Da sempre la bellezza è identificata come un qualcosa di soggettivo, ma molto spesso luoghi ed emozioni rendono il confine tra soggettivo e oggettivo molto labile
Il cantautore Max Dedo, giunto al suo terzo album da solista, affronta questo nuovo lavoro discografico in maniera schietta e senza veli. Un viaggio a cuore aperto che rispecchia la netta metamorfosi evolutiva rispetto ai precedenti lavori. “Un posto vero” lascia molto spazio alle chitarre elettriche e acustiche, che seguono un’onda che attraversa, senza alcun rigore stilistico, vari generi musicali. Nell’album sono presenti alcuni importanti featuring con Carmen Consoli, Erriquez della Bandabardò, Ramon Caraballo e Max Gazzè. Proprio quest’ultimo ha partecipato in veste di attore al video di “Inverno Maledetto”, il singolo, attualmente in rotazione radiofonica e disponibile in digital download e su tutte le principali piattaforme streaming, che ha anticipato il disco. Sempre in questo video recita anche Asia Argento, scelta dal cantautore perché incarna l’immagine dello stile pulp che caratterizza il brano.
“Un posto vero” è il tuo nuovo album, quali le emozioni da trasmettere ai nostri lettori?
“È una raccolta di episodi di vita vissuta. È un continuo di 11 canzoni che fanno parte di un unico racconto diviso in più puntate. Non c’è un unico denominatore, ma vari momenti e diversi temi. -taglio-Come quello dei migranti che mi sta particolarmente a cuore, essendo siciliano. Facendo attenzione a tutte quelle persone fuori dal coro e chi non riesci ad esprimersi o ha bisogno di maggiori attenzioni che nell’epoca in cui viviamo rischiano di rimanere schiacciati. In generale è un disco abbastanza vario e senza alcun rigore stilistico.”
Quali le differenze, invece, con gli altri tuoi EP?
“Le tematiche trattate più o meno sono sempre le stesse, si parla di vita vissuta e di bellezza. È un disco a differenza del precedente molto suonato, ovvero poche sovrapposizione di strumenti musicali, rimanendo fedeli agli strumenti acustici. Ci sono dei brani strumentali dove emergono sovrani gli strumenti a fiato che sono quelli che ho studiato. Inoltre, è sempre presente quell’onda rock che non mi manca e il sapore brasiliano che ho ascoltato negli ultimi anni della mia vita. Con gli altri musicisti abbiamo cercato di suonare questo disco con la freschezza di bambini senza essere infantili.”
Il filo conduttore è senza dubbio la bellezza, trattata in diverse sfaccettature. Come definiresti la bellezza?
“La bellezza la si può trovare in varie forme può derivare da ogni cosa. Ho registrato questo brano che intitolato ’I papaveri di Monet’, descrivendo la bellezza che io provo, ammirando un quadro di Monet. Come in ‘Inverno maledetto’ che parla di questa figura femminile-taglio2-come occasione per riscoprire il senso della vita, a volte si apre uno spiraglio che lascia intravedere la verità, ma che subito dopo si richiude, lasciando un’illusione che può comunque far parte del significato di bellezza.”
Guardando nel tuo passato hai lavorato con tantissimi artisti di rilievo internazionale. C’è un aneddoto o un episodio che ricordi con particolare simpatia?
“Tanti anni fa suonammo con George Benson che ha toccato diversi generi e mi ricordo che il suo entourage ha sempre timore di far esibire il loro artista con musicisti italiano, allora mandò in avanscoperta il suo arrangiatore che ci fece una sorta audizione e così fu. Alla fine andò bene, amando il genere di George Benson ed essendo professionisti l’esito fu positivo, così ci guadagnammo la possibilità di suonare con lui.”
Sta per terminare il 2018. Facciamo un resoconto...
“In questo anno abbiamo lavorato tanto e fatto diversi concerti. Negli ultimi anni sto lavorando molto con Max Gazzè e continuo a lavorare per diversi artisti nell’ambito della musica nazionale e internazionale. Adesso siamo concentrati sull’uscita dell’album il prossimo mese e siamo in forte fermento per il primo concerto che presenterà ufficialmente l’album. Si terrà a Roma all’Auditorium Parco della Musica. Ci vediamo a Roma!”