Approda in Italia “ALL SHOOK UP” con debutto al Teatro Acacia di Napoli
“All Shook Up”, il musical americano di Joe Di Pietro, approda in Italia grazie alla “Compagnia d’Oriente” di Fabio Busiello. Il celebre musical segue la tradizione del genere Juke Box (“Mamma mia”, “We will rock You”, “Musicanti”), rileggendo alcuni motivi celeberrimi di Elvis Presley calandoli in una storia liberamente ispirata a “La Dodicesima notte” di Shakespeare. Il debutto al Teatro Acacia di Napoli, gremito. Firma la regia Pietro Pignatelli, attore, autore, cantante, danzatore, nonché uno dei più importanti performer di musical in Italia. Cura le brillanti coreografie Bill Goodson, una star, già al fianco di Diana Ross, Michael Jackson, Jasmine Guy, Steve Winwood, Gloria Estefan. -taglio- In scena oltre venti artisti: performer specializzati nel canto, nella danza e nella recitazione e il corpo di ballo, accompagnati da una band di musicisti dal vivo. La storia è ambientata in una immaginaria città americana di provincia, nel Midwest, nei mitici anni ’50. Come nella celebre pellicola “Footlose”, gli abitanti, che conducono esistenze spente, monotone, irrompe, Chad, interpretato dal bravo Alessandro D’Auria (già protagonista di “Musicanti”). Chad, in tenuta di pelle e t-shirt bianca, modello Fonzie, James Dean e Marlon, è un giovane motociclista scatenato, amante delle belle ragazze e delle moto, libero e spregiudicato. Troverà una strenua opposizione al suo stile di vita nelle ferree disposizioni del sindaco Matilda (Alessandra Venturini), che promulga il “Mamie Eisenhower Decency Act”, che proibisce “musica ad alto volume, pubbliche chiacchiere e pantaloni stretti”. Chad-Elvis fa innamorare le donne al primo sguardo ma lui si innamora, come spesso accade, dell’unica che lo respinge. Tra equivoci, amori non corrisposti, sogni -taglio2- giovanili, la storia è raccontata dagli ever green di Elvis: dall’iniziale “Jailhouse Rock” (JerryLeiber/Mike Stoller), che apre con l’omaggio alla scena del film omonimo con Elvis scatenato, a “Teddy Bear”, da “Love Me Tender” a “C’mon everybody”, alla incantevole “It’s now or never” (“‘O sole mio”), da “Hound dog” fino alla struggente “Can't help falling in love”, nel finale corale. Brava la band coordinata da Andrea Palazzo che accompagna le canzoni dal vivo, con la direzione musicale di Gennaro Vitale. Bravi, energici i giovani performer, soprattutto nei movimenti coreutici e nel canto, con diversi cromatismi e registri vocali, ma con una recitazione non sempre all’altezza della parte musicale che sicuramente, rodata, sarà presto di livello. Buona la regia e belli i costumi di Federica Del Gaudio. Entusiasmo alle stelle per il pubblico che canta e si muove sulle note di The King, “un bianco che cantava come un nero”, che rivoluzionò la musica popolare del XX secolo e che ancora oggi è un mito, generazione dopo generazione.