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L’emozione di uno scatto

di Teresa Pugliese

Numero 197 - Marzo 2019

Raimondo Rossi, giovane e poliedrico artista, racconta il “suo” mondo della moda tra emozioni, paure, sogni e passioni


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Poliedrico, creativo, geniale e con una grande passione, quella per il mondo della moda e della fotografia. Lui è Raimondo Rossi, giovane artista umbro che nella sua carriera ha saputo cimentarsi e districarsi in tutte le sfumature dell’arte e della creatività. Raimondo cerca, con la sua spiccata sensibilità a catturare ciò che va oltre uno scatto, protagonista dei suoi lavori sono le emozioni, le paure, i sentimenti. Il suo modo di lavorare ha incuriosito molti, tant’è che oggi Raimondo collabora con GQ, Vogue, FABUK Magazine e Sir-K magazine, dividendosi tra l’Italia e l’estero: Londra, Los Angeles e New York. Sul web è conosciuto con il nome di Ray Morrison, ma Raimondo sta imponendo la sua immagine di professionista mettendo in mostra il suo carisma e portando i suoi lavori oltre i classici standard di un mondo, come quello della moda, che spesso non riesce ad andare oltre.

Sei blogger, fotografo, stylist, art-director, insomma la tua carriera è poliedrica, ma in realtà sei laureato in matematica. Come mai la scelta di cambiare così radicalmente strada?

“Studiare matematica non è stata una passione, diciamo che sono stato spinto dai miei genitori. Io avevo molto interesse per la letteratura e le lingue, poi però finendo il liceo a 17 anni, ho seguito la strada che mi aveva indicato la mia famiglia, e cioè proseguire gli studi con qualcosa di scientifico che potesse darmi lavoro un domani, da lì la scelta di matematica. Poi però la mia vita ha preso altre strade.” -taglio- Hai lavorato molto all’estero, quanta differenza c’è con l’ambiente italiano?

“C’è una differenza enorme. L’Italia tende a proteggersi, qui o sei già affermato e vai bene, oppure devi avere le amicizie giuste. Mentre all’estero c’è un attitudine più curiosa, più aperta, se sentono una vibrazione positiva scommettono su di te, senza problemi. Tanto è vero che quando si presenta il curriculum, gli studi, le attestazione e roba del genere sono messi proprio in fondo. Prima vengono le esperienze, le capacità, piuttosto che i titoli. Sicuramente è un approccio diverso.”

Cosa significa per te la fotografia, che tipo di emozione ti piacerebbe uscisse fuori dai tuoi lavori?

“Dopo la laurea ho fatto molto teatro, scoprendo che mi piaceva molto di più il lato emozionale di ogni disciplina. Quando ho fatto i primi corsi di fotografia ed i primi backstage di moda, ricordo di aver incontrato un noto direttore artistico di una maison romana dicendogli che avrei fatto una ricerca emozionale nei backstage, naturalmente rimase molto perplesso, in realtà sono riuscito a catturare le emozioni, le paure, le gioie di quei ragazzi. La mia idea è quella di catturare e riportare nella moda, che oggi è sempre più effimera e volta al denaro, -taglio2- quell’emozione che i primi sognatori e designer avevano.”

Come se fosse un gioco allo specchio, chi è Raimondo e chi è Ray?

“All’inizio era nato questo gioco di nickname, come succede sui social quando vuoi costruire un persona, diciamo più coraggiosa di quella reale. Inizi allora costruendo dal nome quello che vorresti essere, ed è così che nasce Ray Morrison, un tributo a Jim Morrison, e Ray per avere un sapore più internazionale. L’ho fatto per avere un immagine più aperta rispetto a quel Raimondo Rossi nato e cresciuto in Umbria. Poi per fortuna andando avanti, sui social sono diventato me stesso, e Raimondo Rossi ha avuto il coraggio di uscire fuori. Oggi sono due figure perfettamente uniche.”

Cosa ti aspetti dal futuro, c’è ancora qualcosa che sogni?

“Sì, adesso c’è qualcosa in evoluzione. Oggi scrivo tanto, soprattutto articoli di moda, per stilisti, per attrici, creando un editoriale dove queste persone diano un tocco diverso rispetto a quello classico della moda. Mi piacerebbe dare uno spessore diverso a queste storie, esprimendo tramite video, foto, parole: una storia. Vorrei tirare fuori qualcosa di diverso, in maniera elegante. Questa è la direzione artistica che mi piacerebbe intraprendere oggi.”


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