logo-rubriche

La bioetica medica: quando nasce e perché

di Alfredo Salucci

Numero 243 - Settembre 2023

The science of survival


albatros-la-bioetica-medica-quando-nasce-e-perche

La bioetica nasce come disciplina negli USA con un articolo The science of survival, La scienza della sopravvivenza, del medico oncologo Van Rensselaer Potter, pubblicato sulla rivista Perspectives in Biology and Medicine nel 1970. -taglio- L’obiettivo di Potter era di portare l’attenzione sugli aspetti etici relativi agli esperimenti praticati utilizzando le nuove tecnologie che coinvolgevano la vita umana, animale e tutto il sistema vivente. Al proposito vanno ricordate le disastrose sperimentazioni mediche compiute senza seguire nessun codice etico: quelle dei campi di concentramento nazisti, e lo studio condotto su 399 afroamericani affetti da sifilide svoltosi nella città di Tuskegee, in Alabama, negli Stati Uniti, per valutare l’evoluzione della malattia nel tempo. Questa sperimentazione iniziata il 1932 e terminò nel 1972; nonostante dal 1943 fosse disponibile la penicillina, farmaco efficace contro la sifilide. La penicillina ai partecipanti inconsapevoli dello studio a cui erano sottoposti non fu somministrata per continuare la sperimentazione. Lo studio terminò solo quando la notizia fu di dominio pubblico. Intanto, molti dei 399 soggetti erano morti di sifilide, e molti avevano infettato con i rapporti sessuali mogli e compagne, nacquero così anche bambini affetti da sifilide congenita.
Potter era consapevole delle drammatiche conseguenze che potevano derivare da una sperimentazione condotta senza principi etici ed era certo che lo sviluppo delle nuove tecnologie al di fuori di regole avrebbe peggiorato la situazione e potuto mettere a rischio la vita dell’intero universo. Riprese così il termine bioetica, coniato nel 1927 da Fritz Jahra, dandogli il significato con cui oggi lo conosciamo. Il termine bioetica deriva da due parole greche βίος e ἠϑικά o ἦϑος, vita ed etica, ossia etica della vita. È proprio Potter a chiarire che cosa voleva intendere con questa parola in una intervista rilasciata alcuni anni dopo il 1970: “Ho proposto la bioetica come una nuova disciplina che combina la conoscenza biologica con i valori umani… Il compito che affidavo alla bioetica era quello di condurre scienziati e non scienziati a riesaminare le loro visioni del mondo”. -taglio2- Quindi la bioetica, distinta in bioetica medica, animale e ambientale, è una nuova disciplina che deve fare da guida per superare i tanti problemi di ordine etico, giuridico e sociale che possono derivare dallo sviluppo e dall’utilizzo delle nuove tecnologie, e non solo.
I principi guida relativi alla bioetica medica furono successivamente teorizzati da T.L. Beauchamp e J. F. Childress nel libro Principles of Biomedical Ethics pubblicato nel 1979 e sono: il principio di autonomia, il principio di beneficenza, il principio di non maleficenza, il principio di giustizia, a cui è stato aggiunto in seguito il principio d’integrità morale. Il principio di autonomia riguarda il malato e stabilisce che i medici informino il paziente sulla sua malattia e sulla terapia, richiedendo il Consenso Informato del paziente, ossia l’accettazione o meno delle cure proposte, se in condizioni di poter fare delle scelte. Questo principio decreta la fine del paternalismo medico ippocratico. Al Consenso Informato si è aggiunto il Testamento Biologico, che tratteremo in un prossimo articolo.
Il principio di beneficenza stabilisce che i sanitari che hanno in cura il malato devono indirizzare i loro sforzi solo e sempre per il suo bene. Il principio di non maleficenza vieta ai sanitari qualsiasi pratica che possa procurare danno al paziente, secondo quanto affermava già Ippocrate: primum non nocere. Il principio di giustizia prevede la equa ripartizione delle risorse fra tutti i pazienti, in modo da garantire ad ogni ammalato il diritto alla cura. A questi principi è stato aggiunto quello dell’integrità morale della professione, importante per chi esercita la professione medica giacché stabilisce che anche i sanitari devono essere trattati come persone autonome, ossia essere rispettati nelle loro scelte morali.





Booking.com

Booking.com