Attraverso lo smartphone, strumento straordinario, si possono leggere i giornali e acquisire notizie dai vari Social Media come Facebook, YouTube, Whatsapp, Instagram. La moltiplicazione dei mezzi di divulgazione ha prodotto, secondo me, due fenomeni che hanno quasi rivoluzionato il modo di comunicare e di fare giornalismo
Dall’inizio del secolo scorso la comunicazione è aumentata moltissimo sia per la quantità di comunicati sia per i mezzi con cui vengono date le notizie. Penso che anche il modo di informare sia migliorato, almeno fino alla fine del secolo scorso.
All’inizio del Novecento le notizie arrivavano soprattutto attraverso la stampa, ma non tutti potevano accedere alle informazioni vuoi per il costo del giornale, vuoi perché la maggior parte delle persone era analfabeta. Con la comparsa della radio il 6 ottobre del 1924 le notizie divennero accessibili anche agli analfabeti, ma c’era un problema: il costo. Agli inizi degli anni trenta una radio costava circa 2000 lire, oggi sarebbero circa 1700 euro, mentre un operaio specializzato guadagnava allora in un anno appena 5000 lire. Si capisce che non tutti si potevano permettere l’acquisto di una radio.
Oggi le cose sono molto cambiate ci sono i giornali, le radio, le televisioni, c’è Internet dove attingere informazioni, c’è il telefonino. Attraverso lo smartphone, strumento straordinario, si possono leggere i giornali e acquisire notizie dai vari Social Media come Facebook, YouTube, Whats App, Instagram.
La moltiplicazione dei mezzi di divulgazione ha prodotto, secondo me, due fenomeni che hanno quasi rivoluzionato il modo di comunicare e di fare giornalismo. Oggi tutti hanno l’opportunità di divulgare le proprie idee, e questa è una cosa molto positiva. In democrazia tutti devono avere la possibilità di far sentire la propria voce. Ma stiamo assistendo sempre più alla degenerazione della comunicazione. Sui Social Media ormai si trova di tutto da giudizi sensati e ragionati alle peggiori sciocchezze, tanto che bisogna fare molta attenzione a non prendere per oro colato tante fake news, le cosiddette bufale. Queste notizie false possono provenire da una fonte o poco informata o in buona fede, ma possono anche essere prodotte ad arte per disinformare. Oggi, poi, la comunicazione passa anche attraverso i cosiddetti influencer, persone che hanno sui Social Media un grande seguito. In genere si tratta di personaggi noti al pubblico, ma non manca la presenza di gente comune con molti follower.
È bene quindi, ripeto, fare molta attenzione a quello che si legge per non farsi condizionare.
Ma in tutto questo turbinio di notizie, gli informatori ufficiali, ossia i giornalisti, che cosa fanno? Sempre secondo la mia opinione, la pletora di emittenti e la moltiplicazione dei mezzi di comunicazione di massa hanno in parte oscurato quelli che una volta erano i soli operatori della comunicazione. Penso che i giornalisti oggi abbiano maggiore difficoltà a far giungere le loro notizie agli utenti. Per questo hanno dovuto ricorrere anche loro ad altri modi di comunicare. Cosa che porta a volte a stravolgere le regole giornalistiche per scrivere un buon articolo a cui eravamo abituati, ossia il mancato rispetto delle cinque W inglesi: chi? che cosa? quando? dove? perché? Una specie di itinerario guidato per aiutare chi legge alla comprensione dello scritto. Così gli articoli non solo sono diventati più lunghi e noiosi, cosiddetti articolessa, ma spesso sono anche contorti e difficili da capire.
Circa la comunicazione con radio e televisione, anche in questo caso sono saltate molte regole della comunicazione, a iniziare da quelle della buona educazione. Oggi i partecipanti a un dibattito televisivo o radiofonico urlano, impediscono agli altri di parlare, si sovrappongono con le voci, fanno le faccine di dissenso o di assenso, mentre il conduttore, ad arte, lascia correre, fino a quando le cose non diventano intollerabili. Solo allora il giornalista moderatore laconico interviene minacciando di togliere l’audio nel caso si continui a urlare. Così sono saltate anche le cinque “C” essenziali per rendere una comunicazione: chiara, corretta, completa, concisa e consapevole.
Certo non tutto è così. Giornalisti bravi e preparati della carta stampata capaci di scrivere articoli chiari e oggettivi non mancano. Come non mancano giornalisti di radio e televisione capaci di fare un buon programma di approfondimento.