In questa ritrovata primavera volevo proporvi un quesito relativo all’amore, all’innamoramento che lontano da tossicità fa bene all’anima e all’umore, ovvero: “uomini e donne hanno modi diversi di innamorarsi o i sentimenti fanno parte di un codice non scritto che mette in primo piano la parità di genere?” “-taglio- Cosa fa scegliere due persone tra le migliaia di candidati disponibili, considerato che nella nostra quotidianità incontriamo centinaia di persone?” Secondo la teoria evolutiva ad attrarci sono i comportamenti, le caratteristiche fisiche e le caratteristiche della personalità che aumentano le possibilità di sopravvivere e riprodursi. La psicologa americana Alice Eagly, afferma invece che sono i processi sociali, piuttosto che biologici, a determinare le nostre scelte relazionali. Secondo questa teoria, infatti, le regole che normano la selezione dei partner sono dettate dai ruoli che le donne e gli uomini occupano nella società. Le preferenze delle persone nella ricerca di un compagno quindi, dovrebbero cambiare con il cambiamento dei ruoli sociali e delle norme. Di fatto il cambiamento culturale ha finalmente messo da parte gli stereotipi di genere in relazione alla cura della casa riservata solo alla donna e la carriera professionale riservata solo all’uomo e l’amore, con consequenziale scelta del partner, non segue più parametri di differenze di genere nella vita quotidiana. Infatti gli studi sociologici hanno accertato che indipendentemente se siamo uomini o donne, quello da cui siamo attratti è la persona che iniziamo a conoscere meglio e che incontriamo nella nostra quotidianità, di solito sul lavoro o a scuola, all’università, dove il contatto continuo ci fa scoprire l’altro che può restare un semplice amico o qualcosa di più. Ciò, anche in relazione al principio che le relazioni a distanza sono più difficili da coltivare e tendono, almeno secondo le statistiche, a non durare a lungo termine. Ma la domanda cui cerchiamo di dare risposta è: “Esistono differenze tra uomo e donna in amore?” Secondo gli studiosi le emozioni espresse, -taglio2- il modo di atteggiarsi e di vivere e sentirsi coinvolti in una relazione amorosa, sono individuabili fin dall’infanzia e hanno origine negli universi emozionali distinti del bambino e della bambina, durante tutto il periodo dello sviluppo. Ciò perché i maschi e le femmine sono educati, fin dalla prima infanzia a manifestare in modo differente le proprie emozioni, in una famiglia e una società che mantiene gli stereotipi generazionali che la propria cultura di appartenenza offre, a qualsiasi latitudine si nasca e si cresca, perché di fatto secondo vari studi la cultura di appartenenza e l’ambiente in cui si vive (etnia, tradizioni, leggi nazionali) conta più del genere. E se parliamo di colpo di fulmine, allora scopriamo che gli uomini sono folgorati molto più delle donne e reagiscono a tale scoperta amorosa molto più istintivamente della donna, manifestando per primi i propri sentimenti. In realtà, siamo molto più uguali che diversi, se pensiamo alle caratteristiche che si sono evolute parallelamente tra maschi e femmine. La diversità, dunque, va guardata secondo un’ottica in cui questa è data dalla propria storia familiare e sociale, ma anche da una contestualizzazione neuroscientifica, in quanto gli studi dimostrano che scegliendo due soggetti a caso con le più moderne tecniche di neuroimaging, emergono sempre delle differenze! Se riflettiamo poi sul fatto che la scienza e la cultura a due voci, maschile e femminile, hanno il vantaggio di esprimere il potenziale di verità del 100 per cento dell’umanità, invece che del 50 per cento, si può capire il vantaggio delle differenze che diventano una ricchezza. L’amor cortese, l’amore puro, che tutti noi sogniamo, non fa probabilmente più parte della nostra modernità sentimentale, ma in un mondo e una umanità in continua evoluzione è chiaro che si evolve anche il modo di amare che va anche oltre i generi… diventando realmente essenza dell’anima.