Non c’è categoria esente da vizi; e, tuttavia, nell’insieme, l’alveare sembra un paradiso: il lusso, infatti, genera lavoro
Vizi privati diventano benefici pubblici, dato il nesso esistente tra egoismo e vita associata, interesse personale e prosperità collettiva. Lo afferma, nel 1705, Mandeville, medico, filosofo e autore satirico, nel libro La favola delle api.-taglio- L’alveare, metafora della società industriosa in cui tutti lavorano e sembrano contenti, è apprezzato per i suoi ordinamenti, l’esercito, le scienze, le arti e perché retto da un Re vincolato solo dalla legge. I ricchi fanno affari; ma ne fanno anche parassiti, mezzani, giocatori… E furfanti, abili nello sfruttamento del lavoro o della dabbenaggine altrui a proprio vantaggio: avvocati, medici, mercanti, preti, militari, governanti, giudici… Non c’è categoria esente da vizi; e, tuttavia, nell’insieme, l’alveare sembra un paradiso: il lusso, infatti, genera lavoro. Anche avarizia e prodigalità fruttano: la prima salva capitali adoperabili da altri; la seconda spende danaro utile per affari e scambi. Da questo, il motto: “Vizi privati, benefici pubblici”. Nonostante la ricchezza, però, nell’alveare comincia a insinuarsi il malumore, soprattutto quando qualcuno, tra gli imbroglioni, subisce danno. Si levano, allora, proteste contro le frodi e gli dei che le consentono. Giove, risentito, interviene, e, in un attimo, infonde in tutti l’onestà. Poco tempo dopo, tribunali e carceri vengono chiusi; i medici cominciano a curare sul serio; i preti diventano caritatevoli; i ricchi ricusano lo sfarzo; le spese militari diminuiscono; il commercio diventa leale. -taglio2- Ma accade anche che: le industrie chiudono, gli scambi finiscono, arti e mestieri cessano di esistere e la comunità, povera e ormai debole, viene aggredita da alveari più forti. Il messaggio è chiaro: vizio e virtù sono complementari. E le virtù sono solo menzogne dei potenti. La “favola” è uno stimolo a riflettere sul presente. I vizi privati non garantiscono affatto benefici pubblici… Lotto, gratta e vinci, lotterie di varia tipologia risultano veramente utili alla società? E le macchinette mangiasoldi? A chi giovano? Ingoiano sogni dignità e fatica di uomini, donne, adolescenti, vecchi; distruggono averi e famiglie; soggiogano e dissanguano i fragili, per arricchire chi le gestisce e che, forse, impiegherà il maltolto in attività poco rispettose della legge. Vizi privati, dunque, e privati benefici. Lo Stato non guadagna mai. I pochi e improbabili spiccioli non bastano a ripagare i danni. Privati! Che, fatte le dovute eccezioni, sono, spesso, entità anonime, capaci di porsi al di sopra della legge, traendo risorse e potere anche da droga, prostituzione, schiavitù, vendita di armi…