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Il Tresor di Brunetto Latini

di Alfredo Salucci

Numero 252 - Luglio-Agosto 2024

Quest’opera in gran parte è composta dalla traduzione di testi di vari autori dell’argomento che prende in esame. L’opera è distinta in tre libri. Ad ogni libro, poi, è associato un elemento del tesoro materiale, metafora del tesoro della conoscenza


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Siete voi qui, ser Brunetto? È ciò che esclama Dante nel XV canto dell’inferno, dopo aver riconosciuto il suo maestro Brunetto Latini posto nel settimo cerchio dove ci sono i violenti. Il cerchio è suddiviso in tre gironi: violenti contro il prossimo, violenti contro sé stessi e violenti contro Dio. Brunetto è posto nel girone dei violenti contro Dio.-taglio- Brunetto Latini nasce a Firenze nel 1220 circa da una nobile famiglia e muore nella stessa città nel 1294. Notaio, come il padre, fu funzionario del Comune di Firenze. Latini, guelfo, partecipò intensamente alla gestione politica di Firenze, tanto che nel 1287 fu elevato alla prestigiosa carica di Priore. Latini fu anche un fine letterato conoscitore del latino e del francese, e grande estimatore di Cicerone, di cui traduce alcune opere. L’interesse per Cicerone era legato in particolare alle opere di retorica. Brunetto era legato a Cicerone anche perché il grande retore romano era stato un sostenitore della repubblica. Marco Tullio Cicerone combatteva contro i personaggi dell’epoca contrari alla repubblica come Catilina e Giulio Cesare, ed era a favore di Pompeo che la difendeva.
Nella sua opera più famosa, il Tresor, il cui titolo originale è Livre dou tresor, scritta tra il 1263 e il 1267 in francese, sia per la bellezza della lingua, sia perché in quel periodo si trovava in esilio in Francia, essendo stato cacciato da Firenze. Quest’opera in gran parte è composta dalla traduzione di testi di vari autori dell’argomento che prende in esame. L’opera è distinta in tre libri. Ad ogni libro, poi, è associato un elemento del tesoro materiale, metafora del tesoro della conoscenza.
Nel primo libro tratta della nascita di tutto ciò che esiste e affronta vari argomenti. Scrive della storia universale del vecchio e nuovo testamento, tratta argomenti di medicina, astronomia, architettura, ecc. L’elemento prezioso associato a questo libro è il denaro contante da utilizzare per comprare cose necessarie. Questo denaro è fornito dalla filosofia teoretica, ossia la teologia, che rappresenta la base della conoscenza. -taglio2- Argomenti del secondo libro sono la filosofia pratica e la logica. L’oggetto della filosofia pratica è l’etica. Per la stesura di questo libro Brunetto si affida soprattutto all’Etica Nicomachea, da cui muove per trattare ciò che si deve fare e ciò che non è bene fare, ossia scrive delle virtù e dei vizi. A questa seconda parte associa, per quanto riguarda il tesoro da spendere, le pietre preziose rappresentate in questo caso dalla filosofia morale.
Il terzo libro è quello più importante, al quale Brunetto Latini tiene maggiormente. Non a caso il tesoro da spendere è rappresentato dall’oro fino. Gli argomenti di questo libro tanto interessante e necessario sono la retorica e la politica. Per Brunetto Latini tutti noi abbiamo bisogno della retorica a cominciare da chi ha in mano le sorti del paese. È evidente che Brunetto ponendo la politica, l’arte del ben governare, e la retorica, l’arte del parlare bene, al vertice del sapere filosofico, considera queste due discipline le più importanti della filosofia. Per la stesura di questo libro Brunetto utilizza come fonti, oltre Aristotele e Platone, soprattutto Cicerone, al quale è legato in modo particolare, sia per le sue capacità nell’arte retorica, sia per le sue idee politiche: Cicerone era un repubblicano, lui un guelfo.
Il Tresos è un’opera importante, indirizzata ai governanti. Lo scopo che si era prefisso Brunetto Latini era quello di fornire a chi detiene le sorti di un paese uno strumento per attuare un’amministrazione corretta e utile allo stato. Questa cosa Brunetto la prospetta utilizzando le opere di tanti autori del passato che si sono interessati della cosa pubblica impiegando come strumenti la politica e la retorica. Fra queste opere spiccano l’Etica Nicomachea e la Politica di Aristotele, e i libri di retorica di Marco Tullio Cicerone.





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