completo e quindi adatto ad essere un primo singolo e rappresentare al meglio il disco.”

A proposito di America, hai registrato a Memphis con dei grandi musicisti. Che esperienza è stata?

“Sì, è stato pazzesco perché mi sono ritrovata lì con i musicisti del mio idolo John Mayer, ovvero il bassista David LaBruyere e il batterista Stephen Chopek. È stato tutto incredibile, ho imparato un sacco di cose nuove musicalmente parlando. Ricordo la prima prova… neanche a farlo apposta è stata perfetta!”

Hai dichiarato che questo album rispecchia la tua essenza e la tua anima musicale, perché e qual è il lavoro che hai fatto per la realizzazione di questo nuovo progetto?

“Sono arrivata in America con una demo chitarra e voce e da lì lavorando live e suonando insieme agli altri artisti, sono nati tutti gli arrangiamenti che si sentono nel disco. Io avevo in testa già alcuni degli strumenti che mi sarebbe piaciuto inserire nei vari brani, e unendo le mie idee con quelle del team abbiamo costruito l’album live. Ci tengo a precisare che il disco è tutto registrato dal vivo, proprio come facevano negli anni settanta, sono poche le registrazioni fatte dopo con le voci.”

Questo album racconta una crescita, un percorso sincero -taglio2- e vero, il diario aperto di una musicista. In che modo sei cambiata nel tempo e come è cambiato il tuo approccio alla musica?

“Dal primo album c’è stato un cambiamento pazzesco, dovuto ai viaggi e alle esperienze che ho fatto suonando in giro. Musicalmente sono cresciuta molto perché avendo avuto la possibilità di suonare con musicisti più bravi di me, ho potuto assorbire come una spugna tantissimi insegnamenti. A livello personale anche l’esperienza americana mi ha fatto crescere; sono una persona molto ansiosa e quindi ritrovarmi ad affrontare cose più grandi di me mi ha fatto rinforzare. Ho nuove consapevolezze e riesco ad affrontare il mondo con maggiore tranquillità.”

Quando scrivi i tuoi brani, hai una routine particolare per la composizione?

“No, perché quando scrivi non c’è una formula ben precisa. È tutto molto strano, ma diciamo che già il fatto di essere artisti è strano! Tutto prende vita all’improvviso, a volte mi capita addirittura di sognare le canzoni, e sono cose che sento di dover scrivere e condividere.”

Guardandoti indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?

“No, rifarei tutti i miei sbagli sia a livello musicale che personale, perché sbagliando comprendi i tuo errori e cerchi di migliorarti di volta in volta. Il mio disco parla anche di questo: di pensare a se stessi, a quello che si vuole e rendere tutto reale, avere fiducia in se stessi e amare se stessi. ‘Something true’ è questo: la verità risolve tutto.”


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