Dal Cilento a Sperlonga la buona musica non si ferma, sulle note del contrabbassista Gianni Di Lorenzo
Nel corso di un’abbondante settimana che abbiamo buttato tutti alle spalle, parlando ancora di jazz, ho avuto la piacevole occasione di restare favorevolmente impressionato da certa musica che definirei raffinata. Il viaggio, che mi ha portato sino a Sperlonga, luogo della serata jazz, è cominciato partendo dalla Costa cilentana. -taglio- Ho visto diversi chilometri andare alle spalle, guidando sotto un sole cocente e perdendomi anche tra contrade ai confini della Campania (… che la dritta via era smarrita) pur di andare ad ascoltare la serata musicale all’aperto e dov’era presente il quartetto guidato dal contrabbassista Gianni Di Lorenzo. Dopo un bel numero di caffè, bevuti su autostrade ed in bar di centri che ho trovato lungo il percorso, sono giunto a destinazione. È stata - senz’alcun dubbio - una bella occasione e posso dire, con grande soddisfazione, di aver, alla fine, goduto di una bellissima serata di jazz. Sì proprio il jazz … quella musica che ti fa andare in visibilio ed entrare, se ascoltata bene, in altre dimensioni. Una sequenza di note e di armonie, in pratica, che per lunghi tratti si è mostrata ‘gentile’. Lì a Sperlonga, in piazza Europa (contesto favoloso: una terrazza naturale con vista mozzafiato sulle prime onde della costa laziale), si è venuta a creare, come d’incanto, la condizione magica per poter ascoltare della buona musica. Una notte che ha calamitato moltissima gente sul mare di Sperlonga. La serata è stata fortemente voluta dal ‘Little Bar Culture Music Club’ del mitico Rocco Giovannangelo. I musicisti, Gianni Di Lorenzo (contrabbasso), Umberto Muselli (sassofono), Lello Petrarca (pianoforte) ed Aldo Fucile (batteria) dopo aver trovato la concentrazione giusta hanno iniziato a suonare dinanzi ad un pubblico buongustaio ed assetato di jazz. Tutti i brani sono stati proposti sotto la forma di rivisitazioni che all’orecchio sono risultati marcatamente personalizzati ed eseguiti in modo da far intendere, a chi era all’ascolto, che nel pezzo era da notare la loro mano ed il filosofico pensiero (il jazz è del resto anche filosofia). Premesso che tutti i brani hanno ricevuto l’input dal contrabbasso di Gianni Di Lorenzo, quello d’apertura è stato affidato al sassofono di Umberto Muselli che ha dato corpo a ‘Caravan’ (Duke Ellington) suonando con evidentissime personalizzazioni e virtuosismi. Questo vale per tutto il quartetto anche perché sia Di Lorenzo che il pianista Petrarca hanno messo in chiaro, da subito, l’ottima intesa del gruppo. Ha fatto poi seguito ‘A night in Tunisia’ (Dizzy Gillespie). Dopo i due brani d’apertura, Gianni Di Lorenzo ha fermato la musica per la presentazione della band. La corsa jazz poteva andare avanti con i brani di Wayne Shorter (Footprints), -taglio2-Ennio Morricone (Metti una sera a cena), la band ha continuato con l’interpretazione di Luiz Bonfà (Manha de Carnaval), ha fatto seguito, poi, il famoso brano di Bruno Martino (Estate), il brano di Victor Young, compositore statunitense di colonne sonore per il cinema, (Stella by starlight), la versione di Johnny Mercer dell’intramontabile (Autumn Leaves). Per chiudere, infine, il quartetto ha suonato un brano di Thelonious Monk ‘Straight no Chaser’. Molto, ma molto bravi i musicisti che, supportati da un eccellente fonico (Aldo La Vecchia), hanno dato il meglio. Per quello che riguarda Aldo Fucile vorrei esprimere una mia personale opinione: il ragazzo, pur adattandosi bene al contesto musicale e pur mostrandosi eccellente drummer, ha purtroppo trovato pochissimi ‘spazi’ per poter distinguersi con soli che erano lì … pronti per venir fuori. Forse solo questa l’unica piccola cosa che non ha fatto trovare la quadra ad un concerto che si è comunque rivelato strepitoso. Serata che ha messo ancora in evidenza quel Gianni Di Lorenzo, che ha retto la sezione ritmica affiancandosi alla batteria. Lello Petrarca si è confermato pianista superlativo, dal tocco velocissimo, dimostrando di essere un musicista di talento oltre che di grossa levatura. Umberto Muselli ha dato, come sempre, tutto. Un sassofonista che è proiettato verso strade molto più importanti ed autorevoli, come del resto anche lo stesso Petrarca. Di Lorenzo ha ancora dimostrato di poter essere un ‘One Man Band’ con i ritmi sempre più serrati che imprime alla ritmica che vien fuori dal suo double bass. Fucile, pur essendo un bravissimo batterista, a mio parere, dovrebbe cercare di imporsi e dettare i suoi soli in maniera decisa e quasi imperativa. A Gianni Di Lorenzo un paio di domande veloci. Come nasce questo tuo progetto «Il progetto con questo 4et è una rivisitazione degli standards ‘afroamericani’ insieme a brani di autori italiani come i grandi Ennio Morricone e Bruno Martino. Tutto nasce da uno studio metodico applicato alle ritmiche ‘afrocubane’ per poi proseguire durante la fase melodica con un interplay (dato dalla relazione che c’è fra tutti gli strumenti impegnati) che si rivela molto libero.» Le tue impressioni sul concerto di Sperlonga «Il concerto di Sperlonga ha confermato tutto ciò che attiene ad un certo tipo di jazz. I musicisti si sono basati solo all’idea d’inizio brano, poi sono stati ispirati dalle condizioni che man mano si sono venute a creare da ogni singolo musicista. Ancora l’interplay. Ovvero grande libertà di espressione.»