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ISABELLA RAGONESE

di Laura Fiore

Numero 238 - marzo 2023

La sua è una carriera in continua evoluzione, un’attrice camaleontica in grado di passare dal cinema al teatro con una naturalezza disarmante ed una professionalità unica


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Al teatro Nuovo di Napoli va in scena “Da Lontano” l’atto unico scritto da Lucia Calamaro, drammaturga e regista, che vede come protagonista una bravissima Isabella Ragonese. Lo spettacolo racconta il tentativo irragionevole di una figlia adulta – la Ragonese ndr. -, diventata terapeuta, di aiutare la madre infelice, fragile, l’adulta impreparata al mondo che la accudiva alla bell’e meglio. -taglio- La figlia, un tempo impotente di fronte al dramma della madre, ora che ne ha i mezzi avverte il sentimento di psicanalizzare quel genitore dolente che ha conosciuto da bambina, darle l’ascolto dovuto e aiutarla senza che se ne accorga. Un toccante ribaltamento di ruoli, che riesce a commuovere per la delicatezza con la quale viene tratteggiato il rapporto tra le due donne. Un atto unico pensato espressamente per la sua interprete, l’attrice Isabella Ragonese. Un racconto per il palcoscenico intenso e acuto riunisce l’attrice Isabella Ragonese e Lucia Calamaro, tra le drammaturghe più interessanti della scena italiana, qui anche in veste di regista. Ancora una volta la Ragonese non sbaglia un colpo, ed in questa intervista esclusiva scopriremo anche le motivazioni che l’hanno spinta a dedicarsi dopo tanto tempo ad un progetto teatrale. Una cosa è certa: che sia a teatro o al cinema l’attrice siciliana non smette di dimostrare il grande talento e la professionalità che l’hanno sempre contraddistinta nel mondo dello spettacolo. Isabella, partiamo subito dallo spettacolo teatrale che la vede protagonista di una tournée che girerà tutta Italia. Il suo è un ruolo particolare, ci spieghi meglio… “Senza voler raccontare troppo dello spettacolo, in generale posso dire che il mio personaggio per quanto ‘particolare’ rispecchia la realtà di tantissime donne: ovvero il dover fare da madri alle loro madri. Quest’ultime per le più svariate motivazioni non sono state in grado di ricoprire questo ruolo nel modo canonico cui siamo abituati a pensarle e di conseguenza hanno causato ferite profonde nei figli che una volta adulti capiscono quanta risonanza hanno avuto nella loro crescita determinati approcci e comportamenti. Nonostante ciò, però, ci si ricorda che ‘sono pur sempre i nostri genitori’ e quindi si cerca di aiutarli, proprio come fa il mio personaggio, che addirittura è una psicanalista ed ha dalla sua numerosi strumenti necessari per aiutare la propria figura materna.” Al centro di quest’opera teatrale c’è quindi il rapporto genitore-figlio, lei che relazione aveva ed ha con sua madre? “Ammetto di essere stata molto fortunata poiché, a parte la fase da adolescente ribelle e quindi conflittuale con tutto il resto del mondo, con mia madre ho sempre avuto un buon rapporto. Non sono mancati, e non mancano i confronti e le discussioni ma li abbiamo sempre gestiti con grande diplomazia: uno degli insegnamenti principali di mia madre è sempre stato ‘rispetta il parere altrui’ e ‘se devi dire qualcosa devi sapere di cosa stai parlando’. Quindi per quanto io possa non aver condiviso alcune sue scelte, e viceversa, so che mia madre è la mia confidente, la mia migliore amica, colei che agisce sempre per il mio bene anche se spesso non lo si vede palesemente.” -taglio2- Come mai ha deciso di dedicarsi per un po' di tempo di nuovo al teatro? “Il teatro è il mio primo amore! E si sa che il primo amore non si scorda mai. Scherzi a parte, avevo proprio l’esigenza di ritornare a teatro, infatti, quando è arrivata la proposta di Lucia non ci ho pensato più di un minuto ad accettare. Erano molti anni che stavo lavorando principalmente per fiction e film, e sentivo la necessità di ritornare ad avere un contatto col pubblico più diretto. È questa la magia del teatro, il fatto che chi si esibisce riesce a rendersi conto battuta dopo battuta se le persone stanno apprezzando quello che vedono. Certo, quest’ultimo aspetto hai i suoi pro e i suoi contro, ma a me piace rischiare e poi l’opera teatrale di Lucia è molto valida.” Quindi dovrà passare del tempo prima di poterla rivedere sul grande schermo? “Mah non saprei, chi può dirlo? Ormai posso dire, senza voler sembrare presuntuosa, che ho un po' più di libertà circa i progetti cinematografici, televisivi o teatrali che siano. Diciamo che la parte intensa della gavetta me la sono buttata alle spalle, e adesso continuo a fare gavetta ma con meno pressione. Ho avuto già delle proposte per il grande schermo, ma per il momento non è nulla di concreto, ne stiamo solo parlando, ma non escludo nulla a patto che sia qualcosa di interessante e gratificante professionalmente.” Ha accennato al fatto che vive con meno “pressione” le scelte lavorative, ha mai pensato di cambiare totalmente strada? Se sì, quale sarebbe stato il suo piano B? “Sì, ci ho pensato… però poi io sono una che deve vivere di cose che la rendono felice e circondata sempre da energie positive quindi sarebbe stato un sacrificio dover cambiare strada. La recitazione è sempre stata la mia più grande passione e quando ho capito che la cosa si stava facendo più seria del previsto, ho preferito darmi qualche pizzicotto in pancia per andare avanti piuttosto che dover tirare i remi in barca. Per quanto riguarda il piano B, invece, io non lo escludo. Nella vita tutto può evolversi e cambiare da un giorno all’altro quindi è sempre avere una sorta di ‘sogno di scorta’ da poter seguire in caso in cui ce ne sia la necessità. Per il momento il mio ce l’ho ancora chiuso nel cassetto!”





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