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La musica del vero

di Maresa Galli

Numero 193 - Novembre 2018

Alan Wurzburger è tornato con un nuovo album, un lavoro discografico ricco di spunti di riflessione


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“Mi fermo a guardare la luna” è il titolo del nuovo album di Alan Wurzburger, prodotto dalla storica etichetta Marocco Music, arricchito dalle foto del booklet di Gianfranco Ferraro. Nove i brani che si avvalgono degli arrangiamenti di Lino Cannavacciuolo, anche autore delle musiche di “Stai tu sulo”, “Voglio giocare” e “Non voglio sapere”, nove brani per raccontare storie e frammenti di vita. Wurzburger, che fonde lingua italiana e napoletana nel suo stile ruvido, mantrico, sanguigno, detta alla musica visioni poetiche e considerazioni filosofiche sulla corsa al vuoto, sulla tecnologia che tutto sovrasta e detta i tempi alle nostre vite fatte di super impegni e poca anima. -taglio- L’ispirazione nasce dal quotidiano, dalla memoria che va affidata/dedicata ai figli (“Figlia mia”), dal sociale, con la piaga del lavoro nero, della precarietà, dello sfruttamento che toglie dignità all’uomo, “perché ‘o padrone s’adda ‘ngrassà”, come canta in “Tira tira”. Da bambini ci sono le favole della nonna, parabole bibliche per insegnare a crescere, preghiere e storie destinate a spezzarsi sotto l’urto del presente, caotico, superficiale. Non ci ascoltiamo più, non c’è tempo e corriamo solo, non si sa dove. La luce della luna è un richiamo, un abbraccio, ma preferiamo correre e correre: “Corri tu ma io mi fermo a guardare la luna” è allora l’esortazione del cantautore che non strizza mai l’occhio al mercato, rimanendo fedele a se stesso, alla propria ispirazione. Il suo canzoniere non è facile da arrangiare ma l’intesa con Cannavacciuolo è forte e ne -taglio2- vien fuori un sound elegante, con il contributo di valenti musicisti: alla batteria Daniele Chiantese; al basso elettrico/acustico Sasà Pelosi; al contrabbasso Luigi Pelosi; alle chitarre elettriche/acustiche/plettri Paolo Del Vecchio; alle chitarre elettriche Maurizio Fiordiliso; pianoforte e tastiere Pino Tafuto; percussioni Ivan Lacagnina; tromba Gianfranco Campagnoli; trombone e bombardino Alessandro Tedesco; sax e clarinetti Pericle Odierna; le voci sono di Fede 'n' Marlen e di Fabiana Martone; ai cori Rosario e Salvatore Di Fraia, Andrea Bianco, Pasquale Costagliola; al violino e mandoloncello Lino Cannavacciuolo. Un bell’album legato alle radici, dal respiro europeo, nello stile degli autentici chansonnier che sanno raccontare la vita con poetica, ruvida poesia.





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