Il suo non è un addio alla pallavolo giocata, semplicemente voleva fare qualcosa di diverso: il campione azzurro stupisce tutti e si mette all’opera
Una storia vera nata qualche anno fa, durante il lockdown, quando durante una diretta instagram uno dei più grandi campioni della pallavolo italiana ed internazionale disse che in futuro gli sarebbe piaciuto ritornare al suo più grande amore: il beach volley. Bene, quel futuro è arrivato (prima del previsto) qualche mese fa quando Ivan Zaytsev ha ufficializzato la notizia: inizia – o forse dovremmo dire riprende? -taglio- Ndr - il percorso sulla sabbia! Il BEACH VOLLEY italiano ha, quindi, una nuova coppia: il duo inedito formato da Ivan Zaytsev e Daniele Lupo. I due giocatori hanno iniziato a lavorare assieme ad inizio giugno allenati da Marco Solustri, che in passato è stato allenatore anche di un’altra coppia del beach italiano, quella formata da Adrian Carambula ed Enrico Rossi in preparazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La coppia Lupo – Zaytsev al momento non è annoverata fra quelle federali ed ha iniziato questo percorso senza sponsor, come una sorta di scommessa personale, proprio come ci racconterà Ivan in questa intervista. Zaytsev nazionale, alla fine di questa stagione ha salutato la Lube Civitanova dove era tornato a giocare, per il secondo ciclo, dal 2021, per dedicarsi al beach, ma non si tratta della sua prima esperienza, anzi, il giocatore italiano conta nel proprio palmarès anche un titolo di campione italiano di beach volley nel 2008. Come accennato prima, al suo fianco avrà Daniele Lupo, che in coppia con il compagno storico Paolo Nicolai, alle Olimpiadi di Rio De Janeiro nel 2016, ha portato al collo un argento olimpico, risultato unico nel suo genere per la nostra nazionale. Quindi Ivan potrà certamente contare sulla grande esperienza del suo compagno di squadra; noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva durante una sessione di allenamento… ecco cosa ci ha raccontato. Ivan, ci hai dato appuntamento sulla spiaggia quindi è inevitabile partire da questo cambiamento che ha scatenato tutti i tuoi tifosi. Come mai hai deciso di iniziare questo percorso nel beach volley? “In realtà più che iniziare, questo al beach volley è un ritorno. Infatti, ho sempre giocato e negli anni mi sono anche iscritto al campionato italiano ottenendo un bel risultato, ma la pallavolo era ormai la mia priorità assoluta e quindi quella del beach è stata solo una breve parentesi che, però, sapevo si sarebbe riaperta prima o poi.” Quindi facciamo un passo indietro: hai deciso di giocare a beach volley e cosa hai fatto? “Essendo un appassionato, conosco molte persone dell’ambiente… quindi ho fatto qualche telefonata per capire se fosse possibile realizzare questo desiderio e così mi sono incontrato con Daniele. Sono emozionato e convinto di questa idea che è nata un po’ per caso, anche se tutti noi tre – Daniele Lupo e Marco Solustri ndr. - siamo accomunati da un desiderio di fare qualcosa di grande insieme. Non ho lasciato l’indoor perché i ragazzi qui non mi obbligano a farlo per le prossime due stagioni. Al momento non ho ancora deciso dove andrò a giocare, sto valutando delle offerte sia in Italia che all’estero. Non è un’operazione di marketing e per svernare nel beach volley. Le volontà e gli stimoli ci sono di poter pensare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, però dobbiamo darci degli obiettivi step by step.” Quali sono questi obiettivi? “Sicuramente uno degli obiettivi è la qualità. Giorno per giorno, lavorare bene, con tanta serietà e divertimento. Quest’estate ci siamo iscritti alle competizioni in campo italiano e poi abbiamo fatto domanda alla federazione per avere una wild card per il Campionato Europeo che si svolgerà in Olanda, ad agosto. Quella che stiamo compiendo adesso è una prova, che fino ad adesso sta andando molto bene, ma necessita di molti allenamenti. Poi, non sarebbe male portare a casa anche qualche vittoria! – ride ndr.” Sei una persona competitiva?-taglio2- “Molto, anche quando gioco a carte seduto al bar con gli amici! Non amo perdere, però mi auto-riconosco una grande sportività. Nella mia carriera da atleta professionista ho dovuto, ahimè, ingoiare molte volte bocconi amari a causa di una sconfitta, ma ho sempre riconosciuto al mio avversario la sua superiorità in quel momento. La mia competitività, però, esce fuori quando penso ‘la prossima volta stai sicuro che non vinci!’.” A proposito di delusioni sportive, qual è stata “la peggiore” e che consiglio daresti ai giovani atleti che si trovano ad affrontare per la prima volta una sconfitta? “Eh, non è semplice rispondere… forse quella che personalmente è stata la più dura da mandare giù, anche se poi non è stata una vera e propria sconfitta, è stata la partita persa contro il Brasile durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro, quindi in casa loro. Noi abbiamo conquistato l’argento, però, io in quel primo posto ci credevo e ci speravo perché avevamo fatto un percorso bellissimo fino a quel momento ed il gruppo era pronto per conquistare la medaglia d’oro… ma non è andata così! A prescindere da questo episodio, in generale quando si perde io credo sia importante capirne le motivazioni, senza star lì troppo a dispiacersi. La sconfitta è significativa di qualcosa che non ha funzionato e per crescere come atleta bisogna analizzare l’errore e lavorare sul miglioramento di quel ‘difetto’ così da non ripeterlo la volta successiva. Lo sport richiede pazienza, sacrificio e dedizione, solo con queste tre caratteristiche si può puntare in alto.” Ritornando al beach volley, dopo aver dichiarato che è una tua grande passione, possiamo dire che sei una persona che segue il cuore… “Sempre ed in tutti i contesti della mia vita! Non sono bravo a fare strategie, a calcolare le cose, io sono uno che se trova qualcosa che lo appassiona ci si butta a capofitto. Certo, con l’età impari a ponderare le decisioni, ma comunque queste sono dettate sempre dal cuore: se una cosa o una persona mi fa stare bene io so già cosa fare!”