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La Colombia

di Yvonne Carbonaro

Numero 228 - Marzo 2022

La zona del “Eje cafetero” dove si produce un pregiatissimo caffè di montagna


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La Colombia, tristemente nota fino a qualche anno fa per la produzione e lo spaccio di cocaina nel mondo dovuto ai cartelli della droga, è invece un paese ricco di cultura e storia. Conta su importanti musei archeologici, compreso un meraviglioso “Museo dell’oro”, delle civiltà precolombiane più avanzate delle Americhe: Chibcha e Tairona. -taglio- Fu colonia della Spagna dal ‘500 alla guerra di liberazione guidata da Simon Bolivar. Seguirono negli anni violenti conflitti tra conservatori e progressisti, dittature e rivoluzioni, guerre civili, disordini tra i guerriglieri e i signori della droga di cui si è detto che per un lungo periodo instaurarono un regime di terrore. Dai primi anni del 2000 la produzione di droga è molto diminuita e il paese gode di una certa pacificazione. Vanta grande letteratura e grandi scrittori, uno per tutti Gabriel García Márquez, e grande produzione agricola, soprattutto di caffè. “El EJE CAFETERO”, (cioè asse, centro del caffè) è una ricca zona interna montuosa lontana dalla costa e ad altissima diversità per clima, cultura, gentilezza degli abitanti. Comprende le regioni andine di Risalda, Quindìo e Caldas con temperature miti, paesaggi meravigliosi, montagne verdi, acque termali, picchi innevati e gente fantastica: i Paisa. Paisa è una "regione non geografica" che identifica quel territorio ed è anche la denominazione degli abitanti del nord-ovest del paese. Vi si produce la maggiore quantità e la migliore qualità del rinomato caffè colombiano. Per la bellezza e per le sue caratteristiche il “Paisaje Cultural Cafetero Colombiano” è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Trascorrervi dei giorni è una grande indimenticabile esperienza. Qui è possibile conoscere a fondo la “cultura del caffè” nelle piantagioni dove si raccolgono i chicchi e nelle “haciendas” dove si lavorano. E soprattutto si ha il piacere di degustare il “cafè” artigianale, chiamato “té de cafè” perché leggerissimo, gradevole e delicato, da cui nasce, dicono, il caffè americano, ma è molto diverso e molto migliore di quello. Per sapore, aroma e trasparenza è completamente diverso anche dal nostro caffè sia casalingo che espresso. La Colombia è il secondo produttore al mondo dopo il Brasile. Si cominciò a coltivare nel secolo XX, si diffuse e subito divenne il principale prodotto di esportazione e quindi un fattore vitale per lo sviluppo dell’economia locale e il benessere degli abitanti. Le condizioni climatiche: -taglio2-da -8°C sui ghiacciai a 29°C nelle valli, consentono una produzione di grandissima qualità con ripetuti raccolti. Coltivazione, raccolta e lavorazione continuano per scelta ad essere effettuale completamente a mano. I turisti godono di un’ampia offerta di piccoli hotel ricavati in aziende e case rurali, particolarmente caratteristici, lindi e accoglienti che conservano le tradizioni dei primi coloni “antioqueños” che popolarono e coltivarono quei terreni provenendo dalla regione settentrionale di Antioquia, così come i paesini, tra cui Salento, conservano un’architettura tradizionale con bellissime case d’epoca decorate con colori brillanti. È anche possibile visitare i musei locali e varie chiese. Una meta da non mancare è la valle di Cocora punteggiata di aziende agricole, con palme alte 70 m. Si tratta di una specie protetta in via di estinzione con il tronco cilindrico, liscio e ricoperto di cera. La valle si raggiunge con le Willys, le jeep tipiche del posto risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che in circa venti minuti portano a destinazione. Il passaggio costa 3400 pesos a tratta, da pagare direttamente all’autista. Viaggiare in quelle regioni consente anche di entrare in contatto con le zone termali e con i parchi nazionali delle Ande colombiane con verdissime foreste nebulari, valli molto scoscese e alti ghiacciai. Il nostro inviato sul territorio ci conferma che la gente del luogo è particolarmente gentile e accogliente. Vi è una ricca gastronomia basata sui prodotti del territorio, si mangiano cibi semplici, molti a base di mais. Il piatto tipico composto di “arepa” un piccolo pane di farina di granturco bollito, carne, fagioli neri e platano è chiamato “bandeja (vassoio) de montaña o bandeja Paisa”. E ancora: trote dei ruscelli arrostite; varie zuppe come il “sancocho” a base di pollo, vitello e o maiale, patata, yucca, platano, mais, cipolla e spezie, il “mondongo” con pezzetti di trippa e di carne, piselli, carote, cipolle , pomodori, aglio ed erbe aromatiche; le “empanadas” specie di calzoni fritti di farina di mais farciti di carne tritata e verdure; infine la regina delle occasioni speciali con molti commensali è la “lechona”: un maiale intero disossato e imbottito di riso, ortaggi carne tritata e cotto a fuoco lento per circa 10-12 ore.





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