Uno spettacolo coinvolgente ed unico nel suo genere, che pone il pubblico faccia a faccia con la realtà attraverso le soavi parole dei più grandi autori italiani con la regia di Sebastiano Filocamo
Mercoledì 20 dicembre, presso il prestigioso Teatro Franco Parenti di Milano debutterà lo spettacolo teatrale “LOTTATORI - Sguardi Sollevano Vento”, progetto d’arte sociale ideato e diretto da Sebastiano Filocamo per la Stravaganza ONLUS, Associazione di Volontariato che si occupa di sviluppare e diffondere i valori della solidarietà e dell’integrazione sociale, promuovendo attività legate all’ambito teatrale e aperte al disagio socio-culturale, psichico e psico-fisico. Un progetto davvero impegnativo, questo, per Filocamo, che dopo un lungo periodo di prove è riuscito a creare uno spettacolo incredibile. Grazie alla sua eccellente carriera d’attore, Sebastiano Filocamo è riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi la grande passione per la recitazione e l’arte in generale. Una personalità che non smette mai di stupire per la sua professionalità e determinazione, noi di Albatros l’abbiamo incontrato a pochi giorni dalla prima.
Manca poco al debutto dello spettacolo teatrale “LOTTATORI - Sguardi Sollevano Vento”, progetto d’arte sociale da lei ideato, di cosa si tratta?
“È un progetto che nasce quattro anni fa dall’esigenza di raccontare, con i ragazzi, fatti di cronaca con temi sociali importanti: dal femminicidio all’omofobia. Abbiamo cercato di fare uno spettacolo multimediale fatto di immagini, e nel quale ci si esprime attraverso il corpo. Inoltre, è importante sottolineare il percorso di questi ragazzi, non è stato semplice, ma il risultato è stato aiutarli a superare un limite. -taglio- Le parole che usiamo nello spettacolo sono di poeti e cantanti, ho avuto la fortuna di chiedere ad amici artisti di interpretare alcune poesie o canzoni. È stato un lungo lavoro, ma che sono certo otterrà notevole successo. Questi giovani interpreti hanno alcune ‘difficoltà’, per cui ho voluto spiegare loro il lavoro che si andava a fare, volevo fossero coscienti di quello che stavamo raccontando. I protagonisti sono loro, non si tratta di uno spettacolo autoreferenziale. I ragazzi hanno la responsabilità di tutto lo spettacolo, ci sono 29 persone in scena che fanno delle cose straordinarie!”
Collabora con la Stravaganza ONLUS, Associazione di Volontariato che si occupa di sviluppare e diffondere i valori della solidarietà e dell’integrazione sociale, cosa l’ha convinta ad abbracciare questo progetto?
“In realtà, io e l’associazione abbiamo una storia molto antica: erano gli anni ’80 e mi occupavo della parte fisica nel lavoro del musicoterapeuta. Col tempo, poi, io ho seguito la mia strada da attore di cinema e teatro, fino a quando il nuovo presidente dell’associazione mi chiese di lavorare ad un progetto per far rinascere la Stravaganza. Questo succedeva nel 2007, adesso mi hanno richiesto un -taglio2- altro progetto e siccome non amo ripetermi, la tematica sociale è affrontata attraverso la danza, la poesia e la musica. Con questo nuovo spettacolo speriamo di suscitare nel pubblico una riflessione.”
In questo spettacolo si parla della realtà con uno sguardo poetico e non mediatico...
“Si, i miei ragazzi sono stati trattati da veri attori, lo spettacolo non è volto assolutamente a far impietosire il pubblico, anzi a far capire la grande forza che hanno questi ragazzi. Hanno imparato la disciplina, la crescita, il lavoro.”
Ha iniziato come attore, per poi dedicarsi anche alla regia. Cosa è cambiato?
“In generale, amo scavare nell’animo umano. Non smetterò di fare l’attore, amo molto la sperimentazione, basti pensare che nasco con uno spettacolo che ha cambiato il teatro in italia “Nemico di Classe”. Il regista è un lavoro che dedico esclusivamente all’associazione, e per alcuni progetti che hanno davvero qualcosa da raccontare. L’incontro con la disabilità ha fatto crescere in me la voglia di fare questa esperienza come regista, ma in situazioni che hanno un valore, un’importanza.”