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La DAD si può fare

di Marco Zorzetto

Numero 215 - Novembre 2020

Didattica a Distanza (DAD): abbiamo imparato a conoscerla, ad amarla e odiarla, per cause di forza maggiore, durante il lockdown.


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L’emergenza ha reso urgenti alcune misure sostitutive alla didattica tradizionale, senza che si avesse tempo sufficiente per una efficace organizzazione e formazione, eppure la didattica online non è proprio una novità. In Italia, infatti, esistono progetti da anni, spesso poco noti ai più:-taglio- il primo progetto di istruzione online è stato avviato addirittura dal 2001 ad opera di un centro didattico d’avanguardia di Bologna. Ne parliamo con una tra i maggiori esperti del settore in Italia, la Dott.ssa Rita Biganzoli*, ideatrice del metodo e del progetto Abacusonline, per capire meglio quali sono le prospettive future delle nuove tecnologie in ambito scolastico. La formazione online è adottata da anni dalle aziende, il mondo scolastico, invece, fa fatica ad adeguarsi… Perché? “Spesso si tende ad adottare, in molte realtà scolastiche, lo stesso sistema utilizzato dalle aziende nella formazione. Gli esiti non possono che essere fallimentari, perché si tratta di sistemi diversi, soprattutto dal punto di vista del metodo e della gestione. Molte delle piattaforme adottate oggi non prevedono strumenti idonei a gestire una scuola on line, corsi multimateria, il lavoro coordinato e programmato di più insegnanti, per diverse discipline contemporaneamente, con una calendarizzazione che tocca un arco di tempo ampio (in genere da settembre a giugno). Insomma, non contemplano quegli strumenti che occorrono davvero ad una scuola, sebbene siano perfette per la formazione aziendale. Ecco quindi che le scuole finiscono per utilizzare piattaforme inadeguate, colmandone le lacune con l’aggiunta di altri strumenti (troppi) tra loro diversi e non integrati (es. e-mail, whatsapp, registro elettronico, Meet e simili, Classroom, You Tube ecc…). Questo a livello organizzativo crea confusione e dispersione, oltre a non consentire di coordinare e tracciare accuratamente le attività.” Quali problemi ha osservato più frequentemente nell’utilizzo della DAD durante il Lockdown? “Uno dei problemi ricorrenti è che troppo spesso chi fa DAD, finisce per incentivare uno studio autonomo e autogestito da parte del corsista, tanto che si pensa erroneamente che la didattica online consista in uno studio da autodidatti. Nel caso di bambini e ragazzi, questa visione distorta ha portato a scaricare completamente il peso sulle famiglie durante la quarantena. Al contrario, uno dei segreti della riuscita consiste proprio nell’incentivare l’interazione di gruppo (tra insegnanti e studenti, ma anche degli insegnanti e degli studenti tra loro), nel ricreare un ambiente virtuale che sia simile a quello scolastico “reale”. Lo dico con cognizione di causa, perché è quello che abbiamo fatto per anni: i nostri studenti potevano inviarsi messaggi privatamente, nei forum tra loro e con i tutor, -taglio2-utilizzare le aule virtuali, oltre che con i tutor, anche per studiare tutti insieme, nel weekend. Questo scambio è importante non solo dal punto di vista didattico e organizzativo, ma anche motivazionale. Molti genitori e studenti, si sono sentiti abbandonati a se stessi durante la quarantena, non avendo spesso i mezzi dal punto di vista tecnologico, o dal punto di vista delle competenze.” Quali sono gli errori principali che ha riscontrato, in sintesi? “Tra i maggiori errori, posso porre in evidenza: l’utilizzo di sistemi diversi in modo dispersivo e non integrato; la mancanza di coordinamento e di una programmazione efficace; la mancanza di centralizzazione, auspicabilmente a livello ministeriale, per definire linee guida e procedure univoche concernenti la gestione, gli iter formativi adeguati, i sistemi, le piattaforme, i materiali didattici, le attività, i criteri di valutazione, i criteri per il riconoscimento della frequenza on line(nota dolente!). Ovviamente, la mancanza di formazione specifica è un grosso problema: non basta essere insegnanti di esperienza per poter fare didattica on line, o tenere una lezione in aula virtuale. Ultimo, ma non meno importante, non si sono garantiti alle famiglie adeguati supporti ed assistenza economica e formativa, affinché le opportunità potessero essere davvero pari per tutti.” Come vede il futuro della DAD? “Parto da un presupposto importante: per i ragazzi in età scolare la didattica online non può essere MAI adottata in maniera esclusiva, deve restare un supporto integrativo e complementare alla didattica tradizionale, per il ruolo educativo che la scuola è chiamata ad assolvere in determinate fasce d’età. La didattica online può, tuttavia, essere adottata in maniera esclusiva in alcuni casi: situazioni di emergenza, o come alternativa alla frequenza in aula per studenti lavoratori, ragazzi e bambini i cui genitori svolgono attività itineranti (es. giostrai, circensi e simili), ragazzi con disabilità o malattie che richiedono lunghe degenze, donne in maternità, residenti all’estero, ecc… Tutti casi da noi affrontati con successo, che ci hanno arricchiti professionalmente e soprattutto umanamente.”

*Laureata al DAMS di Bologna, insegna materie umanistiche dal 1993 e dal 1997 coordina e dirige il centro didattico Abacusonline, di cui è fondatrice insieme ad altri colleghi. Negli anni ha guidato centinaia di studenti di scuole superiori ed universitari, fino al diploma/laurea, soprattutto con la didattica online, di cui è attualmente tra i maggiori esperti in Italia. (www.abacusonline.it – www.abacusweb.it ).





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