Il nuovo album di MiCO, in collaborazione con Fabrizio Bosso, è un racconto di sensazioni, scenari e momenti di vita vissuta
Michele Santoriello, in arte MiCO è compositore, bassista e produttore. Artista eclettico che unisce diversi spiriti, pensieri, forme e linguaggi musicali in un’unica direzione sonora e ritmica. Ispirato dal funk, stimolato dal nu soul e dalla fusion, legato da un amore viscerale per il pop di Stevie Wonder, MiCO traduce in musica sensazioni, scenari e momenti di vita vissuta. -taglio-La musica di MiCO profuma di positività, vita, energia. Un album che racchiude tutto sé stesso e la propria ricerca umana, spirituale ed artistica. Michele, iniziamo un po’ da te e dal tuo background artistico e personale… “Ho cominciato a suonare da quando avevo 11 anni chitarra classica. Ho sempre voluto fare musica, ho sempre rincorso questo sogno. Ho cominciato a suonare anche il basso e ho iniziato a suonare con amici e artisti del mestiere per migliorare e affermarmi sempre di più.” Parlaci un po’ del tuo album “Mico”: dove e quando nasce l’idea di questo album? “Io sono figlio della musica che parte dal garage o dalle cantine. Ricordo che quando avevo la possibilità di suonare con le cover band volevo comunque metterci sempre qualcosa di mio. Ho cominciato a scrivere, ad approfondire, a studiare sempre di più e sono arrivato alla pubblicazione di questo album. Questo album è figlio della necessità e del bisogno di esprimersi. Ho trovato delle persone che hanno creduto in me e mi hanno stimolato a pubblicarlo.” Da dove nasce il logo di questo album? “Il logo è una zampa del mio gatto che aveva sulla destra, in basso, una macchia a forma di cuore, immagine che ho ripreso e ho deciso di renderla la copertina dell’album.” Con chi hai collaborato per la realizzazione di questo album? “Ho collaborato con Fabrizio Bosso, -taglio2-un’artista e trombettista di livello mondiale. Il contributo più importante a livello emotivo è stato sicuramente di Massimo Valentini, Davide Marini e Paolo Sorci che mi hanno sostenuto e aiutato a rendere possibile questo progetto. Inoltre, vorrei ringraziare anche Christian Marini e Matteo Salvatori.” Da dove prendi l’ispirazione per comporre i tuoi brani? “Stevie Wonder in assoluto che ascolto fin da ragazzo e che è la fonte di ispirazione massima. Più vicini a noi Pino Daniele e più in generale anche il cantautorato italiano. Poi essendo bassista ascolto Pastorius, Marcus Miller e tanti altri. Io non guardo la televisione, ascolto solo musica tutto il giorno e prendo spunto ogni cosa.” Ascoltando i tuoi brani ad occhi chiusi rispecchiano, fanno immaginare il titolo a loro dato. Come avviene questa operazione? “È molto istintivo, molto emozionale. Nello stesso momento in cui provavo le emozioni, positive o negative, registravo e buttavo fuori. Spesso è partito anche dal ricordo, dal ricordo di un sogno, di un’esperienza, da un suono. Attraverso la musica creare un’immagine visiva. Non vedendo la televisione la musica diventa un’immagine in modo ancora più netto.”