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L’amore vince sempre

di Teresa Pugliese

Numero 199 - Maggio 2019

Un artista come lei forse non l’avete mai vista, Kumi è una delle novità più interessanti del panorama musicale italiano


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Quando abbiamo intervistato Kumi, non era ancora salita sul palco di The Voice, eppure quando lo ha fatto ha lasciato tutti a bocca aperta, stravolgendo letteralmente i giudici, soprattutto Gigi D’Alessio che alla fine l’ha voluta nel suo team. Abbiamo incontrato la cantante nippo-italiana alla vigilia dell’uscita del suo nuovo album “KUMI and the Triumph of Love” qui l’artista di origini giapponesi si diverte a giocare sia con parole, destrutturandone il significato, che con suoni inusuali. Il disco è stato anticipato dal singolo “Your Favourite Toy”, storia di umore difficile e sofferto. Kumi è cantante, autrice, sound-designer ma soprattutto una cittadina del mondo, infatti sin da piccola ha sempre viaggiato e vissuto in luoghi diversi: Germania, Messico, Giappone, Francia e Italia, la sua scrittura oltrepassa ogni confine linguistico e culturale giocando non solo con i suoni più disparati, ma anche con musiche diverse e particolari che hanno lasciato un segno nella sua storia e nella sua arte. Noi di Albatros Magazine l’abbiamo incontrata per farci raccontare un pezzo del suo poliedrico mondo.

La tua musica è una mescolanza di culture, a livello linguistico e musicale. Pensi che questo possa essere un segno che contraddistingue il tuo lavoro? -taglio- “Io penso di sì, ma credo che stia alla gente dirlo, nel senso che noi tutti dove viviamo e dove cresciamo assorbiamo la cultura che respiriamo ed anche i suoi suoni, e dunque il fatto che io abbia cambiato tanti paesi, non sapendo la lingua ed imparandola nelle scuole locali, mi ha aiutato a carpire dai suoni, è così che ho imparato le lingue. Ogni paese aveva delle sonorità sue, soprattutto in Giappone e Francia, ed io ho assorbito da tutte queste culture un qualcosa che poi viene fuori, soprattutto perché gli altri me lo fanno notare.”

Nel tuo disco ci sono dei “rumori” molto particolari, come il fruscio degli alberi, o delle uova sbattute. Come mai questo mix così particolare?

“È un gioco in realtà, io uso molto il bruitage, è chiamato così in Francia, sono dei veri e propri effetti sonori, ad esempio il rumore di una porta che sbatte, di una cosa che cade per terra. Nei miei brani questi rumori richiamano delle emozioni particolari. Lo faccio anche in ‘Your favorite toy’, qui ho usato il suono delle parole in loop, e così facendo queste poi perdono il significato. Così come quando all’inizio dell’intro si sente il suono di qualcuno che affetta le cipolle e quello riporta alle lacrime, alla sofferenza che è il tema del brano. Per me questa è concept art. Mi piace molto giocare con le parole, con la loro fonetica, che poi se vai a guardare bene il loro senso, così come il loro suono è uguale in tutto il mondo.”

A proposito del brano “Your favorite toy”, di cosa parla?

“La storia è quella di una donna che si innamora di un -taglio2- uomo che reputa adatto a lei, ma lui vuoi vivere una relazione leggera, senza impegno. Lui è un playboy un casanova e le chiede di giocare, lei ci prova ma non ci riesce, vorrebbe essere il suo gioco preferito, così che lui non possa più giocare con le altre, ma non è così. È una canzone triste, ma allo stesso tempo giocosa. Il tema di questo brano, e in generale di tutto questo album, è la celebrazione dell’amore, che va al di là della coppia. Il messaggio è che l’amore trionfa sempre, anche se una storia va male.”

Ti è mai capitato di vivere una storia così? Quanto c’è di tuo in quello che scrivi?

“Spesso lo è, poi prendo anche spunto dalla vita di tutti i giorni, certamente romanzando un po' quello che mi succede. Ma le mie canzoni sono un po' tutte autobiografiche, certo.”

Hai avuto l’onore di collaborare con Franco Battiato, che emozione è stata?

“Per me Franco è un grande maestro, in tutti i sensi. Dipinge anche in modo fantastico. Mi hanno chiamato per fare una particina in un suo video musicale, ma alla fine ho recitato tre brani del suo album. Da lì è nata la collaborazione, il lancio del singolo e poi mi ha anche chiesto di fare un concerto insieme a lui. È stata un’esperienza incredibile. È un uomo molto generoso, oltre che di grande cultura. Ogni sera, quando facevamo i concerti era sempre una magia diversa.”





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