Sfide da vincere
Il grande e amato attore presenta il secondo capitolo del suo “Horizon: An American Saga” che avrà il compito di “riscattare” anche il primo film, con l’obiettivo dichiarato di “continuare a vivere nel tempo”…
Chi non lo ricorda accanto a Whitney Houston nel film "Guardia del corpo"? Chi, invece, non si è commosso di fronte alle sue straordinarie interpretazioni in kolossal come "Balla coi lupi", "Robin Hood" o "Le parole che non ti ho detto"? -taglio-Kevin Costner, attore e regista tra i più amati e quotati a livello internazionale, negli ultimi tempi ha dovuto fare i conti con i tiepidi incassi dell'ultimo film da lui diretto e interpretato: "Horizon: An American Saga". Un mancato successo che avrebbe potuto abbattere tanti suoi colleghi ma non Kevin che, grazie alla sua innata testardaggine, ha deciso di andare dritto per la sua strada, senza mai darsi per vinto. Kevin, l'uscita del tuo nuovo film, intitolato Horizon: An American Saga - Capitolo 2, è stata più volte rinviata... “Il fatto che il secondo capitolo di Horizon sia stato più volte rimandato è probabilmente dovuta agli incassi non eccezionali ottenuti dal primo capitolo di questa saga. Nonostante questo, però, il mio entusiasmo legato a questo mio nuovo film non si è certo spento, anzi. Nel corso della mia carriera mi è più volte capitato di trovarmi in questo tipo di situazione. Allo stesso tempo, però, mi è capitato che quegli stessi film che inizialmente non avevano goduto dell’accoglienza sperata, poi siano comunque riusciti a sopravvivere al tempo, venendo riscoperti dal pubblico. Detto questo, credo che “Horizon: An American Saga - Capitolo 2” sia un film divertente, capace di intrattenere, autentico e che sarà destinato a lasciare traccia. Continuerà a vivere nel tempo. Sarà il pubblico a decretare il suo successo, anche grazie a vetrine importanti dove è stato presentato come il Festival del Cinema di Venezia. Per questo, non potrò mai dimenticare la grande opportunità che mi ha regalato Alberto Barbera, il direttore del Festival, che, dopo aver visto la prima parte del film, mi ha chiesto di poter presentare in Italia la seconda. Gli sarò eternamente grato per questa bella opportunità.” Nonostante il film sia un western, hai cercato di rendere centrale la figura della donna. Cosa ti ha spinto a farlo? “Una delle sfide che mi ero posto quando ho scelto di dirigere il film, oltre a interpretarlo, era quella di rendere centrale la donna all'interno della storia. Sin da bambino, sono sempre stato un appassionato di film western: ricordo ancora che li guardavo dall'inizio alla fine con il fiato sospeso. Già da allora, però, non riuscivo a fare a meno di notare che i personaggi femminili erano sempre un contorno. Quando, per esempio, nel corso della trama una donna perdeva un marito o un figlio, il loro dolore non veniva mai raccontato degnamente. In “Horizon: An American Saga - Capitolo 2” il personaggio interpretato da Sienna Miller, Frances Kittredge, ho cercato di renderlo ricco di sfaccettature e non è sicuramente meno caratterizzato dei personaggi maschili.” Che effetto ti ha fatto vedere recitare sul set del film Hayes, uno dei tuoi figli? “È stata un'emozione indescrivibile. Il fatto che io abbia deciso di coinvolgere nel cast di un film da me diretto uno dei miei film rende pienamente l'idea di quanto io possa tenere a questo lavoro. Fatta questa premessa, non posso che aggiungere che, nonostante si sia trattato di un ruolo minore e che durante il periodo delle riprese lui avesse appena 13 anni, Hayes se l'è cavata alla grande e sono davvero fiero di lui.” Qual è, ad oggi quello che ritieni il tuo più grande successo? “Sembrerà banale come risposta ma ogni volta che mi si pone questa domanda, io non ho mai nessun tipo di dubbio. Nulla, nella vita, mi ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni come l'aver messo al mondo i miei figli. Sono molto legato a loro e mi sembra che ultimamente crescano troppo rapidamente (sorride, ndr). Sono molto fiero di loro e dei valori con cui affrontano il mondo di oggi che, per le ragioni che tutti conosciamo, non è così semplice.” E sul fronte professionale che cosa o quale esperienza è quella che ricordi con maggiore affetto? “Ho avuto la fortuna di prendere parte a tantissimi film e di incontrare straordinari professionisti che poi sono anche diventati amici che hanno occupato e occupano un ruolo di rilievo nella mia vita. Non c'è un film in particolare di cui vada fiero, al contrario ci sono tantissimi ricordi legati ai svariati set che custodirò per sempre nel mio cuore.” Un'ultima curiosità: quale pensi sia il tuo principale difetto? “Credo che, come tutti, di difetti ne ho un bel po'. Ma credo di avere anche qualche pregio. Ecco, un difetto che secondo me è anche un pregio, quello è di sicuro la testardaggine. Quando mi metto in testa una cosa o mi pongo un obiettivo, non riesco proprio a togliermelo dalla testa fino a quando non ottengo il risultato da me desiderato. Nel caso di “Horizon”, per esempio, se mi fossi fermato ai primi incassi, probabilmente non ce ne sarebbe stato un secondo mentre io, invece, sono già proiettato sul terzo e quarto capito. Non mi piace arrendermi, sul set così come nella vita, al contrario cerco di andare avanti per ottenere ancora più di quanto avessi inizialmente desiderato.”