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La musicoterapia

di Alfredo Salucci

Numero 232 - Luglio-Agosto 2022

L’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive


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Si sente spesso parlare di musicoterapia, una disciplina che utilizza la musica a scopo terapeutico. Nel 1996 la World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) diede la seguente definizione di musicoterapia: “La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, -taglio- con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità di vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico”. Questa definizione al XIII di Congresso Mondiale di Musicoterapia tenuto a Sul nel 2011 fu modificata nel modo seguente: “La musicoterapia è l’uso professionale della musica e dei suoi elementi come intervento in ambienti medici, educativi e sociali con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di ottimizzare la loro qualità di vita e migliorare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emotivo, intellettuale e spirituale. Ricerca, pratica, educazione e formazione clinica in musicoterapia sono basati su standard professionali in relazione ai contesti culturali, sociali e politici”. Questa definizione mette maggiormente in rilievo l’intervento in ambienti medici. L’uso della musica a scopo terapeutico si conosceva già in epoche antiche, quando molte civiltà la utilizzavano durante i loro riti magici religiosi per scacciare gli spiriti maligni che provocavano il male, ma solo alla metà del XVIII secolo ad opera di un medico e musicista londinese, Richard Brocklesby, la musicoterapia assume una veste scientifica.
Attualmente la musica in molti ambienti, tra cui ospedali, reparti psichiatrici, centri di riabilitazione e luoghi di detenzione, affianca gli altri mezzi terapeutici. La musicoterapia può essere passiva o recettiva e attiva. -taglio2- La passiva prevede l’ascolto di musica scelta dal paziente o dallo psicoterapeuta, mentre quella attiva prevede la produzione musicale. In questo caso è il paziente che utilizzando strumenti musicali produce suoni e musica.
I campi di applicazione sono vari: autismo in età evolutiva, disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), e i disturbi comportamentali. La musicoterapia è utilizzata anche nelle disabilità motorie, nelle psicosi, nell’anoressia nervosa, nel morbo di Alzheimer e nel Parkinson. In futuro potrebbe avere altre applicazioni. Recenti ricerche hanno dimostrato un ruolo positivo della musicoterapia anche sul sistema immunitario.
Nella nostra penisola, la musicoterapia è tra le attività professionali non ancora regolamentate, non esiste un riconoscimento legislativo per la figura professionale di musicoterapeuta. In attesa di una legislazione, al momento in Italia esistono due figure professionali con ruoli e responsabilità diverse: il musicoterapeuta e il musicoterapista. Il musicoterapeuta è la figura con maggiori responsabilità. Questo professionista deve essere laureato in medicina o in psicologia o in scienze della formazione e/o diplomato al conservatorio con una specializzazione in musicoterapia, inoltre deve essere iscritto all’Ordine dei medici o all’Ordine degli psicologi o all’Ordine degli psicoterapeuti. Il musicoterapista, invece, è un professionista con competenze musicali e psicologiche che realizza il programma terapeutico stabilito dal musicoterapeuta, medico o psicologo, con il quale collabora attivamente. Per chi volesse saperne di più può rivolgersi alla Federazione Italiana Musicoretapeuti.





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