La malattia di una donna, moglie e madre, e la sua personale via crucis, dal momento destabilizzante della diagnosi e delle successive cure, fino alla fase terminale e alla sua inevitabile conclusione. Il racconto è uno spaccato di vita familiare e di coppia, che vede l'intersecarsi della storia della malattia con i matrimoni dei figli già programmati in precedenza e con la nascita del suo amato nipotino. La vita e la morte si intrecciano nella storia con un'armonia sorprendente, offrendo al lettore un registro a volte leggero e divertente ed altre denso e drammatico, sebbene sempre coinvolgente ed emozionante. Pur essendo l'argomento principale dell’opera il delicato e lacerante incontro con il dolore, la malattia, la sofferenza e la morte, il romanzo si rivela un autentico inno all'amore in tutte le sue forme, intriso di rimpianti, di coraggio, di disperazione all'idea del distacco e al tempo stesso di speranza: ode alla vita nella bellezza di un amore struggente, perché “non è la durata della vita ma la sua qualità a farne la differenza, e avere la possibilità di vivere un amore così vicino al cielo (umano, materno, divino) è il concetto di fondo che non lascia indifferenti”. La storia indaga il vissuto interiore del protagonista ed il “viaggio” da lui intrapreso alla ricerca di un risanamento e di una pace interiore da ricostruire e ritrovare dentro se stesso. è così protagonista del percorso forse più difficile ma più importante per ogni essere umano: compiere un'azione di cura e risanamento del proprio io, attraverso una rivisitazione ed elaborazione delle fasi principali della propria vita. In tal modo è possibile per lui ritessere o rammendare alcuni fili sgualciti delle proprie vele alzate al vento della vita, o recuperarne i brandelli quando questo si è trasformato in devastante uragano. Un romanzo commovente ed appassionato, positivo nel dramma che racconta, per piangere lacrime “giuste” che purificano e non straziano, che curano il dolore e cicatrizzano le ferite dell'anima.