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In piena luce

di Pasquale Di Palma

Numero 256 - Dicembre 2024 - Gennaio 2025

Imperdibile il nuovo EP di Greta Cominalli “Luce ribelle dell’alba”, tra suoni ispirati e esperienziali


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Composto da 5 brani inediti, “Luce ribelle dell’alba”, il nuovo EP della cantautrice Greta Cominelli, vuole dare un’accezione positiva al concetto di ribellione. La lotta contro gli ostacoli della vita, contro le sovrastrutture, le pressioni esterne e le proprie fragilità diventa così il leitmotiv di questo progetto che si tinge di determinazione, -taglio- positività, riflessione, eleganza, autoaffermazione ed evasione, svelandone il temperamento tanto energico quanto sognante. Il contesto pop dell’EP si compone di sonorità prettamente acustiche e naturali ma anche contemporanee. Viene così conferita freschezza ad un gusto retrò che trova ispirazione in diversi stili musicali e forme artistiche come la danza, il cinema, il circo, la pittura e la grafica, creando un’esperienza sonora e visiva ricca di contaminazioni. Greta, il titolo del tuo EP, “Luce Ribelle dell'Alba”, evoca un'immagine forte e poetica. Come hai scelto questo titolo e cosa rappresenta per te la "ribellione" a cui fai riferimento? “Mi fa piacere che evochi un'immagine poetica, è esattamente ciò che speravo: comunicare poesia in un presente emotivo sterile. Il titolo è nato apparentemente dal nulla nel senso che dopo molto tempo dedicato all’approfondimento della Belle Époque, si è generato spontaneamente, era nascosto sotto la pelle o nel cuore. Quando parlo di luce ribelle dell'alba mi riferisco al fermento, all'energia che serve e che viene sprigionata se all'inizio di un nuovo giorno ci poniamo con entusiasmo e determinazione verso la vita. Penso ai ragazzi d'oggi, alle pagine di cronaca… ogni giorno leggo paure e disagi in ogni gesto e sguardo. Spesso si pensa alla ribellione come ad un atto prepotente, violento. Io vorrei proporne una visione alternativa: per me la ribellione sta nella gentilezza dove regna l'aggressività, nella forza interiore dove c'è fragilità e confusione, nell'empatia dove dilaga freddezza e individualismo, dialogo dove esiste chiusura. L'intento è dare suggerimenti di riflessione e abbandonarsi alla bellezza delle molteplici e mutevoli sfaccettature della vita.” Tra i brani dell'EP c'è una grande varietà di temi e atmosfere, come dimostrano titoli evocativi come “Madame Paris” e “Sotto un cielo di corallo”. Puoi raccontarci come nascono le tue canzoni e se c'è un pezzo che senti particolarmente vicino? “Innanzitutto accendo l'interruttore della connessione: lascio che le emozioni mi parlino ed effettivamente, ascoltando le opere di Renato Caruso,-taglio2- compositore dei brani, non ho faticato a trovare speciali occasioni creative. Quando la melodia mi colpisce e la musica suggerisce immagini, nasce l’ispirazione per scrivere. "Madame Paris" mi ha da subito catapultata per le vie di Parigi come nel film "Midnight in Paris" di Woody Allen, sui tetti di "Moulin Rouge!“ di Baz Luhrmann e tra le righe di "Scandalosamente felice", il libro di Gaia De Beaumont dedicato a Josephine Backer. È il pezzo dell'ep al momento più vicino a me. Sa di leggerezza, sogno, ho immaginato il palcoscenico di un teatro, lo sguardo emozionato di una ballerina, ho costruito una realtà evasiva. La parola "evasione" rappresenta parecchio la mia musica. Sono spesso alla ricerca di un posto in cui rifugiarmi per sognare. "Sotto un cielo di corallo" infatti, non a caso è pensata in chiaroscuro. Con Renato e Pino Di Pietro, pianista e arrangiatore della canzone, abbiamo pensato ad un intro cupo che trasmettesse oppressione e a tanta luce per il resto del brano, come fosse il suo antidoto. La razionalità dell'adulto immerso in un quotidiano che cerca di annientarlo viene vinta dall'autenticità del sentire dell'io bambino che vive di purezza primordiale. Non dobbiamo farci travolgere da ciò che arriva da fuori ma ascoltare ciò che sentiamo dentro. Poco importa se non rientriamo in determinati canoni, ricordiamo cosa ci rende felici. Io sono qui perché mi sento compiuta creando ed esprimendomi attraverso il canto, la danza e la scrittura.” Hai collaborato con Renato Caruso per il tuo primo progetto discografico e continui a portare avanti un percorso solista. Cosa significa per te lavorare in sinergia con altri artisti, e quanto di questa esperienza si riflette nel tuo nuovo EP? “Lavorare in sinergia è sinonimo di arricchimento. Io e Renato abbiamo molti aspetti in comune e altri meno ma in questo modo si innesca dinamismo e stimolo. Ogni incontro è un'occasione per evolvere. Da questa tipologia di interazioni umane ed artistiche spesso ne esce un progetto creativo ricco di contaminazioni e "Luce ribelle dell'alba" ne è un palese esempio. Spero tanto che vi piaccia e vi porti nel passato per comprendere un poco di più il nostro presente e strutturare un futuro nuovo. Ho sempre sognato di avere una macchina del tempo, questa volta l'ho costruita a modo mio!”





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